Venerdì, 26 Febbraio 2021 10:40

Relazione DIA, PD Abruzzo: “Presenza mafie in regione sempre più allarmante”

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L'Abruzzo resta un "un apprezzabile territorio di approdo" per i clan della camorra napoletana, come quelli dei Contini, Amato-Pagano, Moccia e Mallardo,mper la mafia pugliese, con le batterie Moretti-Pellegrino-Lanza, Piccirella-Testa, ed anche per la Società foggiana; clan che non sono radicati nel territorio regionale ma che qui riciclano il loro denaro e riforniscono di ingenti quantitativi di droga la criminalità locale, quella straniera innanzitutto, a cominciare dai gruppi slavo-albanesi, dai sodalizi sudamericani e, nel teramano, dai gruppi nigeriani affiliati al temibile clan criminale degli Eiye. Contiguità che è lecito supporre pure con le di famiglie di etnia rom, radicate stabilmente lungo le aree costiere della provincia di Pescara e Teramo, come quelle dei Ciarelli, Spinelli, Di Giorgio e Di Rocco.

Lo scrive a chiare lettere la Direzione investigativa antimafia (Dia), nel rapporto illustrato stamane al Ministero dell’Interno e relativo ai primi sei mesi del 2020, quelli segnati dalla pandemia e dal prolungato lockdown.

Nel capoluogo L’Aquila, e nei cantieri della ricostruzione, al contrario, "non si rilevano presenze criminali strutturate", anche se nel tempo talune indagini hanno messo in luce l’esistenza di sodalizi di matrice mafiosa, attivi soprattutto nel settore degli appalti e nel riciclaggio; rischiosa, però, la presenza di esponenti dei clan camorristici e della ‘Ndrangheta nel supercarcere del capoluogo, e nel rapporto viene citato l’arresto di un agente di polizia penitenziaria che agevolava, in cambio di somme di denaro, lo scambio di messaggi tra un boss della Camorra e gli affiliati del suo clan fuori dal carcere.

"Le indagini giudiziarie che si sono succedute nel corso degli anni - mettte nero su bianco la DIA - hanno evidenziato la vulnerabilità del territorio regionale abruzzese agli interessi della criminalità organizzata, sebbene non siano state accertate, allo stato, radicate presenze qualificate da parte dei sodalizi mafiosi”.

Ma la presenza delle mafie in Abruzzo è persino superiore alle dimensioni che emergono dalla relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia.

L’allarme è lanciato dal PD Abruzzo, dalla responsabile del Forum Antimafia Teresa Nannarone e dal segretario Michele Fina, che oltre alla presenza del clan dei casalesi, della ‘ndrangheta e della criminalità pugliese e straniera in regione segnalata dalla DIA ricordano nello specifico “altre indagini portate avanti da Procure di altre Regioni, e perciò non rinvenibili nella sezione Abruzzo, che hanno dato luogo a provvedimenti di arresti e sequestri: quella sulla mafia dei pascoli ad esempio che ha acclarato la presenza della mafia messinese sui terreni di oltre dieci comuni abruzzesi per la truffa dei fondi europei. Così come non possiamo dimenticare né le indagini recentissime condotte dalla DIA aquilana che hanno portato al sequestro di due milioni e mezzo di euro ad un imprenditore aquilano né quelle della DIA di Napoli che ha sequestrato fabbricati e terreni a Castel di Sangro”.

Inoltre, spiegano Nannarone e Fina, “a proposito delle inchieste portate avanti dalla DIA di Napoli, e a conferma di come la provincia di L’Aquila sia già da tempo terreno di interesse per le mafie, ricordiamo che nel corso di un’operazione contro il clan di Secondigliano operante anche in Valle Peligna, nel 2017 veniva sequestrato un immobile a Pacentro e la quota societaria di una immobiliare con sede in Villalago”.

Gli esponenti del PD regionale concludono dicendosi “convinti che aver istituito all’interno del PD Abruzzo un dipartimento che tenga conto di questi temi sia un segno di civiltà e consapevolezza, e cogliamo questa occasione per preannunciare una prossima iniziativa proprio nella provincia dell’Aquila con il senatore Franco Mirabelli, componente della Commissione Antimafia, e per chiedere nuovamente al Presidente Marco Marsilio di uscire dal letargo ed affrontare il tema in tutta la sua gravità ed attualità, cominciando come abbiamo già ripetutamente suggerito con il predisporre un apposito protocollo di intesa”.

Ultima modifica il Venerdì, 26 Febbraio 2021 15:17

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