"La vicenda dell’orso ucciso a Pettorano sul Gizio nel 2014 finalmente si chiude con l’accertamento della responsabilità civile dell’imputato, sancita con la sentenza della Corte d’Appello di L’Aquila del 22 luglio che ribalta quanto stabilito con la sentenza di I grado. Esiste un colpevole per l’orso ucciso e l’imputato dovrà risarcire i danni alle associazioni.
A renderlo noto l’associazione Salviamo l’Orso Onlus e il Wwf Abruzzo che insieme a Lav intrapresero una battaglia legale per chiedere che fosse riconosciuta la responsabilità dell'uomo che nel 2014 uccise a fucilate un esemplare di orso marsicano (specie particolarmente protetta dalle leggi italiane e europee) a Pettorano sul Gizio.
"Oggi l’Abruzzo dà una lezione di civiltà al paese intero. Dopo più di 35 anni e dopo decine di orsi uccisi senza averne scoperto i responsabili, quella di oggi è una sentenza storica - commenta l'associazione Salviamo l'orso - Le sanzioni sono troppo lievi? Sicuramente, ma è il primo passo per rendere questo paese un poco più civile e rammentare a tutti che la legge va rispettata".
"Il ruolo delle associazioni risulta ancora una volta decisivo per aver richiesto l’impugnazione della sentenza emessa in primo grado. Un grazie di cuore alla Magistratura per non aver ceduto a pressioni e condizionamenti che volevano ridurre l’accaduto ad un semplice “incidente” senza dolo".
"Dal 2014 - prosegue l'associazione - molte cose sono cambiate a Pettorano e in tanti paesi dell’Abruzzo interno grazie alle azioni messe in campo da Enti e associazioni di volontariato, convivere con l’orso, se vi è la volonta, si può, i mezzi ci sono e ne guadagna tutta la nostra regione".
WWF Abruzzo: "Grande soddisfazione per questa sentenza"
"Per un vizio di forma che ha provocato l’inammissibilità dell’appello proposto dal Procuratore generale, unico modo per ottenere una condanna penale, la condanna è solo civile ed è stata possibile proprio grazie al fatto che le Associazioni ambientaliste WWF Italia, LAV e Salviamo l’Orso avevano impugnato la sentenza di I grado e avviato l’appello per la condanna civile".
Così, in una nota il WWF Abruzzo.
“Esprimiamo la nostra soddisfazione per questa sentenza – dichiara Filomena Ricci, delegato regionale del WWF Abruzzo – che al di là degli aspetti formali, condanna in maniera inequivocabile chi ha imbracciato un fucile e sparato a un orso. È la prima volta che in un processo indiziario per lo sparo a un orso bruno marsicano si accerta una responsabilità, seppure solo civile, e si infligge una condanna. Ci auguriamo che questa vicenda giudiziaria ribadisca l’importanza della tutela della fauna selvatica e dell’orso marsicano in particolare e non veda più impuniti gli episodi a danno degli animali selvatici”.
“Questa è una sentenza destinata a creare un precedente giurisprudenziale importante in tema di uccisione di animali selvatici – continua l’avvocato Michele Pezone, che ha rappresentato le associazioni ambientaliste nel processo – Si è arrivati a questo risultato grazie a esami e prove scientifiche, quali analisi medico-veterinarie, autopsia, consulenze balistiche. L’esito del giudizio ripaga dell’impegno profuso in questa vicenda e sottolinea la grande attenzione che merita un animale come l’orso marsicano, simbolo della nostra Regione”.