Giovedì, 22 Maggio 2014 13:55

Asl L'Aquila, lettera aperta delle ausiliarie precarie: "Non ci fanno più lavorare, perché?"

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"Salve, dedicateci solo cinque minuti".

A chiederlo, le ausiliarie precarie della Asl dell'Aquila. Si presentano: "Siamo donne, mamme di famiglia ma soprattutto lavoratrici precarie della ASL 1, ormai disoccupate da oltre due anni perché sembra che non ci sia più posto per noi. La nostra qualifica è 'Ausiliario specializzato' ed abbiamo lavorato con contratti a Tempo Determinato dal 1998 al 2012 nell’ospedale San Salvatore. Si lavorava sei mesi poi, se andava bene, dopo sei mesi di fermo si lavorava di nuovo".

Cosa vuol dire, se andava bene? "Non avevamo la chiamata diretta ma la nostra assunzione passava attraverso il Centro per L’Impiego - spiegano - che stilava una graduatoria seguendo loro criteri e quindi noi con il passare degli anni siamo diventate 'ragioniere di noi stesse' perché stavamo attente a rispettare questi criteri sennò non si lavorava". Provano a spiegarsi meglio: "Se si superava un certo numero di mesi lavorativi, venivi cancellato dalle liste dell’ufficio e riscrivendoti iniziavi tutto da capo con il punteggio più alto vedendoti passare davanti persone che magari si erano iscritte molto tempo dopo di te".

Ad ogni contratto, false speranze: "'Guardate che stavolta venite stabilizzate, è sicurissimo'. Ma ogni volta non era vero e come arrivava l’ultimo giorno del contratto, si svuotava l’armadietto, si salutava e meste meste si tornava a casa. Qualcuno dell’ufficio del personale una volta ci disse che noi per la ASL eravamo solo dei numeri ma sicuramente noi non ci siamo mai sentite dei numeri perché questo lavoro non si può fare se non hai un’anima e noi l’anima ce l’abbiamo sempre messa. Nel frattempo alcune di noi hanno anche preso la qualifica di 'Operatore Socio Sanitario' tornando a studiare con impegno".

Come ausiliarie non ci fanno più lavorare, scrivono, perché? "Come OSS attingono sempre ad un vecchio e scaduto avviso pubblico, togliendoci la possibilità di fare anche noi la domanda, perché? Sono tanti i perché ai quali vorremo una risposta ma, negli anni, abbiamo bussato a tante porte per fare queste domande. E sono rimaste sempre chiuse". L’ospedale San Salvatore - incalzano le lavoratrici - "sta diventando sempre di più una succursale di Avezzano, sia per le Specializzazioni sia per il livello occupazionale. Per noi aquilane pare non ci sia posto. Speriamo che con l’avvicinarsi delle elezioni politiche qualcuno ci ascolti ma non vogliamo false promesse bensì risposte concrete sul nostro futuro".

"Il lavoro per noi è soprattutto un progetto di vita - così si conclude la lettera delle ausiliarie - e quando ne facevamo parte, anche se in modo alternato, ci sentivamo dentro questo grande progetto chiamato vita. Noi non vogliamo più stare a i margini ma essere parte attiva".

Ultima modifica il Venerdì, 23 Maggio 2014 01:05

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