Lunedì, 14 Dicembre 2020 14:42

Qualità della vita, L'Aquila prima tra le province abruzzesi per il Sole 24 Ore

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Dall’ultima settimana di febbraio gli italiani sono stati investiti da un calvario di informazioni su contagi, decessi, affetti spezzati, relazioni sociali sospese, mobilità inceppata, attività economiche a rischio, posti di lavoro bruciati.

Tra lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita? La 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori parte proprio da questo interrogativo.

L’obiettivo dell’indagine – che analizza 90 indicatori, per la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili – è raccontare come la pandemia da coronavirus ha impattato in modo differente sui territori. 

Per misurare l’emergenza sanitaria in corso, innanzitutto, è stato inserito tra i parametri l’indice dei casi Covid rilevati ogni mille abitanti, l’unico indice che è stato pesato maggiormente (in pratica, se ogni parametro vale 1/90°, i punti di questa classifica valgono doppio sulla media totale) per testimoniare come la diffusione dei contagi ha esercitato una pressione differente sui sistemi sanitari, sulle vite e sulla quotidianità delle persone.

Le aree tematiche di analisi, tuttavia, rimangono invariate: Ricchezza e consumi; Demografia e salute; Affari e lavoro; Ambiente e servizi; Giustizia e sicurezza; Cultura e tempo libero.

La classifica generale premia Bologna, al primo posto, che traina un po’ tutte le province dell’Emilia Romagna, di cui ben cinque su nove si incontrano tra le prime venti: oltre a Bologna, Parma (8ª), Forlì Cesena (14ª), Modena (15ª) e Reggio Emilia (17ª).

E le province abruzzesi? La migliore performance è quella della provincia dell'Aquila, al 41esimo posto, con un balzo in avanti di 20 posizioni; segue la provincia di Pescara al 43esimo posto (stessa posizione dell'anno passato), poi la provincia di Chieti al 56esimo posto (- 4 rispetto al 2019) e la provincia di Teramo che sprofonda al 76esimo posto (- 20 rispetto all'anno passato).

Ma come leggere criticamente i dati, ed in particolare quelli della provincia dell'Aquila?

Partiamo col dire che l'aquilano ottiene una ottima performance dall'indicatore "giustizia e sicurezza", addirittura al quinto posto in Italia: significa che la nostra è una provincia 'sicura', e lo dimostra il secondo posto assoluto tra le province italiane "indice di criminalità" sul totale dei delitti denunciati. 

Buoni risultati anche sull'indicatore "cultura e tempo libero", con l'11esimo posto generale: approfondendo i parametri, la provincia dell'Aquila si piazza al 9° posto per numero di biblioteche ogni 100mila abitanti, al 17° per numero di librerie e addirittura al 5° per ciò che attiene i "Fondi europei 2014-2020" destinati all'attrazione culturale, naturale e turistica; terzo posto assoluto in Italia per eventi sportivi attratti e annullati (causa covid). La provincia ha un gran numero di bar (10° posto) e ristoranti (17°) rispetto al numero di abitanti; al contrario, sono poche le piscine, è piuttosto scarsa la spesa al botteghino per gli spettacoli e così il tasso di partecipazione alle consultazioni elettorali. Terribile la performance sulla diffusione di abbonamenti Internet ad almeno 100 Mbit/s che colloca la provincia dell'Aquila tra le ultime in Italia. 

Incoraggianti i risultati su "affari e lavoro", con la provincia al 23esimo posto: più che positive le performance per nuove iscrizioni di imprese, start up innovative, imprenditorialità giovanile, numero di imprese in rete ogni 1000 registrate, imprese femminili; preoccupa, invece, il gap occupazione tra uomini e donne, molto pronunciato, la diffusione della banda larga (di nuovo, la provincia dell'Aquila è tra le peggiori in Italia), e la bassa quota di export sul pil. Non è affatto positivo, altresì, il dato sulla occupazione, con la provincia al 68esimo posto in Italia. Il dato sulla cassa integrazione in deroga pone l'aquilano al 39° posto in Italia.

