"Neanche il tempo di gioire per la ricostruzione della nostra Torre Medicea che gli operatori turistici di S. Stefano di Sessanio hanno avuto una poco gradevole sorpresa: l’Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco Fabio Santavicca, si appresta a discutere nel prossimo Consiglio Comunale, fissato per il 13 aprile, l’approvazione del Regolamento comunale per l’istituzione e l’applicazione dell’imposta di soggiorno. Forse i nostri amministratori non si sono accorti che siamo in piena pandemia da Covid 19 e che tutte le attività turistiche (ricezione, ristoranti, bar,ecc.) sono chiuse".
Si legge in una nota firmata dalla "maggioranza degli operatori" del borgo dell'aquilano.
"Non si sono accorti che le attività sono chiuse e che non hanno il piacere di ricevere turisti dai primi giorni del mese di novembre 2020? Strano, considerato che nel Consiglio e in Giunta siedono almeno 3 operatori turistici, di cui uno impegnato nelle manifestazioni per le riaperture. Da quanto ci risulta, in provincia dell’Aquila e nell’intero Abruzzo si possono contare sulle dita di una mano i comuni che hanno introdotto tale tassa. E’ da tener presente che molti centri di turismo balneare abbassano o annullano l’imposta nei periodi di bassa stagione; da noi l’alta stagione dura meno di un mese".
Con l’istituzione di tale tassa - sottolineano gli operatori - "si penalizzerebbero ulteriormente gli operatori che con estremo sacrificio hanno investito, spesso indebitantosi, nel nostro paese, creando movimento turistico e significativi posti di lavoro. Certo, la tassa è a carico dei turisti ma chi verrebbe a S.Stefano se il soggiorno nei borghi vicini, distanti pochissimi chilometri, costasse qualche decina di euro di meno con maggiori servizi? Altri centri, piccoli e grandi, stanno attuando iniziative per ridurre o rateizzare le imposte comunali (TARI,IMU, addizionale comunale sull’IRPEF , ecc.) e si stanno impegnando ad organizzare eventi per attrarre turisti. Gli amministratori di S.Stefano di Sessanio invece di favorire il turismo e gli operatori pensano che sia giusto ed opportuno allontanare gli amanti della montagna dal nostro borgo. Strano modo di fare turismo".
Proseguendo su questa strada, con la crisi economica legata non solo alla pandemia, "assisteremo alla chiusura o alla mancata riapertura di alcune attività. Per il nostro Borgo sarebbe la morte civile e per i vicoletti all’ombra della torre, appena ricostruita, passeggeranno solo cinghiali o lupi, a due e quattro zampe (turismo mordi e fuggi)".