Martedì, 23 Giugno 2020 18:09

"Salviamo la giustizia": la protesta accorata degli avvocati italiani

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"I diritti degli italiani e del nostro sistema produttivo sono bloccati e in ostaggio di Tribunali sostanzialmente inattivi, nel pieno di una crisi senza precedenti che sta mettendo drammaticamente in luce e aggravando i problemi atavici della nostra Giustizia".

E' il grido d'allarme dei presidenti degli Ordini Forensi d'Abruzzo che, nel pomeriggio, condividendo la protesta nazionale degli avvocati, hanno tenuto una conferenza stampa all'Aquila.

L'Avvocatura italiana, sin dall'insorgere della pandemia, ha avvertito della necessità che, nel rispetto delle differenze territoriali imposte dal diffondersi del covid-19, si assumesse comunque un piano generale e unitario di messa in sicurezza della giustizia che evitasse la sospensione indefinita dei processi. Le scelte assunte hanno invece prodotto centinaia e centinaia di prassi diverse, che hanno reso incomprensibile l'esercizio delle attività giudiziarie e che, comunque, non ne hanno consentito una reale e effettiva ripresa. 

Cosicché ad oggi, a distanza di oltre tre mesi dalla sospensione avvenuta il 7 marzo scorso e ad oltre un mese dalla presunta ripresa, nelle aule dei nostri tribunali si celebrano pochissimi giudizi, e i diritti dei cittadini e delle imprese restano in attesa, ostaggio di scelte inadeguate e dello stato in cui si trovavano già prima dell'emergenza le strutture in cui si svolgono le attività giudiziarie. 

"E sebbene il Distretto abruzzese ha, almeno, condiviso dei protocolli unitari - ha sottolineato il presidente dell'Ordine dell'Aquila Maurizio Capri - i Tribunali dei capoluoghi di provincia sono in fortissima sofferenza, con le udienze già slittate al 2021; paradossalmente, stanno funzionando meglio i piccoli presidi, quelli a rischio soppressione".

Alla conferenza stampa, oltre ai presidenti e ai consiglieri segretari dei tribunali abruzzesi, era presente il delegato CNF Donato Di Campli, il Presidente del CDD Giovanni Manieri e i delegati della Cassa Forense, Divinangelo D'Alesio e Lucio Stelio De Benedictis; si è condivisa, tra l'altro, l'opinione che le recenti misure adottate dal Parlamento e dal Governo per una piena ripresa delle attività giudiziarie dal 1° luglio potrebbero persino peggiorare la situazione, in quanto sta prevalendo l'orientamento che non consentano più l'utilizzo delle modalità alternative predisposte per la così detta 'fase 2', con le quali erano state programmate le udienze per il mese di luglio: dunque, nella attuale impossibilità di tenerle con modalità ordinaria, vi è il serio rischio che ne derivino rinvii generalizzati.

Il modo adeguato per restituire alla giustizia il ruolo e la dignità che le spettano - hanno inteso ribadire gli avvocati - è quello di consentire la concreta e materiale apertura dei Tribunali, con un piano di interventi che, pure nel rispetto delle esigenze sanitarie, consenta la ripresa a pieno regime - anche nelle sedi - delle attività giudiziarie, in modo effettivo e concreto per la tutela dei diritti di tutti. 

Occorre un piano straordinario per la messa in sicurezza delle attività e degli edifici giudiziari, è stato ribadito. E sono state formulate delle proposte condivise a livello nazionale: 

  • modalità di risoluzione delle criticità disposte direttamente dal legislatore e dall'amministrazione centrale per lo svolgimento delle attività giudiziarie in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, con la previsione unitaria delle misure speciali per i territori in cui sia più alto il rischio contagio;
  • assunzione di una norma di legge, anche a mezzo di decretazione d'urgenza, che consenta lo svolgimento delle udienze con le modalità già previste nei relativi provvedimenti di fissazione;
  • immediato stanziamento di adeguate risorse per la giustizia e per la messa in sicurezza degli edifici giudiziari; 
  • dotazione di adeguati strumenti informatici, di linee a banda larga e di personale tecnico di supporto per gli uffici giudiziari, per lo svolgimento in sicurezza delle attività da remoto;
  • aumento del fondo di dotazione del patrocinio a spese dello Stato per la difesa dei più deboli.

"Chiediamo un intervento incisivo e immediato del Governo - hanno ribadito i presidenti degli Ordini - per la riapertura dei nostri Tribunali, e monitoriamo l'effettiva ripresa delle attività giudiziarie, pronti a organizzare iniziative di protesta nel caso in cui ciò non avvenga".

 

 

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