Mercoledì, 24 Febbraio 2021 17:06

Inaugurato anno giudiziario Tar Abruzzo. Realfonzo: "Covid ha stravolto l'attività"

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Nel 2020 si sono tenute 23 udienze tra pubbliche, straordinarie elettorali e camerali; sono stati adottati complessivamente 903 provvedimenti giurisdizionali. Definiti con sentenze ordinarie 386 ricorsi. Se a queste si sommano gli altri provvedimenti di chiusura del contenzioso – 99 sentenze così dette brevi, 60 decreti decisori, 4 decreti ingiuntivi – si arriva ad un totale di 564 ricorsi chiusi. Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2020, i procedimenti conclusi al Tar ammontano a 447 gravami, numero di poco superiore ai ricorsi depositati che sono stati 443, con una diminuzione di 91 introitati rispetto al 2019.

Restano pendenti 1914 ricorsi, 117 in meno rispetto alla chiusura dell’anno giudiziario 2019; non si sono formati nuovi arretrati.

Sono alcuni dei numeri forniti dal presidente del Tar Abruzzo Umberto Realfonzo nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno giudiziario, quest’anno in forma ridotta, evidentemente, per il rispetto delle norme anti Covid; accanto al presidente che, in apertura, ha voluto ricordare Antonio Catricalà - già sottosegretario del governo Monti, per sei anni presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato - collega magistrato in Consiglio di Stato morto suicida, c’era il presidente della sezione staccata di Pescara, Paolo Passoni.

“La normale funzionalità del Tar è stata stravolta dalla pandemia”, ha riconosciuto Realfonzo; “anche se è stato oltremodo difficile, il Tribunale amministrativo non ha mai interrotto i servizi grazie alla costante presenza ed all’abnegazione del personale della Segreteria Giurisdizionale e all’efficienza assicurata dal processo amministrativo telematico. Nel periodo iniziale, dall’8 marzo al 6 aprile, siamo comunque stati sempre presenti con lo speciale rito cautelare monocratico; si è così riusciti a dare rapide risposte alla domanda di tutela cautelare con l’adozione di 27 decreti presidenziali, tutti compiutamente motivati anche in diritto, con cui sono state affrontate anche questioni non prive di una notevole complessità ed importanza”.

Tuttavia, nel primo periodo tutte le udienze camerali e pubbliche sono state cancellate ex lege per cui si è persa la possibilità di definire i ricorsi programmati.

“Dal 6 aprile al 15 aprile, solo 8 ricorsi su 16 sono passati in decisione senza discussione orale; per cui, nella prima fase acuta del Covid, tra rinvii ex lege ed a richiesta di parte, si sono dovute rinviare ben 43 cause che erano mature per la decisione del merito”.

Nel successivo periodo, dal 15 al 30 giugno 2020 e, poi, dal 9 novembre 2020 al 31 dicembre, in cui le cause potevano passare in decisione sulla base degli atti o con discussione orale da remoto, “si sono verificate numerose opposizioni alla discussione, richiesta che tuttavia ho sempre respinto. In ogni caso, il covid-19 ha accentuato quella che io chiamo la ‘piaga’ delle richieste, spesso capziose e dilatorie” ha tenuto a sottolineare Realfonzo. “Alla fine, i rinvii nell’anno sono stati un numero abnorme, e più di preciso 122, pari al 25,8% dei 477 affari a vario titolo messi a ruolo per essere definiti, ed hanno cagionato una patologica causa di disfunzione perché, occupando inutilmente numerose caselle di ruolo, impediscono senza ragione la definizione di altri ricorsi”.

Il Tar dell’Aquila, d’altra parte, resta gravato da un gran numero di ricorsi pendenti: “va detto e ribadito, però, che se le cose non cambieranno, non potremo recuperare l’arretrato; d’altra parte, abbiamo 3 magistrati per i 2031 ricorsi che erano pendenti al 31 dicembre 2020: considerato che ogni magistrato può lavorare circa 100 ricorsi l’anno, fate voi i dovuti conti. Il concorso attualmente in corso dovrebbe concludersi a giugno: speriamo di avere almeno il quinto magistrato che ci spetta di diritto”, ha sospirato Realfonzo. Tra l’altro, venerdì scorso è stato indetto un nuovo concorso da 40 posti: “purtroppo, però, troppo spesso i posti a concorso non vengono coperti: nell’ultimo, su 70 ne sono stati presi 31 o 32. C’è poi l’emendamento approvato alla Camera in sede di conversione del Milleproroghe e che prevede un generale dell’organico di 20 posti. Insomma, nel giro di due anni speriamo di avere, per lo meno, assegnazioni sufficienti”.

Realfonzo ha spiegato che, originariamente, aveva indirizzato l’azione del Tar per l’anno appena concluso su alcune direttrici fondamentali che, nonostante la pandemia, si è cercato comunque di perseguire.

