Sabato, 22 Agosto 2020 22:32

L'Aquila, su il sipario sulla 726esima edizione della Perdonanza

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Si è alzato il sipario sulla 726esima edizione della Perdonanza Celestiniana dell’Aquila.

Poco dopo le 21, è arrivato sul piazzale di Collemaggio il Fuoco del Morrone: la fiaccola è stato consegnata al sindaco Pierluigi Biondi che ha provveduto all’accensione del tripode della pace davanti alla Basilica proclamando l’apertura della Perdonanza 2020.

Il Fuoco del Morrone, così, ha completato il suo cammino, iniziato il 16 agosto dall’eremo celestiniano di Sant’Onofrio (Sulmona) e andato avanti nei giorni scorsi ripercorrendo il tragitto che Pietro Angelerio affrontò alla fine di agosto del 1294, per arrivare all’Aquila e vestire le insegne da Papa (con il nome di Celestino V), dopo la proclamazione avvenuta nel conclave di Perugia del 5 luglio.

A scoratare la fiaccola sono stati invitati un Alpino del Nono Reggimento, un vigile del fuoco e un addetto della protezione civile; un omaggio fortemente voluto dal sindaco Biondi e dal responsabile del Movimento celestiniano, Floro Panti, nei confronti di coloro che hanno profuso un impegno particolare e sono stati sempre in prima linea per contrastare gli incendi che hanno interessato parte del territorio comunale aquilano dalla fine di luglio.

A portare i saluti istituzionali, l’arcivescovo dell’Aquila, il Cardinale Giuseppe Petrocchi, il presidente della Regione, Marco Marsilio e il presidente della Provincia, Angelo Caruso.

A seguito dell'accensione, è stato celebrato pubblicamente il ricevimento del Diploma originale inviato al Ministero per i Beni e le attività culturali dall'UNESCO che ha designato l'iscrizione dal 15 Dicembre 2019 della Festa del Perdono celestiniano nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità, su proposta dell'Italia.

La diretta video dell'evento

Il discorso del sindaco Pierluigi Biondi

Cittadine, Cittadini dell’Aquila,

gli uomini e le donne impegnati a contenere gli incendi che in questi giorni hanno oltraggiato le nostre montagne, sono oggi rappresentati da un Vigile del Fuoco, un alpino e un volontario della Protezione civile che hanno scortato il “Fuoco del Morrone” con il quale accendiamo il tripode della Pace, dando il via alle celebrazioni della 726^ Perdonanza celestiniana.

È questo un fuoco che sa di storia, di fede, di identità.

È un fuoco che accarezza l’anima della nostra comunità. Una comunità che ha molto sofferto e che nel dolore ha trovato la forza di reagire e rinascere e che sta affrontando con consapevolezza e grande senso di responsabilità l’emergenza sanitaria, anche in occasione delle celebrazioni della Perdonanza.

Con la stessa forza e con la fermezza di una storia millenaria condanna, da questo luogo sacro e evocativo, coloro i quali vigliaccamente hanno fatto del fuoco uno strumento di distruzione, riducendo in cenere i nostri paesaggi del cuore. Alla distruzione insensata del fuoco, che provoca angoscia e sofferenza, oggi rispondiamo con il fuoco che segna il “cammino del Perdono”, come l’Unesco ha definito il fuoco del Morrone nella articolata motivazione alla base del riconoscimento della Perdonanza come patrimonio immateriale dell’umanità.

Un riconoscimento straordinario ad un evento che si celebra dal 1294, in cui lo spirito di riconciliazione e la rinascita fisica e comunitaria, si fondono e si sostengono, attribuendo all’Aquila una rinnovata e più incisiva dimensione di città della pace, che ha come luogo ideale di riferimento la Basilica di Santa Maria di Collemaggio alla quale, la Commissione Europea ed Europa nostra hanno assegnato il prestigioso premio 2020 per il miglior progetto di restauro. Un riconoscimento che incornicia un altro obiettivo impegnativo che ci siamo prefissati, tanto che la basilica di Collemaggio ne costituisce il logo. Mi riferisco al progetto per la candidatura dell’Aquila a capitale italiana della cultura 2022 e, per il quale, stiamo lavorando con passione e convinzione, insieme alle molteplici espressioni artistiche, culturali e di ricerca del nostro territorio.

Questo è per me il quarto anno che ho l’onore di aprire le celebrazioni della Perdonanza celestiniana e ogni volta che mi trovo a parlare di papa Celestino, mi accorgo di parlare di qualcosa di nuovo. Perché, la sua biografia spirituale, il suo essere così lontano dal potere, la sua vicinanza agli ultimi, la sua esistenza semplice ma così intensa, il suo messaggio di perdono e riconciliazione che non esclude ma abbraccia tutti i cristiani, ci portano ad accostarci ogni volta ad un avvenimento carico di nuovi significati, di nuove e profonde verità, di una tradizione rinnovata verso un orizzonte condiviso. Celestino ci fa leggere in sovrapposizione la religione cristiana con quell’umanesimo che sa di accoglienza, con quella fede che sa di misericordia.

