L'emergenza incendi non è ancora finita.
"Sono attualmente quattro i fronti del fuoco su cui stanno operando un canadair, un elicottero, quattro squadre di Vigili del fuoco e sette di Protezione civile per domare gli incendi che da oltre due settimane stanno interessando il nostro territorio", spiega il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi.
Nella zona di Pettino-Cansatessa il personale sta operando per portare avanti le operazioni di bonifica e spegnimento dei focolai, utilizzando anche un tubo di circa 900 metri, alimentato da una cisterna per intervenire da terra; nell’area di Arischia, all’altezza del chilometro 22 della Statale 80, invece, le fiamme hanno ripreso vigore in quota, in una zona della montagna difficilmente raggiungibile da terra "e su cui è possibile intervenire solo con mezzi aerei" ha aggiunto il primo cittadino.
Insomma, la situazione resta di massima allerta.
Sedici giorni dopo, il sottobosco sul Monte Pettino continua a bruciare ininterrottamente: di tanto in tanto si accendono focolai, in particolare nel 'vallone' in corrispondenza di via Francia e via del Castelvecchio.
Eppure, per l'intera giornata di ieri si sono susseguiti i lanci di un canadair; non solo: sul posto hanno operato un elicottero, tre squadre di Vigili del Fuoco e sette volontari di Protezione civile. Sta di fatto che, in serata, le fiamme erano visibili su un fronte piuttosto ampio.
Stamane, poco dopo le 7, sono ripresi i lanci del canadair.
E se è vero, come ha ribadito ieri Biondi, che "dal 30 luglio è in atto uno enorme sforzo di uomini e mezzi che senza sosta operano per domare i roghi", è altrettando vero che si fa davvero fatica a capire come sia possibile che i focolai restino attivi pur tenendo in considerazione le alte temperature del periodo e i venti che non aiutano. E' evidente che qualcosa non sta funzionando, è evidente che l'ordinanza anti volontari, sollecitata al sindaco dai Vigili del Fuoco, sta rallentando le operazioni - inutile ribadire che si sarebbero potute coordinare squadre di volontari che avrebbero potuto operare in sicurezza per la bonifica del sottobosco - e bisognerà dunque fare chiarezza, finita l'emergenza, su ciò che sta accadendo all'Aquila.
In un paese civile, non è accettabile restare passivi ad assistere al fuoco che brucia ettari ed ettari di montagna per giorni e giorni.
D'altra parte, che dietro ai roghi ci sia la 'mano' dell'uomo è altrettanto chiaro: sin dai primi giorni si è parlato esplicitamente di un "unico disegno criminoso". E l'altra notte, è stato denunciato un fatto inquietante sul Monte Omo ad Arischia: i volontari dei gruppi della Pro loco di Coppito e Pivec, (operativi sotto l'egida della Protezione Civile), che stavano perlustrando l'area già incendiata, sono stati presi a sassate da mani ignote.
Solo il caso ha evitato che qualcuno fosse colpito. Gli aggressori si sono poi dileguati nel buio, a dire che si tratta di persone che conoscono la zona e che sanno muoversi di notte nel bosco.
Non stupisce: certo, potrebbero esserci in giro dei piromani in azione per spirito d'emulazione, ma chi ha appiccato il fuoco ad Arischia e sul Monte Pettino l'ha fatto scientemente, tenendo in considerazione l'arrivo del caldo, valutando i venti e la vegetazione. Un disegno criminoso, appunto.
E stamane, come detto, le fiamme hanno ripreso vigore in quota.
Di origine dolosa è anche il rogo che ha bruciato l'ex deposito Irti a Preturo dove, da anni, sono staccati rifiuti di ogni tipo sebbene già nel 2015 la Asbuc di Preturo avesse presentato una segnalazione esposto alle autorità competenti e al Comune dell'Aquila.