La Galleria del Gran Sasso non chiuderà, almeno fino al 31 dicembre.
A darne notizia è il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci (Pd) che spiega come sia stata questa la conclusione delle audizioni in corso durante i lavori odierni della Commissione Territorio, "da me sollecitati nei giorni scorsi e che ha trovato la disponibilità dell’assessore Emanuele Imprudente e di tutti gli Enti invitati".
"La competenza, la professionalità e il senso di responsabilità dimostrati dal Commissario Corrado Gisonni, presente in aula, così come dai vertici di Strada dei Parchi e del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga - aggiunge Pietrucci - ha consentito che quanto da me richiesto trovasse infine una risposta e una rassicurazione".
E’ stato chiaro a tutti quanto la complessità strategica della questione richiedesse serietà, rigore e impegno congiunto di tutte le istituzioni e i soggetti in campo, massima collaborazione e rispetto delle prerogative di tutti. "E grazie a questo oggi posso dire che abbiamo raggiunto un risultato importante. Abbiamo tempo fino al 31 dicembre per attivare e concludere le procedure necessarie a fare in modo che la galleria resti aperta, assicurando che le attività di pulizia e le verifiche antisismiche non interferiscano con la risorsa idrica che è il bene primario per tutti, per la salute dei cittadini, prima di tutto, e per la salvaguardia ambientale ed economica non solo del versante aquilano e teramano, ma di tutta la regione. Spero che Regione Abruzzo continui a giocare in questa vicenda il ruolo da protagonista inaugurato da Giovanni Lolli nella passata legislatura".
In sostanza, la Regione ha deciso di avviare la procedura di Valutazione d'Incidenza Ambientale per il lavaggio delle gallerie, propedeutico alle verifiche di vulnerabilità sismica imposte dal Mit con la minaccia di chiudere il traforo, qualora non si fosse proceduto per tempo; si procederà d'urgenza accorciando, da 30 a 17 giorni, i tempi per le osservazioni del pubblico programmando con ogni probabilità una riunione del Comitato V.I.A. il 15 ottobre per esaminare la pratica.
Nel frattempo, Strada dei Parchi ha messo a punto un intervento di pulizia per aspirazione, e non per lavaggio, che verrà effettuato tra il 15 ottobre e il 15 novembre, con 18 macchine aspiratrici e 15 squadre operative; in sostanza, si prevede l'aspirazione dei depositi e delle polveri, senza l'utilizzo dell'acqua.
Così i tempi dovrebbero consentire di rispettare le tempistiche concesse dal Mit.
E' stata accolta, dunque, la richiesta del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga che aveva suscitato l'irritazione del commissario Gisonni e della società concessionaria delle autostrade abruzzesi: "Strada dei Parchi, che sapeva della necessità del lavaggio da mesi, dopo la lettera del 7 settembre del Parco del Gran Sasso, si è finalmente attivata depositando lo scorso 29 settembre lo Studio di Incidenza Ambientale", il commento del Forum H20. "Insomma, la procedura di legge di derivazione comunitaria (in base ad una direttiva del 1992!) deputata alla tutela preventiva dell'ambiente e dell'acqua del Gran Sasso, descritta improvvidamente come strappo istituzionale, fuga in avanti del parco, ostacolo insormontabile, si può e si deve fare. Anzi, si poteva attivare già mesi or sono e oggi, come avevamo detto, sarebbe già tutto finito". Ovviamente - aggiungono gli ambientalisti - "adesso leggeremo la documentazione depositata da Strada dei Parchi per valutare se e come presentare osservazioni al fine di migliorare ogni iniziativa volta a mettere in sicurezza e gestire in maniera adeguata le infrastrutture in un ambiente molto vulnerabile, come quello del Gran Sasso. Auspichiamo che nel futuro non vi siano più querelle inutili sul rispetto delle norme poste a tutela dell'ambiente e dell'acqua".
Lapidario il commento dell'avvocato Tommaso Navarra, presidente del Parco: "Nel ringraziare tutti gli attori istituzionali coinvolti, non posso non sottolineare come intervenga un passaggio amministrativo obbligatorio per legge e che rende piena chiarezza in ordine alle inutili polemiche dei giorni scorsi; purtroppo si è perso tempo e non voglio pensare che ciò sia dovuto alla non conoscenza delle norme oppure alla errata convinzione della loro baipassabilità ad opera di chi, pubblicamente, ha dichiarato che la procedura in questione fosse derogabile. Sono sicuro che tutti gli attori coinvolti, nel pieno rispetto dei diversi ruoli e delle diverse competenze di azione e di tutela, sapranno celermente trovare sintesi nel pieno rispetto del quadro normativo". Dunque, la stoccata alla struttura commissariale: "Con l’occasione non posso che invitare il Commissario Gisonni ad accelerare i profili di studio e di intervento normativamente delegati ormai da quasi un anno con la preposizione a struttura commissariale che, dotata di fondi di estremo rilievo (120 milioni), saprà darci, in tempi più celeri, utili riscontri delle attività svolte".