L'indicatore su "demografia e società" pone la provincia a metà classifica, al 49esimo posto. Basso il tasso di mortalità e la densità abitativa, buone le performance per numeri di medici di base e pediatri rispetto ai residenti; preoccupano le cancellazioni anagrafiche, che pongono la provincia in fondo alla classifica, e così la diffusione dei farmaci (calmanti e sonniferi, in particolare). Bassissimo il tasso di natalità che pongono, di nuovo, l'aquilano tra le peggiori province d'Italia, così come l'indice di vecchiaia, di riflesso. Basso anche il numero di casi di positività al covid-19 riscontrati, ma è chiaro che il report non tiene conto degli effetti della seconda ondata e ciò giustifica il buon 'piazzamento' della provincia più in generale. 

La provincia fa riscontrare performance negative, invece, per ciò che attiene l'indicatore "ricchezza e consumi", al 77esimo posto assoluto. Pessimo il dato sulla popolazione con crediti attivi, altrettanto preoccupante il dato sull'importo medio delle pensioni di anzianità e così per gli assegni sociali. Basso l'indice di spesa delle famiglie rispetto alla media del paese, sebbene l'indice dei depositi bancari collochi la provincia a metà classifica. Il reddito disponibile per le famiglie colloca la provincia al 69esimo posto: significa che è accentuata la disuguaglianza sociale. 

Male anche l'indicare "ambiente e servizi".  La provincia è al 104° posto per indice di rischio climatico; male l'indice di trasformazione digitale, altrettanto negativo il dato sulla riqualificazione energetica degli immobili nonostante la ricostruzione post-sisma del cratere 2009. Bassissima la spesa sociale degli Enti locali, altissimo il tasso di motorizzazione (siamo tra le peggiori province in Italia). Il numero di neet, giovani che non studiano e hanno rinunciato a cercare un lavoro, pone la provincia al 56esimo posto generale. Assai positivo, invece, il tasso di persone con almeno il diploma, in questo ambito l'aquilano è tra le prime province in Italia.

Questo il quadro. 

Per una lettura critica dei dati

Cosa ci dicono, dunque, i dati?

Come detto, ha pesato - e molto - la diffusione del covid-19 nello stilare la classifica 2020 e, dunque, è chiaro che la provincia dell'Aquila risenta, in positivo, dello scarso indice di contagio della prima ondata; per la prima volta, infatti, la ricerca ha inserito tre nuovi elementi, vale a dire l’emergenza sanitaria, con indicatori legati al numero dei contagi in rapporto alla popolazione e alla risposta delle strutture ospedaliere, l’ampiezza delle ricadute socio economiche e fattori quali l’innovazione e la capacità progettuale che presentano dati confortanti per l'aquilano.

Bisognerà capire cosa succederà l'anno prossimo, quando si potrà toccare con mano l'effetto della seconda ondata che, in provincia, ha colpito particolarmente duro. 

Al netto del covid, però, la provincia dell'Aquila si presenta come 'sicura', con un bassissimo indice di criminalità; il territorio è piuttosto vivace in ambito culturale sebbene si spenda poco al botteghino per gli spettacoli dal vivo, con una importante capacità di attrarre finanziamenti europei; basso il tasso di mortalità e così la densità abitativa, dati che mostrano, in sostanza, una buona qualità del vivere. A confermarlo, l'alto indice di 'vecchiaia' che fa il palio, però, con un tasso di natalità sotto la media e un numero elevato di cancellazioni anagrafiche, che raccontano, evidentemente, di tanti giovani costretti ad emigrare.

Nonostante ciò, sono interessanti le performance che testano la vitalità delle imprese, con un alto numero di start up innovative, un buon numero di imprese che nascono, segnali di speranza che arrivano, in particolare, da giovani e da donne che investono; tuttavia, vivacità non si traduce in occupazione: i disoccupati sono tanti e tanti sono i neet, i giovani che non studiano e hanno smesso di cercare un lavoro.

Resta drammaticamente alto il gap occupazionale tra uomini e donne. 

