Lunedì, 22 Marzo 2021 15:13

Abruzzo, fase 2 della campagna vaccinale: priorità a pazienti fragili e disabili

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Potenziamento della rete vaccinale territoriale, con oltre 100 centri “spoke” – che andranno ad aggiungersi agli hub già attivati nei principali ospedali - dislocati in tutta la regione; priorità ai soggetti fragili, ai disabili e ai loro caregiver; attivazione, a partire dalla prossima settimana, della piattaforma per le manifestazioni di interesse riservate ai cittadini (in Abruzzo sono oltre 100mila) con età compresa tra i 70 e i 79 anni.

Sono le principali novità che caratterizzeranno la fase 2 della campagna vaccinale anti Covid della Regione Abruzzo.

Il piano è stato illustrato in conferenza stampa dal presidente Marco Marsilio, dall’assessora alla Sanità Nicoletta Verì, dal coordinatore della campagna vaccinale regionale Maurizio Brucchi e dal direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Pierluigi Cosenza.

Dal 24 marzo via alle vaccinazioni dei soggetti fragili

L’inizio simbolico della seconda fase è fissato a mercoledì 24 marzo, quando inizieranno le somministrazioni ai soggetti fragili e ai disabili, finora rimasti esclusi, non senza polemiche.

L’obiettivo, hanno annunciato sia Marsilio che Verì, è quello di raggiungere l’immunità di gregge nel mese di settembre. Sempre che, hanno sottolineato governatore e assessora, tutto fili liscio, che non ci siano interruzioni o rallentamenti nell’approvvigionamento delle dosi e che non si verifichino altre interruzioni come quella dovuta alla sospensione temporanea di AstraZeneca. E, fattore non secondario, che ci sia disponibilità di personale medico-sanitario aggiuntivo rispetto a quello attuale.

Oltre 100 punti vaccinali territoriali

La mini rivoluzione della fase 2 passerà anzitutto per una riorganizzazione complessiva degli aspetti logistici e infrastrutturali, nella cui gestione sarà coinvolta anche la Protezione civile.

Ai centri hub, ossia ai centri vaccinali già allestiti dentro o nei pressi dei principali presidi ospedalieri provinciali, sarà affiancata una rete di oltre 100 spoke, ossia dei punti vaccinazione territoriali. Ciò verrà fatto con l’obiettivo di raggiungere, in una regione orograficamente e morfologicamente “difficile” come l’Abruzzo, con buona parte del proprio territorio occupata da montagne, anche i centri più piccoli e isolati.

I punti spoke saranno attivati in convenzione con i comuni e gli enti locali: non è ancora disponibile una lista completa, anche perché molte convenzioni devono ancora essere firmate, ma saranno 35 in provincia di Teramo, 23 a Pescara, 25 all’Aquila e 27 a Chieti.

L’attivazione dei punti spoke sarà vincolata alla disponibilità di personale medico-sanitario: servono vaccinatori. Finora, ha spiegato Brucchi, delle 300 nuove unità di personale promesse all’Abruzzo dal governo centrale a fronte della campagna di reclutamento straordinario lanciata dall’ex commissario all’emergenza Arcuri, ne sono state assegnate solo 54.

Nella nuova infrastruttura logistica saranno inseriti anche i drive-through e le unità mobili (camper ecc).

Gli accordi con i medici di famiglia e con altre categorie

Per questo la Regione ha chiuso, o è in procinto di farlo, accordi con alcune categorie di medici che saranno arruolati come “riservisti”: ci sono anzitutto i medici di famiglia, che avranno un ruolo centrale, ma anche gli odontoiatri, gli specialisti di medicina dello sport, i pediatri, famrmacisti, i medici convenzionati ambulatoriali. A questi vanno aggiunti anche i medici volontari in pensione.

Il contributo dei medici di famiglia, in particolare, sarà fondamentale, specie quando inizieranno a essere distribuite (sembra da aprile) le dosi di Johnson&Johnson, il vaccino che dovrebbe imprimere un’accelerazione netta alla campagna, visto che è monodose e, non avendo bisogno di essere conservato a basse temperature, non necessita di particolari catene del freddo.

