La Procura della Repubblica dell'Aquila ha chiesto il rinvio a giudizio dei vertici della Holding Toto e di Strada dei Parchi, la società concessionaria delle autostrade A24 e A25 denuta dal gruppo.
Quattro le persone accusate a vario titolo di aver provocato il rischio crollo di 9 viadotti sui 25 del tratto di competenza della Procura, da Tornimparte all'ingresso dei Laboratori nazionali del Gran Sasso.
Ne ha dato notizia stamane, sul Messaggero, il giornalista Marcello Ianni.
Tre le ipotesi di reato: la presunta inadempienza nelle pubbliche forniture, sarebbe stata omessa, cioé, l'ordinaria manutenzione sebbene fosse un obbligo contrattuale; la presunta violazione frode nelle pubbliche forniture: sarebbero stati eseguiti lavori definiti di straordinaria manutenzione che, di fatto, mal celavano interventi ordinari omessi. In sostanza, subito dopo il sisma del 2009 la società concessionaria avrebbe beneficiato di fondi pubblici per progettare e installare appositi strumenti atti a risolvere il problema dello 'scalinamento' provocato dal terremoto, interventi che Sdp avrebbe dovuto fornire di suo, rientrando nella ordinaria manutenzione; infine, il presunto attentato alla sicurezza dei trasporti, avendo gli indagati a vario titolo - e proprio in ragione dei presunti inadempimenti - provocato il pericolo crollo di 9 dei 25 viadotti finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura dell'Aquila.
Il Ministero dei Trasporti è stato individuato come parte offesa.
"Apprendiamo dalla stampa che la Procura dell'Aquila ha chiesto il rinvio a giudizio per ipotesi di reato gravissime circa lo stato di insicurezza di molti viadotti dell'autostrada A24 del territorio di competenza della procura. Sappiamo che ci sono altre inchieste in corso da parte di altre procure sullo stesso argomento. Sulla questione avevamo, infatti, depositato a nove procure ben 2 esposti, ad agosto e settembre 2018, fondati sia su nostri sopralluoghi svolti al di sotto di numerosi viadotti di A24 e A25 presi a campione sia su un'approfondita analisi dei dati economici su investimenti, manutenzione ordinaria e straordinaria da cui emergevano gravissime criticità, molte delle quali inequivocabili".
A dirlo è il Forum H2O, che aggiunge: "Il tutto per un'autostrada con pedaggi pagati a peso d'oro dagli utenti, con pile dei viadotti e impalcati con ferri scoperti e cemento che si sbriciolava sotto alle nostre dita, con animali domestici e selvatici, da orsi a vacche, che entrano periodicamente sull'autostrada con gravissimi rischi per l'incolumità degli automobilisti. Ovviamente, il percorso penale di questa inchiesta farà il suo corso per valutare le eventuali responsabilità ma la mobilitazione dei cittadini come spesso accade è stata fondamentale per far emergere problematiche enormi, sottaciute da troppi soggetti, pubblici e privati, in un clima di silenzi, accuse proprio da Strada dei Parchi che negava pure davanti all'evidenza e diffusa mancanza di trasparenza".
Questione che persiste - denunciano gli attivisti - visto che il Ministero dei Trasporti, con l'opposizione proprio di Strada dei Parchi e Autostrade per l'Italia, "ci ha negato l'accesso agli atti sulle carte relative all'attuazione dei piani di manutenzione dal 2015 al 2020 della rete autostradale. Abbiamo dovuto depositare un ricorso al TAR del Lazio di cui stiamo aspettando la sentenza; si tratta di elementi che dovrebbero essere resi pubblici proattivamente dal Ministero perché i cittadini hanno il diritto di sapere se e come sono spesi i soldi su infrastrutture pubbliche date in concessione ai privati che ci lucrano".