Si è tornato a discutere, nei giorni scorsi, delle così dette 'casette' post sisma, quelle realizzate a valle della delibera 58; in Regione, è stato avviato un tortuoso percorso che potrebbe portare, col tempo, ad una sorta di 'sanatoria', almeno per i manufatti costruiti rispettando i limiti imposti dalla norma, circa un migliaio sebbene si prevedesse che dovessero essere rimosse dopo tre anni.
Sappiamo per certo, però, che ne sono state realizzate quasi 5mila: ad oggi, non esiste un censimento completo e consultabile anche se l'allora vicesindaco Nicola Trifuoggi, oramai 4 anni, in Commissione aveva informato che erano state costruite 3.500 abitazioni circa, completamente abusive, costruite senza alcuna comunicazione formale. Ci sono cittadini che hanno edificato delle verie e proprie ville, a più piani, con garage e, in alcuni casi, persino la piscina. C'è chi ha recintato il manufatto, chi l'ha affittato, ci sono persino famiglie che l'hanno venduto.
Eppure, ad undici anni e mezzo dall'approvazione della delibera, il Comune dell'Aquila non ha mai mosso un dito per provare a mettere ordine, facendo abbattere almeno i manufatti fuori norma.
Al contrario, l'Ente sta mostrando un certo zelo per altre situazioni: in particolare, il dirigente del settore rigenerazione Urbana e Mobilità del Comune, Domenico de Nardis, ha firmato un’ordinanza di rimozione del complesso monastico sede dell’associazione Fraterna Tau e del Movimento Celestiniano, situato tra via Piccinini e via Paolucci, nei pressi di piazza d’Armi.
La notizia, comparsa ieri sul Messaggero, ha sollevato una serie di polemiche e proteste.
Secondo quanto riferisce il giornale, citando l’atto disposto da de Nardis, la struttura, realizzata nell’immediato post terremoto come manufatto provvisorio, non avrebbe più i requisiti per continuare a esistere, essendo nel frattempo scaduti i termini della concessione in comodato d’uso gratuito dei terreni fatta a suo tempo dal Comune e non essendo state portate a termine le procedure per trasformare da temporanei a definitivi gli edifici che compongono il complesso.
Quest’ultimo è formato dalla chiesa intitolata a S. Bernardino, da due edifici adibiti uno a dormitorio dei frati e l’altro a ricovero per poveri, migranti e senzatetto e da una mensa frequentata giornalmente da decine di indigenti e bisognosi.
Proprio perché il complesso è stato e continua a essere un punto di riferimento essenziale a livello cittadino per l’assistenza e la protezione offerta a migliaia di persone in difficoltà, la notizia dell’ordinanza ha suscitato molto scalpore.
La Fraterna Tau ha convocato una conferenza stampa il prossimo venerdì, “data l’infondatezza e l’arbitrarietà di tale atto” come si legge in una nota firmata dal priore generale Paolo Pietro Giorgi.
“Ricordiamo soltanto che la Fraterna Tau” scrive Giorgi “soprattutto in concomitanza di pandemia, sta offrendo servizi essenziali di prima necessità alle persone e alle famiglie meno fortunate e che per tale servizio il Comune dell’Aquila, titolare di questi servizi di prossimità, non eroga neanche un centesimo”.
Ora, pare davvero incredibile che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, con la pandemia che ha reso ancor più evidenti le nuove povertà che la città dell'Aquila, e la sua amministrazione, fingono di non vedere, si prenda di mira Fraterna Tau che, in questi mesi, è divenuta punto di riferimento essenziale per le famiglie in difficoltà, e sono sempre di più, e per i cittadini stranieri che vivono all'Aquila e nel circondario.
Qui dove si è resa strutturale la 'provvisorietà', ci si vorrebbe accanire avverso l'unico ricovero per senza tetti del territorio e una delle mense per i cittadini più fragili invece di riconoscerne, come si dovrebbe, la valenza sociale. Una scelta incomprensibile, meno che non ci sia altro che sta nascosto dietro il provvedimento del Comune; così fosse, sarebbe davvero gravissimo.
Pezzopane: "Decisione assurda"
“Demolire la mensa dei bisognosi? Ma non scherziamo! La notizia dell'ordinanza del Comune di L'Aquila che vuole demolire il complesso edilizio in piazza D'Armi è sconvolgente. Ho espresso a Paolo Pietro Giorgi, a Padre Quirino e a tutto il popolo di Fraterna Tau la mia solidarietà e la mia vicinanza. E il mio impegno per la prosecuzione delle attività. Come è possibile che un'amministrazione comunale scelga una strada così assurda nei confronti di una realtà fondamentale, sempre pronta all'accoglienza e all’aiuto?”.
Lo dichiara Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera dei deputati.
“Fraterna Tau – prosegue l'esponente dem - è faticosamente nata dopo il terremoto per sostituire la sede di Via dei Giardini e gestisce la mensa dei bisognosi e l'accoglienza per chi ha subito violenza o ha bisogno di aiuto. Fraterna Tau, soprattutto in concomitanza con l'emergenza Covid, offre servizi di prima necessità alle persone e alle famiglie meno fortunate. Spesso sostituendo il Comune che, pur supportato da ingenti somme dello Stato, ha stentato ad erogare bonus spesa e altri aiuti sociali”
“È una vicenda assurda – conclude Pezzopane - di dimensione nazionale. La struttura fu costruita quale sede provvisoria in attesa del rientro in via dei Giardini con fondi dell’emergenza, durante il commissariamento di Bertolaso, con l'appoggio di tutti. Demolire la struttura? E quelle attività essenziali dove dovrebbe svolgerle Fraterna Tau? A Padre Quirino, Pierino Giorgi e tutti i collaboratori e le persone generose che ogni giorno offrono il loro servizio gratuito per chi ha bisogno, esprimo nuovamente la mia vicinanza e il mio impegno per la prosecuzione delle attività”.