Martedì, 27 Ottobre 2020 12:46

Sanità, 4 arresti in Abruzzo: coinvolto primario cardiochirurgia di Chieti

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Due imprenditori che operano nel settore della distribuzione di apparati medicali per multinazionali, un agente di commercio e il primario della Cardiochirurgia dell'ospedale di Chieti, il professor Gabriele Di Giammarco, già interdetto nell'ambito di un altro procedimento, sono stati arrestati ai domiciliari oggi dalla Guardia di Finanza di Chieti, a valle di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Chieti per frode in forniture e approvvigionamento di protesi cardiache e altri dispositivi medicali da parte dell'Asl di Chieti per conto della Cardiochirurgia.

Le accuse a vario titolo vanno dalla corruzione alla turbativa d'asta, dal falso all'omicidio colposo.

E' stato emesso un provvedimento di interdizione per 12 mesi anche nei confronti di un medico di Padova e di un medico della Cardiochirurgia di Chieti; una perquisizione è stata eseguita nei confronti di una dirigente della Asl teatina.

Le attività di indagine della Guardia di Finanza di Chieti, durate circa un anno, hanno accertato il consumo anomalo e spropositato di protesi cardiache e altri dispositivi medici che venivano approvvigionati dall'Asl al di fuori di qualsiasi procedura di evidenza pubblica, a prezzi più elevati rispetto ad altre aziende sanitarie, e che spesso venivano lasciati scadere o sperperati per far lievitare il volume degli acquisti e dunque i guadagni dei fornitori.

Le indagini hanno consentito di documentare l'esistenza di un articolato fenomeno di corruzione sistemica posto in essere dal primario di quel reparto sin dal 2011. Tale pratica, secondo gli inquirenti, è stata ulteriormente favorita dall'inerzia della governance dell'Asl Chieti che, dal 2009 al 2019, non ha mai espletato alcun bando di gara pubblica per acquisto di dispositivi medici per l'Uoc di Cardiochirurgia. Solo nel 2019 è stata predisposta e autorizzata la procedura per l'espletamento di gara pubblica del valore di oltre 3 milioni, nel corso della quale sono state ulteriormente accertate condotte illecite da parte dello stesso primario.

Per consolidare il quadro probatorio, fanno sapere gli inquirenti, è stato necessaria una complessa disamina contabile-amministrativa presso l'Asl 2 di Chieti, con il contributo fattivo dell'attuale direttore generale, che ha posto in evidenza come le protesi cardiache oggetto di indagine non solo sono risultate il dispositivo più utilizzato tra 2012 e 2019, ma anche quelle più onerose per l'azienda pubblica per importo superiore a un milione e mezzo di euro, pur essendo presenti sul mercato analoghe tipologie di valvole a costi inferiori e inserite nel preesistente bando di gara del 2009.

 

Verì convoca Asl e Università

"Apprendiamo con profondo dolore gli sviluppi dell’inchiesta della magistratura su alcuni episodi che sarebbero avvenuti nell’unità di cardiochirurgia del policlinico di Chieti. Abbiamo massima fiducia nel lavoro degli inquirenti e ci auguriamo che venga fatta piena luce su quanto accaduto nel più breve tempo possibile. Come Assessore, oltre a garantire la massima collaborazione da parte della Regione (così come ha già fatto e sta facendo la direzione generale della Asl), voglio però puntualizzare che si tratta di una vicenda isolata e circoscritta, che non può e non deve in alcun modo oscurare il grande lavoro che, soprattutto in questo periodo di emergenza, i medici e tutti gli operatori sanitari stanno garantendo ai nostri concittadini”.

Lo dichiara l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì.

 

Marsilio: "Inchiesta scoperchia malaffare che si trascinava da 10 anni. Grazie al direttore generale Schael per l'opera di trasparenza e pulizia messa in atto"

Come recita il comunicato della Procura della Repubblica di Chieti e della Guardia di Finanza, "agli arresti di oggi si arriva grazie al determinante contributo di collaborazione fornito dalla Direzione Generale della Asl, che ha scoperchiato un malaffare indisturbato da circa 10 anni, che riguarda condotte illecite nelle procedure di approvvigionamento di materiali e dispositivi medici utilizzati all’interno dell’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia dell’Ospedale SS. Annunziata di Chieti".

A dirlo è il governatore Marco Marsilio che sottolinea come sia stato accertato il consumo anomalo e spropositato di protesi cardiache e di altri dispositivi medici che venivano approvvigionati dall’ASL 2 Chieti al di fuori di qualsiasi procedura di evidenza pubblica, a prezzi più elevati rispetto ad altre aziende sanitarie e che sovente venivano lasciati inutilizzati, lasciati scadere o sperperati di proposito, per fare lievitare il volume degli acquisti dell’ASL e dunque i guadagni delle imprese fornitrici. 

"Dopo almeno 10 anni di inerzia, disattenzione (se non addirittura complicità), la Asl interviene a difesa dell’interesse pubblico, senza guardare in faccia a nessuno e senza timori reverenziali. E’ bastato fare la cosa più normale del mondo, seguendo il preciso mandato che il Presidente della Giunta e l’Assessore alla Salute hanno fornito ai Direttori nominati: procedere a gare, stimolare la concorrenza, rispettare le regole del libero mercato e dell’interesse pubblico, per recuperare milioni di euro in forniture inappropriate. Adesso è un po’ più chiara la ragione per la quale la Asl di Chieti accumulava decine di milioni di deficit ogni anno", la stoccata di Marsilio.

"Ringrazio e faccio i miei complimenti al DG Thomas Schael: mai come oggi appare più felice la scelta di aver affidato questa Asl a una persona estranea all’ambiente, ai suoi condizionamenti e scevra da pregiudizi e rapporti personali".

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Ottobre 2020 11:38

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