Giovedì, 31 Dicembre 2020 16:56

Ristoratori, l'allarme: "Ristori di Natale in ritardo, quelli regionali mai visti"

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I contributi del fondo perduto regionale mai arrivati; i ristori previsti dall’ultimo Dpcm (quello del 18 dicembre) non ancora erogati; il peggio che, forse, deve ancora arrivare, e arriverà quando finiranno la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti.

I ristoratori aquilani - riunitisi, dall’inizio dell’emergenza Covid, sotto la sigla #Ravv (Ristoratori aquilani vs virus) – lanciano l’ennesimo allarme, dopo essere finiti un po’ nel dimenticatoio, complice anche il flusso di notizie che negli ultimi giorni si è concentrato quasi solo sui vaccini.

Siamo fermi dal 10 novembre” racconta  Paolo Morico, proprietario, insieme ai coniugi Colaiuda, Fausto e Marisa, e alla loro figlia Daniela, della Casetta nel Parco, ristorante situato nella periferia ovest dell’Aquila che prima del Covid poteva contare 150 coperti (anche di più qundo in estate poteva sfruttare lo spazio all'aperto) e che, per via dell’emergenza, fino a quando è potuto rimanere aperto, ha visto dimezzare capienza e incassi. “A giugno” racconta Paolo “quando abbiamo ricominciato dopo il primo lockdown, abbiamo perso l’85% del fatturato rispetto all’anno precedente. Dopo un’estate in cui siamo riusciti a lavorare con relativa tranquillità, adeguandoci a tutte le norme e le restrizioni, abbiamo dovuto chiudere di nuovo e ormai siamo fermi da quasi due mesi. Abbiamo provato con l’asporto ma per un ristorante come il nostro la spesa non vale l’impresa perché magari per un ordine di 50 euro serve comunque chiamare cuoco, aiuto cuoco e una persona che faccia le consegne a domicilio. Da quando sono scattate le nuove chiusure, abbiamo incassato solo la prima tranche dei ristori, quelli di novembre, ma quelli che avrebbero dovuto essere erogati dopo l’ultimo Dpcm non si sono ancora visti. Per non parlare dei fondi regionali: abbiamo fatto domanda a maggio ma finora non abbiamo ricevuto nessun contributo”.

“Inoltre” osserva Paolo “i ristori sono solo per le partite Iva e le società. Ma per le persone che vivevano grazie all’attività delle società non è stato previsto nulla, perché non era possibile fare una doppia domanda. Poi è stato sbagliato anche parametrare i ristori sul fatturato di aprile 2019, perché gli incassi di dicembre non sono uguali a quelli di aprile. Forse è servito allo Stato ma non a noi. Inoltre in Abruzzo siamo stati ancora più penalizzati perché siamo stati più giorn in zona rossa. Nonostante questo, abbiamo preso gli stessi ristori di chi, nelle regioni gialle, non ha mai dovuto chiudere”.

Anche il credito bancario agevolato rischia di tramutarsi, secondo i ristoratori, in un’arma a doppio taglio: “A parte che non tutti ne hanno usufruito, comunque quei soldi dovremo restituirli, è un nuovo debito. Vanno bene anche tutte le altre misure ma nell’immediato ci serve liquidità”.

“Noi siamo sempre stati rispettosi delle regole, finora abbiamo fatto tutto quello che ci hanno chiesto. Ma non è servito a niente. Ci sentiamo abbandonati, lasciati allo sbaraglio. E il peggio probabilmente deve ancora venire. E verrà quando finiranno la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti”.

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