E' uno degli angoli più suggestivi del parco nazionale del Gran Sasso, ben noto agli appassionati e agli escursionisti. Parliamo della valle del Vasto, dove si trova l'antica Masseria Cappelli con l'annessa chiesetta di S. Maria del Vasto, risalente addirittura al 1300, e quello che era un vecchio mulino. Qui, nel 1944, furono uccisi alcuni partigiani al comando di Giovanni Vicenzo dopo uno scontro a fuoco con i soldati tedeschi.
Fino a qualche anno fa, sia la chiesa che la masseria erano ridotti a un mucchio di ruderi in rovina, mete di continue spoliazioni vandaliche. A seguito di alcuni lavori di restauro, gli edifici sono stati parzialmente recuperati, almeno esternamente. I lavori, però, non sono stati mai portati a termine e ora abbandono e incuria hanno ripreso di nuovo il sopravvento.
Le foto nella gallery sono state scattate ieri mattina. Come si legge sul cartello del cantiere, il progetto esecutivo di ripristino risale al 2003. L'ente appaltante è il comune dell'Aquila. Sul cartello sono riportate tutte le informazioni relative all'importo del progetto e alla ditta esecutrice dei lavori.
Ci chiediamo come mai, a distanza di così tanto tempo, questi ultimi non siano ancora finiti. Sia i ponteggi che le recinzioni da cantiere sono ancora lì. Come si può vedere chiaramente dalle foto, inoltre, all'interno della masseria e del mulino si trova di tutto: vetri rotti, sacchi di cemento accatastati, resti di laterizi, rifiuti, tubi corrugati in bella vista, vecchi bidoni arrugginiti.
Sarebbe bello sapere dal Comune come mai uno dei luoghi più belli del Gran Sasso, situato peraltro su un sentiero molto frequentato dagli escursionisti, giaccia in questo stato.