"La procura è in affanno perché ha un organico insufficiente a fronteggiare la situazione: l'attuale assetto risale agli anni '90, all'epoca antecedente alla formazione delle direzioni distrettuali antimafia se non per una unità che ha ottenuto il compianto collega Rossini".
A lanciare il grido di allarme, il Procuratore distrettuale antimafia dell'Aquila, Fausto Cardella. Il procuratore traccia uno spaccato molto difficoltoso anche per il personale amministrativo delle procure e per l'organico dello stesso tribunale dell'Aquila. "Dal punto di vista qualitativo - ha aggiunto - c'è una buona partecipazione da parte delle forze dell'ordine, ma l'organico della procura e della distrettuale è grossomodo parametrato a una situazione del circondario dell'Aquila, non per una situazione abruzzese. Inoltre, c'è stato un aumento sui reati di competenza della distrettuale, perché dopo quelli tipicamente di contrasto alle organizzazioni mafiose si sono aggiunte la pedopornografia e i reati informatici, cioè c'è stata una dilatazione delle competenze delle distrettuali, per L'Aquila non sostenuta da un corrispondente aumento d'organico. In una situazione di affanno si trova anche il Tribunale. Lo stesso organico dei giudici posso affermare che è assolutamente inadeguato a un Tribunale distrettuale, dove ci sono sei magistrati che, per carità, non lo fanno risentire, perché sono laboriosi, però il dato di fatto è che ci sono due gip soltanto".
Secondo il procuratore capo, "siamo ben consapevoli della situazione di affanno ma cerchiamo di sopperire. Il personale amministrativo è molto sotto organico. Riusciamo malamente, nel senso di affanno, a tirare avanti grazie anche ai precari che sono sempre più precari. L'Aquila non ha un aumento sensibile di criminalità comune, c'è stata un'impennata di certi reati contro il patrimonio nel periodo successivo al terremoto, ma la città sta reagendo sostanzialmente bene, pur essendoci un certo disagio sociale; non c'è una corrispondenza in negativo di incremento della criminalità cittadina per quanto riguarda i cosiddetti reati da strada e, sullo spaccio di stupefacenti, da quest'ultimo punto di vista abbiamo molto lavoro come distrettuale, quindi sul territorio regionale, ma poco spaccio all'Aquila, dove c'è un aumento, però sempre in limiti contenuti".
Uno dei dati che fanno aumentare il lavoro è la ricostruzione del patrimonio edilizio distrutto. "Quello che invece richiede un impegno principale - ha detto sempre Cardella - è l'attività di verifica che ruota attorno alla ricostruzione post-terremoto. Per dare questo nostro contributo alle istituzioni per la parte che compete alla procura, devo dire che siamo una pattuglia piuttosto esigua e siamo anche qui in affanno". Per il procuratore capo, che sottolinea di non aver inviato alcuna istanza, la situazione migliorerà con l'accorpamento dei tribunali di Avezzano e Sulmona che, alla luce del rinvio, si concretizzerà nel 2016. "La soluzione del problema ci sarà quando scatterà l'accorpamento con Avezzano e Sulmona, dopo la scadenza della proroga, infatti, l'aumento del personale risulterà più che proporzionale rispetto all'aumento di lavoro che ci deriverebbe dal dovere di curare gli affari di Avezzano e Sulmona. Naturalmente la mia è una semplice constatazione".
Il procuratore alla fine spiega la situazione con i numeri: "per fare un paragone i sostituti dell'Aquila, che sono sei, sono uno in meno di quelli che ha Terni, che non ha la distrettuale; Rieti ne ha cinque; i 14 previsti con l'unificazione con Avezzano e Sulmona consentirebbero di organizzare meglio il lavoro".