Che la gestione della campagna vaccinale, in Abruzzo, sia caratterizzata da confusione, scivoloni e passi indietro, è oramai evidente.
Non sono bastate le inchieste della magistratura sui presunti furbetti, cittadini che hanno 'saltato la fila' pur non avendone alcun diritto. Non è bastata la figuraccia per la vaccinazione dei magistrati, prima consentita con una delibera di giunta che ha 'interpretato' in modo estensivo il dettato nazionale e poi liquidata dal governatore Marsilio "ad un errore della Asl di Pescara".
E ancora. Non è bastata la poca trasparenza sulla ripartizione dei vaccini tra le aziende regionali, con la Asl 1 che ha centinaia di dosi AstraZeneca ancora stoccate, per le rinunce dei cittadini a farsi inoculare il siero anglo-svedese, ma manca di un numero congruo di dosi Pfizer e Moderna; tantomeno sono bastate le differenti modalità di somministrazione dei vaccini a seconda della Asl di appartenenza: se a L’Aquila si sta somministrando AstraZeneca per gli under 60, non rispettando le raccomandazioni dell’EMA, a Pescara vengono somministrati Pfizer o Moderna, per fare un esempio.
In questi giorni, abbiamo assistito al 'pasticcio' del cambio di piattaforma di prenotazione; Regione Abruzzo ha deciso di chiudere la piattaforma regionale dedicata alle categorie prioritarie (disabili gravi certificati legge 104/92, caregivers, familiari conviventi delle persone con grave disabilità, fragili e ultraottantenni) aderendo a quella di 'Poste Italiane': così facendo, però, le persone con priorità riconosciuta dal piano nazionale vaccinale che non l'avevano ancora fatto si sono ritrovate nell'impossibilità di prenotarsi, considerato che la nuova piattaforma è aperta soltanto per fasce d'età.
Insomma, è accaduto che potevano prenotarsi gli ultrasettantenni ma non i fragili.
Dinanzi alle proteste delle associazioni dei disabili, l'assessora Verì ha risposto che in Abruzzo nessuno sarebbe stato lasciato indietro: "la piattaforma regionale per l'adesione dei soggetti fragili era stata aperta lo scorso 18 gennaio ed è stata chiusa dopo 3 mesi, con oltre 133mila registrazioni", ha sottolineato; "avevamo anche comunicato, con alcuni giorni d'anticipo, la necessità di chiudere il sistema regionale per consentire il passaggio definitivo al sistema 'Poste', che funziona non per categorie, ma per fasce d'età. In ogni caso, i soggetti vulnerabili che non si erano ancora iscritti potranno sempre rivolgersi al proprio medico di assistenza primaria, che verificherà se il loro caso sia uno di quelli per i quali le linee guida ministeriali prevedono la vaccinazione prioritaria".
Poche ore dopo, il passo indietro: la Regione ha comunicato la riapertura della piattaforma regionale per i cittadini con priorità riconosciuta. Con la confusione che ne è generata.
E' proprio sulle fragilità che la governance regionale ha mostrato tutti i suoi limiti. Le linee guida del piano vaccinale nazionale, così come emanate nel marzo scorso, prevedevano che ci fossero delle priorità nella gestione delle categorie fragili, vaccinando per primi, come logico, i così detti "altamente fragili"; invece, sulla piattaforma regionale si è consentita l'iscrizione a chiunque avesse un codice di esenzione per una qualsiasi patologia, senza che fossero inserite delle priorità specifiche.
A leggere le linee guida, in effetti, non basta aver avuto un tumore nell'arco della propria vita per essere considerato paziente oncologico a rischio, ma bisogna essere in fase avanzata di malattia o aver ricevuto trattamento immunosoppressivo (la chioterapia, per esempio) negli ultimi sei mesi; non basta essere diabetici, per fare un altro esempio, ma bisogna avere un diabete di tipo 1 (molto meno diffuso) o di tipo 2, a patto che sia in cura con almeno due farmaci o che ci siano già state delle complicanze.
In Abruzzo è accaduto che persone sotto chemioterapia, e dunque "altamente fragili", siano state vaccinate settimane dopo altre, in perfetta salute, iscritte alla piattaforma con un codice esenzione dovuto, per esempio, ad una pregressa patologia tiroidea. Non si è dato seguito, insomma, a quanto stabilito dal piano vaccinale.
Non solo.
Si è specificato che la piattaforma per le categorie fragili era ed è aperta anche ai caregiver e i familiari conviventi; in realtà, andrebbe meglio specificato che in Abruzzo vengono vaccinati familiari conviventi delle persone certificate con legge 104/92; per intendersi: i familiari conviventi di persona "altamente fragile" per patologie oncologiche sotto trattamento, ma non beneficiante della legge 104/92, non possono essere vaccinati. Eppure, il piano vaccinale nazionale prevede in modo chiaro che debbano essere sottoposti a vaccino.
Va aggiunto, d'altra parte, che al momento, in Abruzzo, non è stata ancora avviata la campagna vaccinale neanche sui familiari conviventi con legge 104/92.