Martedì, 20 Ottobre 2020 11:24

San Salvatore, medici denunciano: "Mai sottoposti a tampone"

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Chiuso il reparto di Ortopedia e traumatologia, dove sono stati riscontrati una ventina di casi di positività al covid-19 tra medici, infermieri, operatori sanitari e pazienti; i degenti positivi che non presentano patologie tali da necessitare di cure specifiche sono in reparto, opportunamente vigilati. I pazienti dell’Unità operativa che non si sono positivizzati, invece, sono stati trasferiti in altri ospedali della provincia.

Fermo il blocco operatorio: sono assicurate soltanto le prestazioni non rinviabili.

E’ stata allestita una “area grigia” nel nuovo edificio del Delta medico, laddove restano in attesa i pazienti sottoposti a tampone prima di essere presi in carico dai reparti.

E’ questa la situazione all’ospedale regionale San Salvatore dell’Aquila, con la curva dei contagi che in città – e nel territorio – continua a salire e il virus che si è ‘infilato’ anche tra i corridoi del nosocomio. E si è rotto il muro di silenzio che era stato alzato in questi giorni.

Sono numerose le denunce di medici, infermieri, operatori sanitari che, pur mantenendo l’anonimato, iniziano a mettere in dubbio, se non a contestare, la scelta dell’azienda di non sottoporre a tampone con regolarità il personale ospedaliero. Di fatto, si è iniziato soltanto ora, con l’esplosione del ‘caso’ Ortopedia.

“In 7 mesi non ci hanno mai sottoposto a tampone”, ci spiega un medico; “a Milano, per dire, i medici vengono sottoposti a test ogni 10 giorni. Qui, siamo stati ‘buttati’ in sala operatoria senza che vi fosse alcun controllo del personale medico. La direzione generale è stata latitante”, l’affondo. “Soltanto ora che la situazione si è fatta difficile hanno deciso di sottoporci a tampone”.

Un altro medico aggiunge ai nostri microfoni che “i pazienti sono stati opportunamente controllati e sottoposti a test, ma non il personale ospedaliero, i dipendenti della Asl che pure hanno una vita fuori dall’ospedale; ieri erano una quarantina in fila per fare il test. Questa è la situazione. Si è deciso, per una precisa scelta aziendale, di non sottoporre il personale a tampone, evidentemente la priorità era far vedere che l’ospedale funzionava. Non volevano chiudere neanche Ortopedia finché non si sono positivizzati in 20, e soltanto dopo è stato chiuso il blocco operatorio”.

Intanto, denuncia un altro medico, “manca il personale. Marinangeli ha spiegato che si potranno avere fino a trenta posti in rianimazione: ma chi va a lavorarci?”. E ancora: “Non stanno assumendo, non stanno stabilizzando chi ne avrebbe i requisiti e i concorsi sono congelati nonostante le promesse. Anzi, la Asl non prende in considerazione neanche i provvedimenti che pure permetterebbero di andare in questa direzione”.

Come non bastasse, ne abbiamo scritto ieri, è evidente la difficoltà della Asl nel gestire i processi di tamponamento e di tracciamento dei positivi, con file che si ingrossano a Collemaggio per eseguire il tampone, cittadini che denunciano di non riuscire ad avere contatti con la Asl, pure se in isolamento a casa, e altri che fanno fatica anche a prendere appuntamento per il vaccino antinfluenzale.

In serata, il manager della Asl 1 Roberto Testa ha finalmente rotto il silenzio, spiegando che la Direzione Generale, “onde far fronte all'ondata di casi di positività, ha prontamente predisposto misure di rinforzo e di supporto al Servizio di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica, consistenti nell'invio di quattro unità amministrative nella sede di Avezzano, di 4 tra infermieri ed operatori EDP nella sede di L'Aquila, nonché nel rafforzamento delle USCA (Unità territoriali a supporto dei MMG e dei PLS) con il conferimento di incarico a tre medici su L'Aquila, tre su Avezzano ed uno su Sulmona, personale che sicuramente contribuirà a determinare un ancora più efficace azione di prevenzione e di controllo dei casi di persone con sintomatologia, ma trattabili a casa”.

Sta di fatto che i casi aumentano, con un andamento in provincia che, da sabato 10 ottobre, sta crescendo in modo esponenziale: sono stati oltre 560 le positività acclarate, legate – ha sottolineato Testa – “ad un allentamento delle misure di precauzione da parte della popolazione (eventi ludici, attività sportive, conviviali, etc.), nonché ad alcuni casi in ambito scolastico (molto probabilmente eccessivo affollamento dei trasporti pubblici)”.

Una situazione di difficile gestione, questo è evidente e va riconosciuto, che ha comportato, a carico del Dipartimento di Prevenzione ed in particolare del Servizio di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica, già impegnato nel controllo dei casi precedenti e nell'organizzazione di una complessa campagna di vaccinazione antiinfluenzale, “un carico di lavoro considerevole legato alla necessità di porre sotto sorveglianza un numero veramente notevole di persone (ogni positivo porta con sé la necessità di contattare almeno altre 10 persone); facile fare quindi il calcolo dei cittadini da porre sotto sorveglianza, ma nonostante tutte le difficoltà, gli operatori tutti, con grande spirito di sacrificio, sono riusciti a reggere l'urto di una situazione che in altri territori ha dato luogo a ben altri esiti”.

Testa ha inteso ribadire che “non si è assolutamente perso il controllo della situazione e si stanno continuando a tracciare tutti i contatti e ad inviare i dati alla Regione e all'Istituto Superiore di Sanità”.

Chiaramente tale situazione ha determinato, da parte dei cittadini, la difficoltà di potersi metter in contatto con gli operatori sanitari, in quanto le linee telefoniche risultavano e risultano spesso occupate per le operazioni di tracciamento e di colloquio telefonico. “Va anche ribadito, però – ha aggiunto il manager della Asl - che la programmazione dei tamponi naso-faringei di controllo deve essere legata ad una corretta operazione di tracciamento, perfettamente indicata dalle indicazioni di cui alla DPGRE del 12/10/20, che ha chiarito e chiaramente ridotto i tempi di quarantena”; quindi la Asl ha ribadito il ‘no’ al "fai da te" ed alla richiesta legata alla paura ed all'emotività.

“Effettuare un tampone nella tempistica non dovuta non aiuta la lotta al COVID-19; anzi rischia di fornire alla persona illusoria tranquillità ed allentamento delle sempre necessarie misure di precauzione”, le parole di Testa. Che ha concluso: “Sono state e stanno per essere predisposte ulteriori linee telefoniche e supporti informatici. Corre, tuttavia l'obbligo, di raccomandare alla popolazione tutta di osservare sempre e comunque le misure di precauzione indicate dai vigenti Decreti, di rivolgersi "in primis" per consigli terapeutici e di precauzione, anche per quanto riguarda la vaccinazione antiinfluenzale, al proprio medico curante, e di avere anche un minimo in più di pazienza per disguidi ed attese telefoniche”.

Ultima modifica il Mercoledì, 21 Ottobre 2020 12:20

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