I medici di famiglia potranno vaccinare, stabilisce il piano regionale, anche nei propri studi, laddove ci siano le condizioni per le somministrazioni delle dosi.

Vaccini a domicilio

Saranno i medici di famiglia, per esempio, ad andare a vaccinare a domicilio i pazienti, specie quelli anziani, che non possono essere trasportati negli hub o negli spoke (il piano regionale parla di “coloro per i quali sia già stata attivata l’assistenza domiciliare programmata o per cui ricorrano condizioni di grave rischio nel lasciare il proprio domicilio”). Saranno le Asl e la Protezione civile a occuparsi dell’aspetto logistico delle vaccinazioni a domicilio.

Nuove priorità

In base al nuovo ordine di priorità individuato dalla Regione, in linea con quanto evidenziato dal ministero della Salute nelle “Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19” del 10 marzo, ad avere la precedenza saranno le persone con elevata fragilità (persone estremamente vulnerabili o con disabilità grave). A seguire ci saranno le persone con età compresa tra i 70 e i 79 anni, poi quelle tra i 60 e i 69, poi quelle con meno di 60 anni e “comorbidità” (presenza di patologie non equiparabili a quelle delle persone vulnerabili) e, infine, il resto della popolazione con età inferiore ai 60 anni.

Piattaforma per i 70enni

Da lunedì prossimo, ha annunciato l’assessora Verì, sarà attivata, sul sito del dipartimento regionale della Sanità, la piattaforma per inviare le manifestazioni di interesse riservata ai cittadini e alle cittadine con età compresa tra i 70 e i 79 anni.

Fragili

Nella categoria dei soggetti a elevata fragilità rientrano le persone affette da patologie valutate come particolarmente critiche. L’elenco è abbastanza lungo e comprende: malattie respiratorie come la fibrosi polmonare idiopatica; malattie cardiovascolari come lo scompenso cardiaco di classe avanzata; malattie neurologiche come la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica, la distrofia muscolare; il diabete e le endocrinopatie severe come il morbo di Addison; l'insufficienza renale; la fibrosi cistica; malattie autoimmuni; malattie epatiche; malattie cerebrovascolari; malattie ematiche ereditarie (come la talassemia). Fanno parte di questo gruppo anche i malati oncologici, i pazienti reduci o in attesa di trapianto, le persone affette da sindrome di Down, le persone affette da grave obesità (con BMI maggiore di 35), e le persone sieropositive. Nella fascia delle persone fragili e vulnerabili rientrano, in Abruzzo, circa 106 mila persone.

Disabili

In questa categoria sono comprese tutte le persone affette da disabilità fisica, sensoriale, psichica e intellettiva, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104. Si tratta, per esempio, delle persone in coma e in stato vegetativo o di chi soffre di forme gravi di demenza, lesioni midollari e spinali, ritardi mentali o autismo, e per questo non è autosufficiente. In totale, a livello regionale, parliamo di 7893 persone: 1596 in provincia dell’Aquila, 2179 in provincia di Chieti, 2108 in provincia di Pescara e 2010 in provincia di Teramo.

Caregiver

Per entrambe le categorie a essere vaccinati saranno anche i caregiver, mentre per il momento resteranno esclusi i familiari, che saranno chiamati in una fase successiva. Per coloro che devono sottoporsi a particolari trattamenti o a cicli di cure, la vaccinazione avverrà in una finestra temporale individuata dal medico specialista. Saranno vaccinati anche gli insegnanti e i membri del personale scolastico e universitario non docente disabili o affetti da fragilità rimasti finora esclusi.

Over 80

Le vaccinazioni delle nuove categorie individuate come prioritarie procederà in parallelo all'ultimazione delle categorie per le quali le somministrazioni sono già iniziate. Per gli ultaottantenni, per esempio, la partita dovrebbe chiudersi in pochi giorni, ha detto Brucchi. Al momento è stato vaccinato l'80% circa degli appartenenti a questa categoria (ovviamente tra coloro che hanno aderitoalla campagna mediante manifestazione di interesse).

Ultima modifica il Martedì, 23 Marzo 2021 11:06

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