Lunedì, 08 Febbraio 2021 15:13

Crisi idrica a L'Aquila, Segreteria H2O: "Gisonni prende atto delle criticità, le conoscevamo da vent'anni"

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Da questa mattina l'erogazione idrica all'Aquila e nell'Aquilano è tornata regolare, dopo i problemi sopravvenuti ieri, domenica 7 febbraio, a causa dei lavori che la struttura commissariale per la messa in sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso guidata da Corrado Gisonni sta effettuando all'interno dei tunnel del traforo.

Il commissario, infatti, aveva comunicato, già da ieri sera, la cessazione delle operazioni, visti i problemi riscontrati dalla popolazione (non solo interruzione del servizio ma anche intorbidimento dell'acqua). Su quanto accaduto, non sono mancate, peraltro, tensioni tra il commissario e la stessa Gran Sasso Acqua.

Sulla vicenda interviene anche la segreteria regionale del forum dei movimenti abruzzesi per l'acqua.

"Sull'operazione dal 10 dicembre" si legge in una nota "avevamo attivato un accesso agli atti al Parco, tuttora in corso. Ora anche al Commissario per capire perché i cittadini non sono stati avvisati con sufficiente anticipo e i rapporti con la Gran Sasso Acqua che sostiene di aver chiesto inutilmente la sospensione dei lavori".

"Per trasparenza siano pubblicati la corrispondenza e i verbali delle riunioni sul sito del Commissario e degli altri enti".

"Alla triste storia dell'acqua del Gran Sasso si aggiunge l'ulteriore tassello della crisi idrica nel capoluogo di regione che sarebbe stata causata dai lavori commissariali nelle gallerie, ora sospesi dopo le criticità che si sono verificate nella distribuzione dell'acqua potabile a L'Aquila e provincia".

"Scrive infatti il Commissario Straordinario nel suo comunicato "preso atto della risposta del sistema idrico gestito dalla Gran Sasso Acqua S.p.A. a seguito di una semplice attività di rilievo e della conseguente crisi idrica che sta interessando parte della popolazione dell’aquilano, ha disposto il fermo delle attività"".

"C'è voluta l'ennesima dimostrazione di una situazione che i cittadini abruzzesi subiscono da 20 anni per far capire al Commissario le potenziali ripercussioni di qualsiasi intervento, anche minimo, su un sistema ormai fallito da anni e che è oggetto di nostri periodici esposti. Eppure avevamo ricordato al commissario appena insediato che nel 2016 era bastata la perdita di 0,5 litri di diclorometano dai Laboratori di Fisica Nucleare per far dichiarare lo stato di emergenza idrica nel teramano".

"Nonostante questi suggerimenti, ancora qualche mese fa il Commissario Gisonni supportava l'idea di pulire le calotte delle gallerie con l'idropulitrice (con la produzione di ben 44 tonnellate di polveri pericolose) rimbrottando pure a mezzo stampa il Parco del Gran Sasso che si opponeva a tale iniziativa ricordando la vulnerabilità del sistema idrico".

"Il Commissario, anche alla luce di quanto accaduto ieri, dovrebbe chiedere scusa e, anzi, ringraziare per essere stato letteralmente salvato da un disastro che avrebbe con ogni probabilità comportato la chiusura della distribuzione idrica per mezzo milione di persone per giorni qualora i lavori fossero stati effettuati con le modalità patrocinate dal commissario e non, come poi avvenuto, a secco".

"Acqua che, tra l'altro, ogni volta che c'è un problema viene messa "a scarico" e, cioè, immessa nei fiumi di un Parco nazionale. Nonostante ciò il Commissario anche questa volta un paio di mesi or sono aveva fatto resistenza per sottoporre l'intervento sui pozzetti attualmente in corso a Valutazione di Incidenza Ambientale, poi effettuata solo dopo una lettera di richiamo della Regione. Il Parco, tra l'altro, ha imposto un sistema di monitoraggio sulla qualità delle acque a scarico".

"Stavolta il Commissario nella relazione di Valutazione di incidenza aveva comunque messo le mani avanti. Vi si legge: "Qualora si rilevasse anche un significativo impatto sulle acque del sistema idrico, da escludere in linea di principio, entrambe i gestori della rete acquedottistica essendo dotati di un sistema di monitoraggio in continuo delle acque captate e di un sistema di early warning in grado di individuare immediatamente la eventuale variazione dei parametri della risorsa che ne dovessero compromettere la potabilità, manderebbero immediatamente a scarico le acque, escludendo problemi per l’acqua potabile"".

"Ora ci chiediamo, visto che i lavori sui pozzetti in questione erano stati programmati da tempo e sono comunque indispensabili per le future scelte sul sistema idrico: i cittadini erano stati avvisati di possibili carenze idriche? Quali attività erano state poste in essere per mitigare eventuali disservizi?".

"Ricordiamo che l'acqua potabile è una questione di ordine pubblico, in special modo in epoca Covid, e stentiamo quasi a credere a quanto leggiamo circa il fatto, riportato dalla stampa, che sarebbe caduta nel vuoto una richiesta di sospensione dei lavori da parte del gestore del servizio idrico volta ad evitare appunto la crisi idrica nelle case".

"Vista la sottovalutazione dei problemi e conoscendo l'andazzo che connota il sistema del Gran Sasso, come facciamo da anni per tutte le vicende che riguardano l'acqua, lo scorso 10 dicembre avevamo attivato un accesso agli atti al Parco del Gran Sasso per avere la corrispondenza con il Commissario e gli altri enti su questa iniziativa. Purtroppo la documentazione non ci è ancora pervenuta".

"Oggi abbiamo attivato un altro acceso direttamente presso il Commissario per ricostruire l'organizzazione dell'attività in corso e come mai si siano verificate criticità, anche per valutare eventuali responsabilità in capo ai vari soggetti coinvolti. Ci farebbe molto piacere se tutta la documentazione per trasparenza e partecipazione fosse pubblicata ad horas sul sito web del Commissario Gisonni e degli altri enti, compresi i dati del monitoraggio ambientale prescritto dal Parco del Gran Sasso".

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