La situazione si fa di ora in ora più grave all'Ospedale San Salvatore dell'Aquila.
Stamane, sono 13 i pazienti in attesa di ricovero e 'lasciati' nelle tende o nella cappella ricovertita a stanza ospedaliera essendo i reparti completamente pieni.
Giusto ieri, la Asl 1 ha annunciato dieci nuovi posti letto, da oggi, al Delta 7 e, nei prossimi giorni, ulteriori 4 per la terapia intensiva del G8. "Al Delta 7 del San Salvatore" è stato spiegato in una nota "gli ulteriori 10 posti letto per la Medicina Covid 2 sono già disponibili e sono utilizzati per alleggerire i reparti covid per acuti e rispondere quindi alla pressante richiesta di ricoveri. Nei prossimi giorni verrà attuata una seconda operazione che consentirà di portare a 16 gli attuali 12 posti letti di terapia intensiva del G8". Per potenziare la terapia intensiva, "si procederà allo spostamento del reparto di pneumologia dal G8 all’edificio L2, al primo piano dell’ospedale. Il trasferimento della pneumologia, la riorganizzazione logistica e strumentale e l’addestramento del personale, necessari per aumentare i posti letto del G 8, avverranno in pochi giorni, secondo una serrata tempistica imposta dall’esigenza di rispondere colpo su colpo agli ‘attacchi’ che il covid sferra giorno, rendendo necessario reperire sempre più posti letto".
Ci chiediamo, però: il personale è sufficiente per assistere i degenti? Non basta, infatti, annunciare nuovi posti letto se non c'è sufficiente personale medico e paramedico.
Newstown è in grado di svelarvi il testo di una lettera che, ieri, è pervenuta ai vertici della Asl 1, e tra gli altri al Direttore generale Roberto Testa e alla Direttrice sanitaria Sabrina Cicogna, dalla Unità Operativa Medicina Covid; una lettera spedita "col chiaro intento di voler garantire una adeguata attività di assistenza e cura dei pazienti ricoverati presso la UO e una dignità lavorativa che riduca al minimo la possibilità di ammalarsi presso il posto di lavoro", si legge.
I firmatari spiegano che "la divisione di Medicina Covid, al momento, presenta 48 pazienti ricoverati e che il personale medico sarà gravato ulteriormente da turni interdivisionali (notturni e festivi) che prevedono la gestione critica di ulteriori pazienti posti nella Medicina Covid 2, in atto con ulteriori 11 pazienti", nel Delta 7 appunto dove l'azienda ha annunciato altri 10 posti letti.
Al momento, però, sono operativi in organico 7 medici "e una parte di questi presenta condizioni di non equipollenza o affinità con la medicina interna"; il personale di comparto, invece, risulta costituito da 29 infermieri (5 in malattina e non sostituiti) e 22 OSS (2 in malattina e non sostituiti). Per questo, si legge nella lettera, "non siamo in grado di sopperire ai turni minimi per una adeguata assistenza di base".
L'attività - viene aggiunto - "si sta svolgendo gravemente al di sotto degli standard assistenziali minimi per un reparto di degenza ad alta intensità di cura".
Non è certo una novità. Sono state diverse le richieste verbali "di poter ottenere ulteriore personale": richieste che sono rimaste inevase.
Tra l'altro, almeno 3 medici assegnati alla Medicina Covid sono stati deviati presso la Medicina Covid 2 e, tra questi, un dirigente medico non ancora autorizzato a rientrare dalla malattia; a quanto si apprende, un altro medico avrebbe dato le dimissioni.
Dunque, pur continuando allo stremo delle forze e con grande senso di responsabilità a svolgere il duro lavoro che sono chiamati a fare, con la missiva i firmatari chiedono che venga accordato al più presto altro personale e declinano "qualsiasi responsabilità che dovesse derivare dalla malpractice conseguente alla gravissima carenza di personale medico e paramedico".
Più chiaro di così.
D'altra parte, stamane sulle pagine del Centro anche Alessandro Grimaldi, primario del reparto di Malattie infettive ha spiegato di essere preoccupato dal "logoramento psico-fisico del personale, che ormai da nove mesi combatte in prima linea".
"Stiamo attivando altri posti letto", ha aggiunto Grimaldi, "e questo è importante, ma quello che mi preoccupa, oltre al personale che si è contagiato in corsia, è anche il logoramento psico-fisico di chi da nove mesi combatte nei reparti Covid. Alla carenza di personale si aggiunge quindi anche questa problematica: il carico d lavoro è molto pesante".