E' altissimo il tasso di motorizzazione che, di riflesso, significa un servizio di trasporto pubblico insufficiente sebbene il territorio della provincia sia piuttosto impervio e dispersivo e ciò giustifica, in parte, il dato che emerge dal rapporto. 

Ciò che invece non si può giustificare è il bassissimo tasso di spesa in ambito sociale degli Enti locali.

Le famiglie spendono poco, mediamente, con un tasso che si attesta al di sotto della media nazionale, un dato che fa il palio con il reddito disponibile per le famiglie; migliore la performance in termini di depositi bancari, a significare che è 'larga' la forbice delle diseguaglianze. 

A frenare lo sviluppo della provincia, in particolare, è l'insufficiente digitalizzazione: è bassissima la diffusione della banda larga e anche degli abbonamenti internet a 100 Mbit/s.; di riflesso, la trasformazione digitale è ferma al palo.

Il commento del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi

"A pochi giorni dalla classifica del quotidiano Italiaoggi sulla qualità della vita, anche quella pubblicata dal Sole24ore, autorevole testata economica del Paese, premia il nostro territorio. Nell’anno della pandemia la provincia dell’Aquila guadagna venti posizioni e si attesta al 41esimo posto su 107, prima tra quelle della regione Abruzzo".

È quanto ha dichiarato il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, commentando l’indagine annuale del quotidiano. 

"In questo 2020 così difficile – ha proseguito il primo cittadino – la ricerca ha inserito tre nuovi elementi, vale a dire l’emergenza sanitaria, con indicatori legati al numero dei contagi in rapporto alla popolazione e alla risposta delle strutture ospedaliere, l’ampiezza delle ricadute socio economiche e fattori quali l’innovazione e la capacità progettuale. In particolare il nostro territorio si distingue per sicurezza, parametro che la vede al quinto posto su base nazionale e al secondo per numero di denunce. Si tratta di indicatori importanti che, oltre a fotografare la qualità della vita in un campo fondamentale, ponendo L’Aquila tra le prime cinque province con meno eventi criminali, riflette anche fiducia nelle istituzioni, con la propensione a denunciare, e un alto livello dei controlli".

"Un altro parametro che ci vede in vetta alla classifica del Sole24ore è quello legato ai settori più colpiti dalla pandemia, ovvero cultura e tempo libero", ha aggiunto Biondi. "Evidentemente, nell’annus horribilis per questi comparti, con la chiusura di musei, teatri, cinema, mostre, biblioteche e sale da concerto, non si è spenta ‘la frequentazione del bello da parte degli abitanti’, come commenta il quotidiano, anche grazie alla capacità, da parte delle istituzioni, di continuare a promuovere la cultura, sia attraverso eventi programmati nel rispetto delle norme anti Covid, sia grazie alla connessione, consentendo al pubblico di avvicinarsi all’arte e alla scienza anche da remoto. Investimenti importanti, in termini di risorse, di progettualità e di energie, che sono stati evidentemente premiati dai risultati, incoraggiando a proseguire su questa strada e guardando avanti in attesa del ritorno alla normalità".

La provincia dell’Aquila, inoltre, - ha aggiunto il sindaco – si posiziona al quinto posto per capacità di captare fondi europei destinati all’attrazione culturale, "ulteriore parametro che indica una notevole progettualità strategica, in grado di ammortizzare le pesanti ricadute del settore dovute alla pandemia. Un’ottima posizione, infine, si registra nella classifica dedicata all’innovazione e al lavoro femminile, con un 23esimo posto che, anche in questo caso, vede L’Aquila prima in Abruzzo in comparti determinanti ai fini della risposta alla pandemia, anche in termini di servizi della pubblica amministrazione, e che registra un assoluto predominio delle province del centro nord. Nonostante le complessità con cui tutti, cittadini e amministratori, abbiamo dovuto misurarci in questo 2020, anche questa autorevole classifica, dunque, premia il lavoro svolto, con fatica e determinazione, in questi lunghi mesi, e la capacità delle istituzioni del territorio di fare rete e di creare coesione progettuale".

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