E' stato presentato a Roma, il progetto di prefattibilità per il potenziamento della linea ferroviaria Roma-Pescara, a valle degli approfondimenti svolti dal gruppo di lavoro istituito al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
La nuova infrastruttura, così come pensata, consegue gli obiettivi che erano stati fissati dal Mit, da Rfi, da Regione Abruzzo e da Regione Lazio: col potenziamento della linea, i tempi di percorrenza da Roma a Pescara verrebbero ridotti ad un'ora e 59 minuti rispetto alle attuali 3 ore e 20 minuti.
L'ingegner Colaneri, direttore commerciale di Rfi e membro del gruppo di lavoro, ha chiarito che la progettualità si declina con una velocizzazione del tratto tra Roma e Avezzano che scenderebbe a 50 minuti, tempi competitivi con la mobilità su gomma; una velocizzazione del tratto tra Pescara e Sulmona, con percorrenza di 40 minuti e treni ogni mezz'ora; con un collegamento potenziato tra L'Aquila e Sulmona, per il tramite di una bretella.
Di fatto, la nuova linea partirebbe dallo 'sfiocco' dell'alta velocità Roma-Napoli, utilizzando un'infrastruttura esistente che consentirebbe di entrare a Roma, fino ad Avezzano; da qui si snoderebbe verso Sulmona che verrebbe collegata a Pescara con doppio binario completo.
Una progettualità, ha aggiunto l'ingegner Gentile di Rfi, articolata in diversi lotti.
Il lotto 0 da 630 milioni innanzitutto, già parzialmente finanziato per 350 milioni che serviranno, nell'immediato, alla progettazione definitiva dell'intero intervento, alla realizzazione del terzo binario tra Pescara centrale e Pescara Porta Nuova e, da qui, al primo tratto di raddoppio fino a San Giovanni Teatino escluso; col lotto 0, tra l'altro, si prevede la realizzazione della bretella per il collegamento diretto tra la linea Pescara-Roma e quella Sulmona-L'Aquila e il raddoppio dei binari tra Lunghezza e Guidonia, i cui lavori sono già in corso.
Poi sono previsti altri tre lotti: il primo, per la realizzazione della nuova linea Roma-Avezzano, 'sfioccando' dall'alta velocità Roma-Napoli, che servirebbe i comuni di Mandela, Carsoli, Tagliacozzo e fino ad Avezzano appunto, con un doppio binario che consentirebbe il collegamento in 50 minuti; il secondo lotto, invece, prevede il raddoppio totale tra Pescara e Sulmona, con la percorrenza portata, come detto, a 40 minuti e treni in transito ogni mezz'ora; il terzo, infine - il più impegnativo dal punto di vista progettuale e finanziario - andrebbe ad operare sul collegamento tra Avezzano e Sulmona, a binario semplice che consentirebbe percorrenze fino ad una velocità massima di 200 km orari.
Si tratta di lotti attivabili per fasi funzionali: significa che, anche avendo finanziamenti parziali, nel corso degli anni si potrebbe beneficiare di risultati intermedi.
Il tempo di realizzazione previsto, per l'intero intervento, è di 7 anni e mezzo, per un importo lavoro pari a 6 miliardi e 500 milioni.
Per ciò che attiene le pendenze, infine, sono sul tavolo due ipotesi progettuali: fino a 25/1000 oppure a 12/1000 che costerebbe circa 300milioni in più ma che, stante l'entità della progettazione, sarebbe una soluzione da adottare per consentire anche lo sviluppo di un traffico merci di livello europeo.
Soddisfazione è stata espressa dal governatore Marco Marsilio: "Per la prima volta, abbiamo fatto sedere intorno al tavolo tutti gli attori protagonisti, ottenendo un progetto condiviso, che ha un capo ed una coda, e sul quale si è riusciti ad avere una visione d'insieme che è sempre mancata in questi anni. Inizia ora la fase della consultazione pubblica, sui territori. Certo è che fino ad oggi - ha aggiunto Marsilio - Rfi, quando ha avuto risorse, ha sempre seguito ragionamenti interni, aziendali, presentando progetti e soluzioni puntuali che, tuttavia, facevano nascere conflitti sui territori: è difficile, d'altra parte, collocare un 'pezzo' di progettualità se slegata da una visione condivisa e collettiva. Stavolta, è andata in modo diverso".
Marsilio ha riconosciuto che non si sta parlando di alta velocità così come comunemente intesa; ha ribadito, però, come non ci si potesse limitare "a stare fermi lamentandosi: pragmaticamente, abbiamo deciso di prendere di petto quello che abbiamo e farlo funzionare meglio. Si dirà: si poteva fare di più. E' vero: noi, però, vogliamo realizzare nel tempo dato quello che si può realisticamente fare con le risorse che ci sono".
Il presidente della Giunta regionale abruzzese ha chiesto alla ministra Paola De Micheli attenzione su due aspetti, in particolare. Il primo: "vanno garantite coperture economiche - ad oggi, sono disponibili 350 milioni e servono più di 6 miliardi - e tempi certi". Il secondo: "auspico la disponibilità a sedersi intorno ad un tavolo anche per sviluppare un ragionamento sulla direttrice di collegamento L'Aquila-Roma; le soluzioni progettuali possono essere diverse, aiuterà di certo la bretella di Sulmona ma si potrebbe ragionare anche della realizzazione di una linea passante per Rieti. E' necessario un approfondimento".
De Micheli qualche risposta l'ha data: "con la Legge di Bilancio, il Next Generation Ue e la riprogrammazione dei fondi europei, siamo nelle condizioni di assicurare la copertura economica dell'opera; anzi, aggiungeremo i 250 milioni che servono per rendere la linea utilizzabile anche per le merci, così da garantire competitività alle imprese dei territori. Nei prossimi due mesi e mezzo - ha proseguito - dovremo trovare le coperture, nelle disponibilità che abbiamo e che sono oggettivamente maggiorate rispetto ai tempi ordinari: proviamo a trasformare, così, la condizione pandemica in una opportunità che prima non avremmo avuto". E per dare un senso temporale di reale realizzabilità - ha aggiunto la ministra - "l'opera verrà commissariata con i poteri derivanti dall'articolo 9 del Decreto Semplificazioni: ciò vuol dire che, almeno sui tempi autorizzativi, il commissario potrà restringere di molto i tempi".
D'altra parte, il potenziamento della linea ferroviaria Roma-Pescara è una "opera simbolica" per il Governo, ha concluso De Micheli: "rappresenta in pieno la viusione con la quale abbiamo costruito il piano 'Italia Veloce'; si tratta, infatti, di una infrastruttura che combatte la tirannia della distanza tra est e ovest e tra ovest ed est che ha determinato nelle aree interne del paese una minore possibilità di sviluppo e di realizzazione delle aspirazioni. Col piano proviamo ad intervenire su queste disuguaglianze, in territori, quelli interni, dove vivono 25 milioni di persone. L'obiettivo è trsformare in politiche pubbliche un'idea di paese che viene dalla nostra cultura politica".