Il Comitato spontaneo di genitori, insegnanti e studenti “Scuola in presenza” di L’Aquila e Avezzano, aderente alla Rete Nazionale “Scuola in Presenza”, si è ritrovato ieri pomeriggio in presidio presso Piazza dell’Emiciclo (Villa Comunale) a L’Aquila per chiedere a gran voce la riapertura delle scuole.
La stessa manifestazione si è tenuta contemporaneamente in tantissime piazze di tutta Italia.
Ad un anno dall’inizio della pandemia, hanno spiegato i manifestanti, le Istituzioni continuano a non riconoscere l’istruzione in presenza come diritto fondamentale ed essenziale, in violazione della Costituzione; la scuola, ci ricorda infatti l’art. 34, è “aperta a tutti” e tutti i giovani hanno diritto a un percorso di studi di qualità.
Gli studenti, e le loro famiglie, stanno ancora una volta pagando un prezzo altissimo, sia in termini di istruzione negata, sia a causa del danno psicologico e sociale imposto dall’uso prolungato della Didattica a Distanza e dell’obbligo innaturale all’isolamento.
"Sconcertati dalla mancanza di presa di posizione del Governo su un tema fondamentale per il futuro del nostro Paese, sconcertati dalla decisione della giunta Regionale e del Presidente Marco Marsilio di chiudere le scuole nelle zone arancioni, ed in particolare nella provincia dell’Aquila, dove gli indici sono al di sotto della soglia di allerta e preoccupati dalla crescente disuguaglianza sociale", la Rete Nazionale “Scuola in Presenza” tramite il comitato di L’Aquila e Avezzano è scesa in piazza in maniera coordinata per chiedere il ripristino immediato della didattica in presenza per ogni ordine e grado d’istruzione.
La Rete Scuola in Presenza, rigorosamente apartitica e trasversale, raggruppa al momento oltre 20 comitati e associazioni di genitori, insegnanti e studenti di tutta Italia che già da mesi stanno collaborando e si stanno impegnando a favore della scuola. Insieme rappresentiamo quasi 40.000 aderenti e sostenitori che hanno a cuore il futuro del Paese.
La Rete chiede alle Istituzioni di:
- riconoscere che l’istruzione è un diritto fondamentale ed essenziale che deve pertanto rimanere svincolato dall’automatismo delle “zone a colori”. Le Istituzioni si devono adoperare per mettere in atto rapidamente tutte le misure necessarie allo svolgimento delle lezioni in sicurezza e in presenza per ogni ordine e grado di istruzione. La scuola deve essere l’ultimo luogo a chiudere in caso di picco di contagi, non il primo. Non si possono avere centri commerciali aperti e scuole chiuse.
- Rigettare l’uso prolungato e indiscriminato della Didattica a Distanza come strumento di insegnamento in quanto inefficace, svilente per gli insegnanti, discriminatorio per gli studenti provenienti da famiglie fragili e lesivo nei confronti degli alunni con disabilità o difficoltà di apprendimento.
- Ricordare che la tutela della salute della comunità non si esaurisce nella battaglia al Covid-19, ma deve necessariamente includere la difesa della salute psicofisica, oggi gravemente minacciata in bambini e adolescenti. La prolungata mancanza di socialità e di una sana relazionalità didattica sta determinando tra i giovanissimi, un allarmante aumento dei casi di tentato suicidio e di autolesionismo, mentre la scarsa attività fisica e il dilatarsi del tempo trascorso davanti a tablet e PC inducono l’aumento dei casi di pubertà precoce.
Lo stesso comitato “Scuola in Presenza” di L’Aquila e Avezzano, insieme ad altri genitori e insegnanti che hanno voluto aderire, tramite l’avvocato Alessia Giovannelli, ha presentato un ricorso al Tar Abruzzo proprio contro le ordinanze del Presidente della Giunta Regionale n. 11, 13 e 15/2021 che hanno determinato la sospensione della didattica in presenza, dalla scuola primaria fino alle scuole di secondo grado. Tali provvedimenti coinvolgono tutta la Regione, attualmente classificata in zona di rischio "Arancione" e anche la provincia dell’Aquila, nonostante l’indice di contagio sia ormai da settimane notevolmente più basso rispetto a quello delle altre Province abruzzesi.
Il ricorso verte sulla sproporzione delle misura adottata dal Presidente Marsilio - sospensione della didattica in presenza su tutto il territorio Regionale - rispetto alla situazione epidemiologica e sul conseguente illegittimo esercizio del potere da parte della Regione. Detto potere, infatti, sarebbe riservato solo a casi eccezionali e imprevedibili, nonché limitato alle situazioni che non siano state già apprezzate e amministrate dall’Autorità Governativa.