Tre vittime in un'azienda, non nuova ad incidenti gravi, dove vengono trattati residuati bellici. Sono morti oggi a Casalbordino, in provincia di Chieti, per una tremenda esplosione che sarebbe avvenuta intorno all'altoforno: erano in corso operazioni ordinarie quando sarebbe accaduto qualcosa che ha provocato l'esplosione mentre gli operai stavano smaltendo delle polveri.
Avevano 45, 46 e 54 anni, e venivano dai paesi dei dintorni. Il grave incidente si è verificato dopo pranzo presso la Esplodenti Sabino, storica azienda da oltre 70 dipendenti che cura, recupera e tratta polvere pirica derivata da bonifiche di ordigni bellici e che ha rapporti in tutta Italia. Ferrovia e statale 16 Adriatica bloccata per ore, evacuazioni, zona rossa in attesa delle necessarie bonifiche da parte dei vigili del fuoco e degli esperti del settore.
Vista la tremenda deflagrazione si era temuto un bilancio ancora peggiore, tanto che dagli ospedali della zona erano state inviate ambulanze ed elicotteri, ma non risultano feriti. Dopo poco è stata indetta una riunione dalla Prefettura di Chieti con tutti i vertici della sicurezza provinciale: il luogo dell'incidente con tutta probabilità ricade sotto le norme della Legge Seveso 3, che ne fa obiettivo sensibile e di particolare delicatezza.
La Procura di Vasto intanto si è già attivata per aprire un fascicolo sull'accaduto, perchè sarà di particolare interesse capire esattamente cosa sia successo. Le salme saranno traslate solo domani, dopo che i vigili del fuoco potranno dare il via agli artificieri per l'ingresso nella zona. Il sindaco ha affermato che "siamo distrutti anche perché parliamo di una azienda che fa della sicurezza il punto principe ma che purtroppo ha anche l'incidente dietro l'angolo. Parliamo di una fabbrica grande in venti ettari di terreno e dunque vasta, e con un' alta incidenza di pericolosità.
Per quanto di conforto tutte le precauzioni sono scattate subito dopo l'incidente". Morti, esplosioni e feriti alla Esplodenti non sono mancati negli ultimi decenni: nel 1993 alcuni dirigenti furono arrestati dalla Gdf per traffico di esplosivi, un operaio morì nel 1992, due i feriti gravi nel 2009 e nel 2015 nella sede di Noceto (Parma) altri due operai subirono fratture e ferite gravi a seguito di una nuova esplosione. Il tragico bilancio dei morti per esplosivo in Abruzzo si allunga quindi: negli ultimi 28 anni sono 21 le vittime di aziende del comparto dei fuochi d'artificio o del riciclo di esplosivo. Tra queste spicca il nome di Maurizio Berardinucci, eroico vigile del fuoco morto per le ferite dopo mesi dallo scoppio di Cipressi di Città S.Angelo dove nella fabbrica di fuochi d'artificio morirono in 4. Al suo nome è stata intitolata la caserma del Corpo a Pescara. Cordoglio per l'incidente è stato espresso dal presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha lasciato i lavori del Consiglio all'Aquila per raggiungere il luogo dell'esplosione, e dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianluca Castaldi, del Movimento 5 Stelle. "Un sincero abbraccio alle famiglie delle vittime", ha poi scritto su Twitter il sottosegretario al Ministero dell'Interno, Carlo Sibilia.
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, dopo essere intervenuto in Consiglio regionale per manifestare la vicinanza ai familiari delle vittime dell'incidente di Casalbordino e il cordoglio della giunta e del consiglio, ha lasciato i lavori dell'aula per raggiungere il luogo dell'esplosione.