Giovedì, 01 Maggio 2014 07:24

1° Maggio all'Aquila: la disoccupazione che cresce nel cantiere più grande d'Europa

di 
servizio Ciuffini e Tettamanti

A L'Aquila, 4.450 giovani tra i 18 e i 35 anni mancano all'appello.

Questo è il dato più allarmante a cinque anni dal sisma, conseguenza di una città che prima di ogni altra cosa non offre certezze lavorative. Nel territorio provinciale si è passati dall'8,6% di disoccupati del 2008 allo 12,5% del 2013; c'erano 118.300 occu­pati e ora ce ne sono 111.800. Se si rapporta il tasso di disoccupazione alla fascia giovanile 15-24 anni poi, in Abruzzo si registra 37,7%, mentre in provincia dell'Aquila il dato schizza al 42,3% .

Tutto ciò in una regione in cui le ore di cassa in deroga nel 2014 sono praticamente raddoppiate rispetto lo stesso periodo del 2013, passando da 1milione 227mila a 2milioni e 132mila, un dato che i sindacati giudicano sottostimato.

All'Aquila, la cassa integrazione è aumentata sorprendentemente anche nel settore dell'edilizia dove sono 1.400 le imprese impe­gnate negli inter­venti di ricostruzione, di cui 800 di fuori regione. Solo la rico­stru­zione pri­vata coin­volge oltre un migliaio di aziende di 90 pro­vince ita­liane. Cen­to­cin­quanta i can­tieri attivi nel cen­tro sto­rico, 1.500 in peri­fe­ria; 11.500 gli addetti in campo.

E girando per il corso del Centro storico, ora più noto come Asse Centrale, di operai se ne vedono davvero tanti. Provengono da tutte le parti d'Italia e non solo, oltre che dall'Aquila, e dicono di essere qui perché è all'Aquila che c'è da lavorare - mentre a Teramo, Benevento, Caserta, per esempio - no. I più vicini fanno avanti e indietro giornalmente, altri restano fino al fine settimana. Durante la permanenza alloggiano e vivono nel capoluogo abruzzese. Sono loro, che si stanno sporcando le mani per ricostruire, a viversi di più in questo momento il centro storico.

Se però gli chiedi se hanno intenzione di restare - anche in vista del molto lavoro che c'è ancora da fare e di cui hanno ben consapevolezza - sorprendentemente molti rispondono: "No, perché oggi il lavoro c'è ma chissà per quanto il Governo continuerà a finanziare la ricostruzione". Insomma, sono gli operai per primi ad avere la percezione della ricostruzione dell'Aquila come qualcosa di precario. Intanto, però, è proprio intorno agli operai che stanno andando avanti le poche attività legate alla ristorazione presenti in Centro.

 

Ultima modifica il Giovedì, 01 Maggio 2014 10:33

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