Un altro reparto dell’ospedale dell'Aquila S. Salvatore chiude a causa di un focolaio Covid. Dopo Ortopedia, che ha sospeso i ricoveri un mese fa, è la volta di Medicina Interna.
La chiusura, a dire il vero, è scattata già da qualche giorno, da sabato 14 novembre, come racconta Alessandro Tettamanti su Mediasociale.
La misura si è resa necessaria dopo che erano risultati positivi 20 pazienti e 7 membri del personale medico-sanitario (infermieri, medici e Oss).
Da quanto si apprende da fonti interne dell’ospedale, due pazienti che erano entrati con tampone negativo ma sui quali la Tac aveva evidenziato comunque la presenza di un quadro clinico compatibile con un’infezione da Covid, sono morti. Sottoposti a tampone dopo il decesso, sono risultati entrambi positivi.
“Tutto sarebbe iniziato” racconta Mediasociale “già a fine ottobre a partire da un primo paziente portato in reparto da pneumologia con tampone negativo, ma con un piano TAC che lasciava comunque pensare a un’infezione da corona virus, e che infatti successivamente si è positivizzato. Da lì il contagio ha toccato pazienti e personale sanitario che ha continuato a lavorare in attesa dell’esito dei tamponi, poi risultati positivi. Esito del tampone che a L’Aquila come noto – per un problema drammatico che persiste incredibilmente in città – nel migliore dei casi arriva dopo tre giorni”.
“Inoltre, nonostante le positività erano note quindi da fine ottobre, nel reparto non sarebbero stati istituiti dei percorsi separati, cosa che insieme all’attesa dei tamponi ha fatto sì, come prevedibile, che il focolaio si espandesse fino all’evacuazione di sabato. Ora i pazienti di Medicina interna e nefrologia a direzione universitaria – situata al secondo piano del delta 6 – sono stati spostati per lo più in medicina covid e altri ancora in attesa di tampone in zona grigia, mentre il resto del personale e dei dottori hanno eseguito un nuovo tampone di cui ancora non si conosce l’esito. E’ iniziata intanto la sanificazione del reparto chiuso che però difficilmente potrà riaprire in queste condizioni per insufficienza di personale, dato che quello che c’era e non si è infettato e attualmente impiegato in Medicina Covid 2”.
Stando a quanto appreso da NewsTown, nonostante sia scattata la chiusura, i medici e gli altri membri del personale sanitario in attesa dell'esito del tampone continuano comunque a lavorare e a cambiarsi negli spogliatoi dei locali evacuati, non essendo stati predisposti per loro altri locali. Inoltre, sembra che i dispositivi di sicurezza individuale come le mascherine FFP2 e le tute idrorepellenti siano state distribuite al personale ben oltre la fine di ottobre, quando era già divenuto chiaro che alcuni pazienti si erano infettati.