Cgil, Cisl, Uil, Confcooperative, Legacoop e Agci hanno tenuto un sit-in davanti la sede del Consiglio regionale, all’Aquila, per protestare contro "la mancata interlocuzione, più volte sollecitata, circa i temi nodali per la tenuta e ripresa del settore del welfare abruzzese".
"La mancata sottoscrizione del protocollo sull’art. 48 del Cura Italia" scrivono in una nota congiunta i sindacati "aveva in parte già infranto l’auspicata volontà della Regione Abruzzo, stante la gravità della situazione determinatasi a seguito dell’Emergenza COVID 19, di costruire uno stabile sistema di relazioni tra Ente regionale e parti sociali per condividere programmi, linee guida ed azioni concrete a sostegno del sistema che sottolineiamo garantisce la gran parte delle attività afferenti i Piani Sociali di Zona e quindi l’assistenza, la cura ed il sostegno di una parte consistente e particolarmente fragile della popolazione abruzzese.Inoltre non aver stipulato l’accordo richiamato, nei termini per altro già condivisi da tutti, ha determinato un grave vulnus non solo nell’ambito delle relazioni con le parti sociali ma anche, aspetto ancor più grave, pericolose criticità per la stessa sussistenza del sistema".
Ancora l’adozione pochi giorni fa dell’ordinanza n° 71 del Presidente della Giunta regionale, che detta le linee guida per la graduale ripresa delle attività, in totale assenza di qualsivoglia interlocuzione con chi rappresenta i lavoratori e le imprese, chi cioè quei servizi concretamente li garantisce, "descrive il grottesco grado di auto referenzialità dell’Amministrazione regionale".
Sono per altro state disattese le richieste trasmesse dai sindacati circa le criticità relative all’attuazione dei Protocolli di sicurezza, "desumibili per altro in maniera asettica dalle indicazioni già poste dalle superiori autorità competenti, e ciò descrive quanto sia sconosciuto a codesti spettabili interlocutori il valore sociale e politico della condivisione tra gli attori del sistema del welfare quello cioè di strumento necessario ed indispensabile, ancor più stante l’emergenza sociale in atto, per la costruzione di azioni lungimiranti a vantaggio dell’intera comunità regionale".
Invece nessuna interlocuzione è stata avviata o perseguita, alle comunicazioni dei sindacati non viene dato alcun riscontro e si ritiene di aver esaurito il compito istituzionale dell’Ente nella emanazione, per altro scevra dalla minima azione di condivisione e o recepimento di istanze, di ordinanze. "Le lavoratrici ed i lavoratori, le imprese ed i cittadini utenti, anche in ragione della particolare fragilità, meritano invece la messa a sistema di tutte le risorse, energie e competenze possibili a partire da quelle rinvenibile nelle nostre associazioni di rappresentanza".
"Non intendiamo derogare al nostro ruolo e pertanto come parti sociali chiediamo nuovamente che la Regione Abruzzo:
- convochi le parti per addivenire alla stipula del Protocollo per l’applicazione dell’art.48 del DL 18 riconfermandone i contenuti già concordati ed eventualmente per integrarlo con le novità introdotte dal decreto Rilancio;
- apra un tavolo di confronto regionale sul sistema del welfare abruzzese che affronti le seguenti e prioritarie tematiche:
1) ordinanza n° 71 - ripresa dei servizi e relativi protocolli;
2) misure per la sicurezza per i lavoratori e per gli utenti, quantificando anche i maggiori costi;
3) atti di indirizzo agli enti locali in merito alla rimodulazione dei servizi e alla definizione dei maggiori costi per la sicurezza;
4) prevedere specifiche misure di sostegno alle cooperative sociali territoriali colpite dall’emergenza in corso a partire dalla Formazione degli operatori;
5) mantenere costante l’attività del suddetto comitato in virtù dei temi preesistenti all’emergenza sanitaria a partire da quelli afferenti i costi contrattuali anche in relazione ai rinnovi dei CCNL in applicazione; formazione ed ogni azione a sostegno del sistema del welfare locale che rischia di essere schiacciato dalla crisi già in atto con gravi ripercussioni sui livelli occupazionali e sociali”.
"In ragione della situazione descritta le scriventi avviano una mobilitazione regionale per la salvaguardia e la valorizzazione dell’intero comparto cuore vivo e pulsante nei nostri territori, per la difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, per la salvaguardia del sistema della cooperazione abruzzese e la tutela dei cittadini utenti dei servizi sociali".