Celestino ci educa di nuovo alla preghiera, ci esorta a credere senza sovrastrutture mentali, ci mostra la bellezza del perdono, ci insegna che il passato va amato per poter guardare al futuro.

Con il pensiero rivolto a San Pietro Celestino, con il cuore colmo di riconoscenza per la sua generosa protezione, nel rispetto di un dono unico e prezioso come la Bolla del Perdono, nel suo nome e insieme alla comunità dell’Aquila e ai Comuni del cratere: dichiaro aperta la 726esima edizione della Perdonanza celestiniana.

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Il saluto del Cardinale Petrocchi

Il fuoco è un fenomeno avvincente: ma le fiamme possono guizzare e protendersi in molte lingue perché c’è un combustibile che le alimenta. Il fuoco si accende e arde perché c’è un supporto che brucia e si consuma.

Esaltare il fuoco della Perdonanza significa dare valore all’ “anima celestiniana” che lo genera, soprattutto nella dimensione dell’amore che sa portare cristianamente il peso delle difficoltà quotidiane. L’evento, che oggi prende inizio, non si esaurisce in un semplice gesto rituale: ma intende attivare una conversione motivata e concreta.

Quest’anno possiamo prendere l’impegno a vivere, con carità evangelica, i numerosi disagi e gli inconvenienti legati alla pandemia da Covid19. Ciò comporta accettare con prontezza le privazioni imposte dallcircostanze, facendosi carico, con pazienza, delle rinunce e dei fastidi provocati dalla lotta contro questo temibile contagio. Talvolta può costare fatica obbedire alle norme e restrizioni decretate per contenere l’epidemia, ma la fedeltà convinta e obbediente tutela il bene comune: cioè il bene individuale e pubblico. La disciplina civica, se risponde a regole giuste, è una virtù: umana e cristiana.

Preghiamo per le vittime del contagio e per le loro famiglie, così pure per i malati a causa di questa infezione.

Insieme agli atteggiamenti di adesione alle disposizioni legittime mirate a promuovere gli interessi generali, occorre moltiplicare l’attenzione verso le persone che attraversano gravi difficoltà, sapendo che la carità cancella una moltitudine di peccati. In particolare va rivolta una partecipe prossimità al mondo del lavoro, fortemente messo in crisi dalla recente pandemia. Pensiamo gli operai, agli artigiani, ai commercianti, agli impiegati, ai professionisti, agli imprenditori che hanno subìto seri danni economici nello svolgimento delle loro attività. Essi hanno bisogno non solo della nostra simpatia ma di una solidarietà fattiva e coraggiosa.

Apriamo il cuore pure a quanti bussano alle nostro porte, provenienti da paesi lacerati da guerre e devastati dalla povertà, nella convinzione che la questione fondamentale da affrontare non è “se” aiutarli, ma “come” aiutarli, in modo adeguato e lungimirante. Nella generosa sollecitudine Aquilana comprendiamo anche gli esclusi, a qualunque categoria appartengano, e gli indigenti, che alla precarietà economica spesso uniscono problemi di emarginazione sociale.

Con affetto fraterno e dedizione fattiva, li stringiamo tutti a noi, con l’abbraccio forte ed universale della Perdonanza!

Un canto per la rinascita

Poco dopo le 21.30, sul palco antistante la basilica di Collemaggio (denominato “Teatro del Perdono”) è andato in scena “Un canto per la rinascita – d’acqua e di pietra”, il grande spettacolo ideato dal direttore artistico della Perdonanza, Leonardo De Amicis, e scritto insieme con Paolo Logli; “realizzato all’Aquila per L’Aquila” ha sottolineato il maestro De Amicis.

La conduzione della serata è stata affidata alla conduttrice televisiva Rai Lorena Bianchetti. Sul palcoscenico si sono avvicendati artisti come Loredana Bertè, Fausto Leali, Marco Masini, Ron, Giorgio Pasotti, Alberto Urso e Leo Gassman, “tutti uniti in un abbraccio, di musica e parole, a questo meraviglioso territorio” ha osservato ancora De Amicis. L’Orchestra del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila, diretta dallo stesso Leonardo De Amicis, ha fatto da colonna sonora all'evento.

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Non sono mancati i problemi organizzativi

Come prevedibile, considerate le stringenti misure imposte dall'emergenza covid, non sono mancati i problemi organizzativi.

In particolare, si è sfiorata la rissa tra cittadini e personale della Protezione civile comunale all'altezza di via Caldora; a scatenare le veementi proteste dei cittadini che si stavano recando sul prato di Collemaggio, una imposizione parsa, in effetti, assurda. In sostanza, coloro che avevano accolto l'invito a parcheggiare l'automobile al terminal, non potevano passare da via Caldora per raggiungere il piazzale della basilica, ma risalire il tunnel del megaparcheggio fino a piazza Duomo (e non sono attivi i tapis roulant, come noto) per poi scendere fino alla chiesa del Cristo Re laddove era prevista una postazione per il rilevamento della temperatura prima di immettersi nel viale di Collemaggio per arrivare, finalmente, al luogo dello spettacolo.

