Martedì, 01 Settembre 2020 22:03

Corsi il sabato e aule al 50%: ecco come ripartirà Univaq. Lezioni al via il 5 ottobre, riaprono anche biblioteche e aule studio. Confermato Street Science

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Aule al 50% della capienza, test sierologici per il personale, uso raccomandato (ma non obbligatorio) delle mascherine durante le ore di lezione. E poi ancora divieto di assembramento nei corridoi, ingressi tracciati con misurazione della temperatura corporea e corsi anche il sabato.

Sono alcune delle misure che Univaq si appresta a mettere in atto in vista della ripresa delle lezioni, in programma il 5 ottobre. Sono disposizioni contenute nei protocolli nazionali approvati dal ministero dell’Università e della Ricerca.

Se la Fase 1 e la Fase 2 della pandemia erano state all’insegna della didattica a distanza, degli esami e delle cerimonie di laurea online, la Fase 3 vedrà dunque un ritorno alle lezioni frontali, per quanto all’interno di un sistema misto, dove, per forza di cose, i corsi tenuti da remoto non saranno abbandonati.

Il rettore Edoardo Alesse lo aveva detto più volte nei mesi più difficili, quelli del lockdown: “La nostra priorità è quella di tornare al più presto a svolgere tutte le attività in presenza, nel rispetto delle regole”.

Oggi Alesse può dire di aver tenuto fede agli impegni. A ripartire, spiega il rettore, non saranno solo i corsi ma anche i laboratori (che in verità erano già stati riattivati per tesisti e dottorandi, ma che da ottobre saranno fruibili da più persone), le biblioteche, le aule studio.

Confermato anche l’appuntamento con Street Science: la notte dei ricercatori, divenuto ormai un appuntamento atteso da molti aquilani, si terrà venerdì 25 settembre, sebbene in forma ridotta e sfruttando solo gli spazi all’aperto (mentre Sharper è stato rimandato all’autunno).

La volontà dell’ateneo è insomma quella di iniziare il nuovo anno accademico assicurando ai propri studenti, ma anche al corpo docente e a tutti i dipendenti, un ritorno, per quanto possibile, alla normalità.

Qualche giorno fa sono iniziati i test sierologici sul personale, sia quello docente (dottorandi compresi) che quello amministrativo. Come per i docenti della scuola, anche per l'università i test sono facoltativi e gratuiti.

Per quanto riguarda le aule, saranno sfruttate, come detto, al 50% della propria capacità e durante le ore di lezione sarà raccomandato (ma non obbligatorio) l’uso della mascherina.

Il dubbio che hanno in molti è che con una capienza dimezzata, le aule non riusciranno a contenere tutti coloro che vorranno e dovranno frequentare. “Cercheremo di assicurare la presenza a tutti” precisa Alesse “Aumenteremo le ore di lezione e sfrutteremo anche il sabato, che fino ad oggi è stato dedicato solo ai master e alle sedute di laurea. Se poi dovessimo accorgerci che gli spazi non basteranno per tutti, daremo priorità alle matricole e sacrificheremo gli studenti degli ultimi anni”.

Gli ingressi saranno tracciati e ci si dovrà sottoporre alla misurazione della temperatura corporea. Gli studenti non potranno più riunirsi in capannelli per i corridoi o fermarsi a chiacchierare davanti ai distributori automatici: all’interno di tutte le sedi sarà in vigore il divieto di assembramento.

L’università avrà l’opportunità di testare l’efficacia dei nuovi protocolli già a partire dal 3 settembre, data in cui è in programma il test di ingresso per la facoltà di medicina e che inaugurerà una serie di prove che si faranno tutte in presenza. “Cominceremo con medicina” spiega Alesse “per poi proseguire, l’8 settembre, con i test di ingresso per le professioni sanitarie, il 26 con la prova di accesso a Scienze della Formazione, per la quale si sono prenotati in 750, e infine con i concorsi per il sostegno, in programma il 22 e il 29 settembre e il 1 ottobre. A questi ultimi parteciperanno oltre mille persone, che saranno dislocate in tutto l’ateneo. Sarà un battesimo di fuoco”.

Ultima modifica il Martedì, 01 Settembre 2020 22:11

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