Domenica, 13 Aprile 2014 23:44

'Ombrina', Medoil Gas: "Dialogo con il Governo per trovare soluzioni"

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Era il 13 aprile 2013. Oltre ventimila persone manifestarono a Pescara per dire No al progetto della Medoil Gas che vorrebbe trivellare sei pozzi, installare una piattaforma a sei chilometri dalla riva e posizionare una nave desolforata di tipo FPSO a nove chilometri dalla spiaggia di uno dei tratti di costa e di mare più belli d'Abruzzo e d'Italia.

A che punto siamo, un anno dopo? Ne hanno discusso, nella mattinata di ieri, il consigliere regionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, ed Enzo Di Salvatore, candidato nelle liste a sostegno de L'Altra Europa con Tsipras. Svelando che tra le pagine del report annuale della Medoil Gas - a pagina 65 - si legge che "la compagnia è in costante dialogo con il Governo italiano e altri attori chiave per trovare una soluzione per il progetto al di fuori dei tribunali. A giudizio del Board, tali discussioni non sono impedite dal ricorso al Tar".

Parole che preoccupano. E molto. "Chi parla con Medoil? Quali soluzioni stanno trovando 'al di fuori dei tribunali'?", si sono domandati Acerbo e Di Salvatore. "Non sappiamo se i vertici di Medoil si riferiscano al governo Letta o a quello Renzi ma - dopo tutto - gli ingredienti e le ricette non sono certo cambiate. Il PD e il centrodestra che stanno al governo possono risponderci?".

La manifestazione del 13 aprile aveva ottenuto una sospensione dell’iter di approvazione del progetto e l’avviarsi di un contenzioso con la società inglese. In attesa del pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale, però, i governi che si sono succeduti - con la presidenza Letta prima, con Renzi poi - non hanno inteso assumere alcuna iniziativa normativa. Al contrario, "il parlamento era stato velocissimo a sbloccare il progetto 'Ombrina Mare 2' - ha sottolineato Acerbo - con il decreto presentato da Corrado Passera, votato da centrodestra e centrosinistra, compresi i parlamentari abruzzesi".

Un immobilismo che spiega - evidentemente - la tranquillità che traspare dal report della Medoil Gas. Eppure, qualche giorno fa la senatrice del Partito Democratico, Stefania Pezzopane, si era detta soddisfatta per l'approvazione - a Palazzo Madama - di un ordine del giorno sulla sospensione delle trivellazioni: "Il Governo - aveva spiegato - è impegnato a rivedere anche questo progetto che riguarda l'Abruzzo. L'ordine del giorno approvato propone una sintesi importante di atti già presentati e di diverse posizioni. Con interrogazioni e disegni di legge, infatti, il Pd aveva cercato di modificare l'articolo del decreto sviluppo che apriva, di nuovo, alle prospezioni vicine alla costa. La sospensione del progetto 'Ombrina Mare 2' è un risultato di rilievo per la tutela anche economica della nostra costa".

Un ordine del giorno costituisce un impegno non vincolante. Impegnerebbe il Governo Italiano ad opporsi a quanto prospettato dal Ministro Guidi alle Commissioni X di Camera e Senato il 27 marzo scorso. Il Ministro allo Sviluppo Economico dell'esecutivo Renzi, però, ha indicato tra le priorità del suo dicastero la ripresa degli investimenti privati per la ricerca e la produzione di idrocarburi e la centralizzazione delle competenze in materie di infrastrutture energetiche strategiche. A pensarla così anche il viceministro De Vincenti, Partito Democratico, sentito dalla Commissione Attività produttive della Camera, in audizione il 24 marzo. "L’atteggiamento del Partito Democratico è schizofrenico", attaccano Acerbo e Di Salvatore. "Sul territorio si partecipa alle manifestazioni contro la petrolizzazione, a Roma il loro governo continua a promuoverla".

Non solo. "La proposta di riforma del Titolo V della Costituzione proposta da Renzi sostanzialmente sottrae ogni possibilità alle Regioni di aver voce in capitolo sui progetti in materia energetica e toglie persino il diritto di esprimere l’intesa sui progetti". Si ripete dunque, denuncia Acerbo, "il vuoto rituale di inizio legislatura, allorquando alcuni parlamentari - tra cui la stessa Pezzopane e Legnini, appartenenti entrambi al Partito Democratico che aveva votato in gran fretta il Decreto Sviluppo del Governo Monti - presentarono una serie di atti volti a scongiurare la minaccia di 'Ombrina Mare 2' mentre lo strumento più veloce, risolutivo ed efficace sarebbe stato e sarebbe ancora oggi un semplice decreto legge. Di sicuro però, in cima alle priorità del governo Renzi, non c’è lo stop a 'Ombrina Mare 2', anzi c’è il contrario visto quanto dichiarano i suoi ministri".

E visto quanto scrivono i vertici della società che vorrebbe trivellare in mare Adriatico. Acerbo - che alle prossime elezioni regionali sarà candidato presidente di una lista che "vuol essere ambientalista e di sinistra" - non manca di sottolineare le responsabilità della giunta Chiodi che - spiega - "non brilla certo per difesa del territorio regionale, interessato da numerose istanze per la ricerca di olio e gas, e da un nuovo titolo per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi: Colle dei Nidi".

Se su Colle dei Nidi, a breve, è atteso il pronunciamento del Tar, sulle istanze per la ricerca di olio e gas deciderà la Presidenza del Consiglio dei Ministri visto che la Regione Abruzzo, sebbene sollecitata dal Ministero per lo Sviluppo Economico ad esprimersi con il rilascio della cosiddetta Intesa, non ne ha formalizzato il diniego. "Per effetto dell’articolo 38 del famigerato Decreto Sviluppo", chiarisce Acerbo. "Insomma, Chiodi ha anticipato Renzi: non usando lo strumento dell’intesa che il Presidente del Consiglio intende eliminare". Il timore è che, ad urne chiuse, le istanze possano trasformarsi in altrettanti permessi di ricerca. "Tutti si dicono contrari alla petrolizzazione e a Ombrina ma, guarda caso, la trasformazione dell’Abruzzo in distretto minerario procede a tappe serrate - conclude Acerbo - e questa scelta devastante per il nostro territorio viene deprecata a parole ma non contrastata nei fatti. La strategia energetica nazionale rimane la stessa, l’Abruzzo e il suo mare continuano a essere bersagli delle multinazionali e l’unica proposta concreta è di modificare la Costituzione per togliere a Regioni ed enti locali gli strumenti per opporsi sul piano amministrativo".

Ultima modifica il Lunedì, 14 Aprile 2014 22:12

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