Domenica, 18 Aprile 2021 21:55

L'andamento del contagio in Italia: Abruzzo tra le regioni a rischio basso

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Si conferma la lenta decrescita della curva dei contagi e dei ricoveri, ma resta tristemente elevato il numero dei decessi. Fanno sperare i primi segnali di una diminuzione della pressione sui reparti ospedalieri e le terapie intensive, anche se l’occupazione di queste ultime è rimasta piuttosto alta. Si può sintetizzare così l’andamento della pandemia in Italia.

Ecco la situazione epidemiologica e ospedaliera relativa all’emergenza Covid-19, secondo i dati dell’ultima settimana.

L'indice Rt è sceso ancora, raggiungendo il valore nazionale di 0,85, ma i valori dell’epidemia, sia pure in lieve discesa, restano ancora elevati ed è dunque necessario, ha avvertito il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, tenere la "guardia alta". A livello locale, quasi tutte le regioni stanno migliorando, ma ci sono diverse province in cui la situazione è ancora delicata con un’incidenza molto alta.

NUOVI CASI – Per quanto riguarda i nuovi casi, la curva ha continuato la discesa iniziata nelle ultime settimane. Si va dal minimo settimanale di lunedì 12 aprile con 9.789 casi, dato che però come sempre risente del minor numero di tamponi effettuati la domenica, ai 16.974 casi del 15 aprile. Nel resto dei giorni il livello è stato più o meno sempre lo stesso, con un numero che ha oscillato tra i 15 e i 16mila nuovi casi quotidiani.

TASSO DI POSITIVITÀ – Il dato sui nuovi casi va naturalmente tarato sul numero di tamponi effettuati. Il tasso di positività registrato nell’ultima settimana ha confermato sostanzialmente il trend di calo già visto la settimana precedente (escludendo l'eccezionalità dei giorni “pasquali”), con una percentuale di positivi che si è stabilizzata tra il 4 e il 5% (il minimo si è toccato il 13 aprile, 4,4% e il massimo il 15 aprile, 5,3%).

Il calo dei casi è confermato anche dalla discesa dell'indice Rt nazionale a 0,85, rispetto allo 0,92 della scorsa settimana, come emerso dai dati contenuti nel monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute.

"La curva italiana mostra una lenta decrescita: quasi tutte le regioni hanno un calo dell'incidenza, che è pari a 182 per 100mila abitanti", ha sottolineato il presidente dell'Iss Brusaferro.

L'incidenza dei casi resta comunque elevata e ancora lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e del tracciamento dei loro contatti.

TAMPONI – All'inizio della scorsa settimana, il numero di test aveva risentito di una forte diminuzione per via delle festività pasquali. Questa settimana il trend è tornato a crescere, anche se le cifre sono rimaste leggermente minori rispetto alle settimane che hanno preceduto la Pasqua. Se si esclude il dato di lunedì (190.635), che come sempre risente dei minori test effettuati la domenica, dopo il calo pasquale i tamponi effettuati sono tornati stabilmente sopra quota 300mila, oscillando tra i 304.990 di martedì 13 aprile ai 334.766 di venerdì 14.

DECESSI – Dopo sette giorni drammatici con il picco di 627 vittime del 7 aprile (il dato peggiore dal 5 gennaio), nell’ultima settimana i decessi purtroppo si attestano ancora su cifre molto alte. In tre giorni su 6 le vittime sono state più di 400, con un picco martedì 13 aprile quando sono state 476. Come ricordano gli esperti, la mortalità è l'ultimo parametro a calare dopo quello dei casi e dei ricoveri.

Nell'ultima settimana i decessi sono stati 2.422, con il livello più alto toccato il 13 aprile. La settimana precedente erano stati 2.635 (nel conteggio non state inserite le 258 vittime comunicate in un solo giorno dalla Sicilia che per via di un ricalcolo ha reso noti quei decessi avvenuti nei mesi precedenti e inseriti in ritardo nel sistema).

RICOVERI E TERAPIE INTENSIVE - Oltre a quello dei casi, prosegue anche il calo del numero dei ricoverati in reparti ordinari e quello dei ricoverati in terapia intensiva, iniziato metà della settimana precedente dopo il picco della terza ondata raggiunto il 6 aprile, ma il livello complessivo di occupazione dei posti letto per Covid continua a restare comunque sopra i livelli delle soglie di allerta.

A inizio settimana i ricoverati in terapia intensiva erano 3.585. Il calo è proseguito per tutta la settimana, fino ad arrivare a quota 3.340 sabato 17. Per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari, a inizio settimana erano 27.251, dopo un leggero aumento registrato lunedì 12 aprile (+78), la cifra ha cominciato costantemente a scendere fino ai 24.100 di sabato 17.

Secondo il monitoraggio settimanale Iss, la pressione sulle terapie intensive e i reparti ospedalieri resta alta, con un tasso di occupazione a livello nazionale al di sopra della soglia critica in terapia intensiva (37% rispetto alla soglia di allarme fissata al 30%) e poco al di sotto nei reparti ordinari (38% contro il 40% della soglia critica).

TERAPIE INTENSIVE NELLE REGIONI -  La Lombardia è la regione con il più alto tasso di occupazione delle terapie intensive: 51%. Seguono Puglia, Valle d'Aosta e Piemonte. Le regioni con meno posti occupati in terapia intensiva sono Provincia di Bolzano (13%), Basilicata (17%), Campania (21%) (dati Agenas - Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).

"C'è ancora un sovraccarico dei servizi assistenziali”, ha sottolineato il presidente dell’Iss Brusaferro presentando il monitoraggio settimanale.

REGIONI - Resta preoccupante la situazione della Valle d’Aosta, che rimane la regione col più alto tasso di positivi per 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni e l'unica a superare l’incidenza di 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti, la soglia fissata per introdurre le misure più restrittive: 259,13. Le altre regioni con l'incidenza più alta sono tutte al Sud: Puglia (247,44), Basilicata (239,67) e Campania (236,85).

Tra le regioni con i dati più incoraggianti ci sono Provincia autonoma di Bolzano (71,72), quella con il dato più basso, Molise (incidenza di 81,53, nonostante una crescita dai 59,88 della settimana precedente), Umbria (90,1), in discesa dalla settimana precedente.

In generale però nel resto d'Italia, a livello di regioni, l'incidenza dei contagi è ancora lontana dalla soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti che come detto permetterebbe il ripristino del tracciamento dei contagi.

Il monitoraggio Iss ha evidenziato "un'ulteriore diminuzione del livello generale del rischio" a livello nazionale: una Regione (Calabria) ha un livello di rischio alto (contro 4 della scorsa settimana), sedici Regioni/PPAA (contro 15 della scorsa settimana) hanno una classificazione di rischio moderato (di cui 4 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e tre Regioni (Abruzzo, Campania, Veneto) e una Provincia Autonoma (Bolzano) hanno una classificazione di rischio basso.

Ultima modifica il Lunedì, 19 Aprile 2021 10:58

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