“In primo luogo, la ‘pulizia’ degli archivi - cominciata nel 2019 - al fine di concentrare le risorse su quei gravami che sono ancora attuali”.

In esito alla formazione di appositi ruoli, parliamo di 594 ricorsi:

  • 62 sono stati definiti con declaratoria di sopravvenuto difetto di interesse;
  • si è accertata la persistenza dell’interesse alla decisione di 326 ricorsi ultraquinquennali;
  • dei restanti, i cui difensori si erano riservati di presentare la dichiarazione di interesse alla decisione, successivamente alla scadenza dell’anno è comunque decorso il termine semestrale per l’estinzione di altri 147 che sono stati dichiarati perenti con decreti adottati nel 2021.

In secondo luogo, “per cominciare a diminuire le pendenze si è fatto un tentativo per avere in missione alcuni colleghi di altri Tar; purtroppo, essendo la missione stata indetta senza riduzione del carico nel Tar di appartenenza e senza indennità particolari, solo un collega ha ritenuto di dover aderire per amicizia e per puro spirito di servizio”.

In terzo luogo, “per fronteggiare il residuo arretrato si è quindi richiesto al Consiglio di presidenza l’autorizzazione ad effettuare udienze straordinarie di smaltimento del pregresso da convocare in aggiunta alle date ordinariamente calendarizzate con colleghi di altri Tar. Grazie anche alla disponibilità dichiarata da alcune colleghe di altri Tar e all’amico Balloriani della Sezione di Pescara, siamo riusciti ad ottenere la calendarizzazione di tre Udienze straordinarie di smaltimento il 10 marzo, il 12 maggio ed il 6 ottobre 2021, specificatamente destinate a 100 ricorsi. Forse può sembrare che non sia un granché, ma senza un’assegnazione straordinaria di magistrati, tenendo conto dei limiti di carico previsti dalle norme, di più non è possibile fare”.

In un Tar condizionato dalla presenza di un notevole contenzioso pregresso, si corre il rischio ovviamente di finire per fare solo ‘archeologia giudiziaria’. “Fuor di metafora, è evidente che, salvi i casi di particolare urgenza e di quelli che consentono la fissazione prioritaria, negli altri casi, applicando il criterio cronologico, si finirebbe per definire, per la gran parte, solo ricorsi risalenti nel tempo. Per fronteggiare il contenzioso in entrata nell’anno, abbiamo dunque deciso di incrementare il ricorso alle decisioni in forma semplificata, le così dette ‘sentenze brevi’, emettendo una sentenza al posto, ed in luogo, dell’ordinanza cautelare. Con le sentenze brevi, si è raggiunto un tempo di definizione dei relativi contenziosi di circa 31 giorni dal deposito; l’uso di queste sentenze ha consentito una definizione del 26% delle nuove cause introitate nel 2021”.

Dunque, Realfonzo ha sottolineato come non siano mancate “vivaci manifestazioni di qualche amministratore che, anche sui social, ha espresso la sua contrarietà a decisioni sfavorevoli. Non ho ritenuto di dover rispondere però, in quanto, anche in ragione della civiltà dei toni e delle espressioni utilizzate, ho ritenuto fossero comunque una legittima espressione del diritto di critica e dissenso”. Il presidente del Tar Abruzzo ha poi voluto ringraziare la stampa, “per aver riportato sempre correttamente le sentenze dei giudici amministrativi”.

Realfonzo si è lasciato andare ad un solo commento nel merito di una sentenza del 2020 che ha fatto parecchio discutere, quella che, su ricorso della Soprintendenza, ha cancellato con un colpo di spugna gli effetti della delibera del Consiglio Comunale dell’Aquila n. 21 dell’11 aprile 2019 d’approvazione definitiva della variante alle Norme Tecniche di Attuazione del PRG; non solo: il Tar ha annullato, altresì, la deliberazione consiliare n. 84 del 14 ottobre 2019con cui l'amministrazione attiva aveva ritirato, in autotutela, la suddetta deliberazione n. 21 e, di rimando, la n. 12 del 15 febbraio 2018 e la n. 109 del 5 dicembre 2016 relative alla ricostruzione dei centri storici del Comune dell'Aquila.

“A volte mi pare che gli abruzzesi non nutrano un sufficiente amore per la loro magnifica terra così com’è, pensando piuttosto di trasformarla in una sorta di periferia romana; al contrario, la bellezza struggente dell’Abruzzo è rappresentata dai vecchi borghi, dalle piccole frazioni. Il Real Decreto Bottai del 1939 richiamava le parole di Benedetto Croce: il paesaggio non è altro che la rappresentazione della Patria così come arrivata fino a noi. Ebbene, non sono certo contrario al progresso a patto, però, che non devasti l’ambiente che rappresenta, per l’Abruzzo, uno straordinario valore economico”.

Ultima modifica il Mercoledì, 24 Febbraio 2021 22:25

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