Quando l'aria si era fatta davvero pesante, con decine di cittadini infuriati arrivati quasi alle mani con gli uomini e le donne che facevano rispettare il piano di sicurezza del Comune, è arrivato il sindaco Pierluigi Biondi che ha intimato agli uomini della Protezione civile di aprire i varchi, lasciando passare i cittadini che, così, hanno raggiunto il prato senza che fosse misurata loro la temperatura. 

Non solo.

In barba alle disposizioni e agli appelli alla responsabilità, è stato inevitabile che si creasse assembramento all'ingresso del prato, con una gestione confusa e poco ordinata degli accessi.

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Il programma del 24 agosto

Oggi, 24 agosto, all’auditorium del Parco è in programma “il Patrimonio culturale immateriale di comunità: strumento per una salvaguardia sostenibile ai sensi dell’Unesco”, un workshop di approfondimento delle tematiche connesse alla salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale secondo i dettami Unesco.

Un’iniziativa che cade nel primo anno del riconoscimento della Perdonanza Celestiniana come patrimonio culturale immateriale Unesco, proclamato a dicembre 2019 a Bogotà. Prima dell’inizio del workshop sarà consegnata la medaglia della Municipalità al gruppo storico Sbandieratori Città dell’Aquila.

L’inizio del seminario, organizzato dal Comitato Perdonanza in collaborazione con l’ufficio Unesco del Segretariato generale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, è previsto per le 11 con i saluti del sindaco Pierluigi Biondi.

Massimo Alesii, del Comitato Perdonanza, terrà la presentazione.

A seguire “La governance culturale UNESCO. Le espressioni del Patrimonio Culturale Immateriale e il sistema di governance per una salvaguardia sostenibile” di Elena Sinibaldi, Focal Point Nazionale per l’attuazione ed implementazione della Convenzione UNESCO 2003 (Servizio UNESCO-Segretariato Generale-MIBACT). Successivamente si parlerà di “Il Patrimonio Culturale Immateriale: storia, tradizione e identità culturale. La festa e il rito: la Perdonanza Celestiniana”, con l’intervento di Giovanna Di Matteo e Floro Panti (Rappresentanti della Comunità dei detentori e praticanti la Perdonanza Celestiniana).

Intorno alle 12 “Le Comunità ICH UNESCO. Conoscere, trasmettere e dialogare: l'esperienza delle comunità patrimoniali italiane coinvolte nei percorsi UNESCO”. Interverranno le comunità rappresentative degli Elementi riconosciuti dall’UNESCO (Opera dei Pupi Siciliani, Canto a Tenore, Sapere Liutaio Cremonese, Arte della Falconeria, Alpinismo) e le comunità degli Elementi in valutazione UNESCO per l’anno 2020 (Arte delle perle di vetro veneziane, Arte musicale dei suonatori di corno da caccia). A seguire “La Capacity Building del Global Network of ICH Facilitators. La formazione come strumento di empowerment comunitario locale: il ruolo dei facilitatori nel sistema italiano di governance culturale del patrimonio culturale immateriale UNESCO", con l’intervento di Benedetta Ubertazzi e Valentina Zingari (Members of the Global Network of ICH Facilitators (UNESCO trained). Le conclusioni saranno affidate a Elena Sinibaldi (Servizio UNESCO- Segretariato Generale- MIBACT) e Massimo Alesii (Comitato Perdonanza Celestiniana).

Alle 21.30, al ridotto del Teatro comunale, la prima nazionale di “La notte del gran rifiuto”, di Errico Centofanti, prodotto dalla Compagnia della Contessa in collaborazione con il Tsa, che racconta le ore precedenti le dimissioni di Papa Celestino V.

L’organizzazione ha comunicato che l’ingresso sarà gratuito, sempre da prenotare attraverso la piattaforma eventbrite, il cui link è situato sulla pagina iniziale www.perdonanza-celestiniana.it.

Da prenotare, con le stesse modalità, anche “In punta di piedi tra arte e territorio” del Centro Danza Art Nouveau Gran Gala di Danza, in programma a piazza Duomo alle 21.30. Si tratta di un gran Gala di danza nato a L’Aquila dal Centro Danza Art Nouveau di Ornella Cerroni, con la direzione musicale dei Maestri Gennaro Spezza e Felice Porazzini e le coreografie di Simone Pergola e Alessio Colella. Lo spettacolo vedrà la partecipazione straordinaria di Rebecca Bianchi (Etoile del Teatro dell’Opera di Roma). Saranno protagonisti i ballerini dell’Arena di Verona, dell’Accademia Nazionale Danza di Roma, del Teatro dell’Opera di Roma, del San Carlo di Napoli e del Centro Danza Art Nouveau. 

Ultima modifica il Lunedì, 24 Agosto 2020 15:40

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