Il Consiglio dei ministri, per far fronte alle difficoltà economiche derivanti alla pandemia di Covid-19, ha predisposto una nuovo bonus spesa, che permetterà di erogare buoni per le prime necessità.
"Per non lasciare indietro nessuno - ha spiegato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri - abbiamo previsto un fondo di 400 milioni di euro da destinare ai Comuni, per sostenere le famiglie maggiormente in difficoltà attraverso l'erogazione di buoni spesa e generi di prima necessità, come avvenne durante la prima fase della pandemia”.
Le norme sono contenute nel decreto Ristori ter. Il testo non è stato ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale, ma nella bozza in circolazione si legge: “Al fine di consentire ai comuni l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare, è istituito nello stato di previsione del ministero dell’Interno, un fondo di 400 milioni di euro nel 2020, da erogare a ciascun comune, entro 7 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto legge".
I buoni spesa per l’emergenza Covid-19 non sono una novità. Si prevede una nuova tornata del contributo erogato dai Comuni e utilizzato come sostegno ai cittadini già all’inizio della crisi. Sul piano pratico, dunque, si dovrebbe riproporre lo schema già adottato lo scorso aprile. Saranno di nuovo i Comuni, insomma, a stabilire le modalità di utilizzo dei buoni spesa e a individuare chi ne ha diritto.
All'Aquila, come si ricorda, ci furono diverse polemiche sia per alcuni ritardi con cui i buoni vennero erogati sia per la scelta del Comune di escludere dalla platea dei beneficiari gli immigrati e i cittadini sprovvisti di residenza e permesso di soggiorno di lunga durata.
Nella prima tornata di buoni spesa per l’emergenza Covid-19 anche gli importi erano diversi da territorio a territorio e probabilmente anche questa volta sarà così. L'importo dell'aiuto può variare da un minimo di 300 euro a un massimo di 500 euro, a seconda del tipo e dei componenti che fanno parte del nucleo familiare.
I buoni spesa hanno delle limitazioni. Potranno essere utilizzati unicamente per acquistare prodotti alimentari o di prima necessità.
Potranno essere spesi unicamente all'interno degli esercizi commerciali individuati da ogni singolo Comune. Le amministrazioni comunali, in alternativa, potranno decidere di non erogare alcun tipo di bonus spesa, ma potranno decidere di consegnare la spesa a domicilio a quelle famiglie che ne avrebbero diritto.