Mercoledì, 21 Aprile 2021 12:24

L'Aquila-Roma, Cialente: "Battersi per ridurre tariffe autostradali"

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Ridurre il pedaggio autostradale avviando una battaglia con il Governo affinché lo Stato 'copra' la parte dovuta ogni anno dal concessionario ad Anas e che ricade, ovviamente, sulle tasche dei cittadini abruzzesi. 

E' la proposta dell'ex sindaco dell'Aquila Massimo Cialente che entra nel merito della discussione sul collegamento tra L'Aquila e Roma, dentro il più ampio confronto sulle infrastrutture su ferro che dovrebbero consentire all'Abruzzo di fare da Regione 'cerniera' del corridoio europeo est-ovest, dalla penisola Iberica ai Balcani, attraverso le portualità di Civitavecchia e, si spera, di Ortona.

"Il vero collegamento tra l'Abruzzo e Roma è legato alla trasversalità est-ovest: bisognerà sciogliere i nodi sul passaggio del corridoio dal porto di Ortona o, piuttosto, di Ancona, come vorrebbe Regione Marche; soltanto se la nostra Regione starà dentro la trasversale, ponendosi come cerniera europea, si potrà discutere del collegamento ferroviario veloce tra le due coste e, dunque, valuare quale sia il tracciato più vantaggioso, quello previsto dallo studio di prefattibilità di Rfi acquisito dalla Giunta regionale o quello che prevede il passaggio per L'Aquila, misurando costi e benefici tenendo presente che parliamo del trasporto di passeggeri e di merci e che, dunque, ci sono dei parametri precisi da rispettare, penso alle pendenze ma non solo".

Ci vorrà tempo, però, e se pure si dovesse arrivare al finanziamento del collegamento su ferro ci vorranno anni per portare a termine i lavori. "E nel frattempo?", si chiede Cialente; attualmente, "l’Abruzzo ha una sola vera via di comunicazione degna di questo nome, ed è rappresentata dalle autostrade A24 e A25 che sono a servizio, in particolare, di aree interne penalizzate dall'assenza di collegamenti su ferro e ancora sofferenti per gli effetti dei terremoti del 2009 e del 2016/2017, e che sono state poste tra le infrastrutture 'strategiche ai fini della Protezione civile' a livello nazionale". 

Di qui, la proposta: "Le autostrade abruzzesi, al momento, sono le più care d'Italia e tra le più care d'Europa; se si vuole davvero scommettere sulla rinascita dei nostri borghi, ricostruiti con i soldi degli italiani, se si vuole investire sulle aree interne come luoghi dall'alta qualità della vita capaci di attrarre persone che, approfittando dello smartworking, vogliano allontanarsi dalla vita frenetica delle grandi città, bisogna fare in modo che siano collegati in modo efficiente ed a prezzi concorrenziali. Dunque, se il Governo vuole investire sul rilancio delle nostre aree interne deve intervenire per rendere competitivo il pedaggio autostradale che permetterebbe di rilanciare il pendolarismo, consentendo a chi decida di trasferirsi nei nostri borghi e ha comunque la necessità di raggiungere Roma un paio di giorni a settimana di poterlo fare a prezzi contenuti con la propria automobile e, soprattutto, con i bus che, a quel punto, potrebbero abbassare il prezzo del biglietto".

Come si possono abbassare, però, i prezzi dei pedaggi autostradali? "Intervenendo sulla quota che il concessionario verso annulamente ad Anas", la risposta di Cialente; in sostanza, "lo Stato potrebbe 'coprire' la quota spettante ad Anas chiedendo al concessionario di scalarla dal prezzo del pedaggio".

E' chiaro che la proposta si intreccia con l'urgenza di rivedere, finalmente, il piano economico finanziario (Pef) così come previsto dalla legge 228 del 2012 che, riconoscendo le autostrade come arterie strategiche, ha imposto lavori straordinari di messa in sicurezza antisismica; trattandosi di interventi non previsti nel bando di gara del 2001, si è reso necessario definire un nuovo rapporto concessiorio tra Strada dei Parchi e Stato che tra battaglie, scontri e un duro contenzioso tra il concessionario e il Ministero delle Infrastrutture, non si riesce ancora ad approvare. 

Sul tavolo c'è un maxi progetto da 3,1 miliardi di euro per la messa in sicurezza delle autostrade, 2 miliardi a carico dello Stato e 1,1 a carico del concessionario, dentro una cornice concessionaria che dovrebbe prevedere anche una rimodulazione delle tariffe a fronte di un allungamento dei termini dell'affidamento, al momento fissati al 2030.

Ad aprile, il Consiglio di Stato - prendendo atto dei ritardi e dell'inerzia che ha caratterizzato in questi anni l'attività del Ministero delle Infrastrutture - ha imposto la nomina di un commissario ad acta che, di fatto, è l'interlocutore esecutivo della società concessionaria in questa difficile trattativa: si tratta di Maria Barillà, capo Dipartimento per il Coordinamento amministrativo (Dica) presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Una figura, quella del commissario ad acta, che tra l'altro deve lavorare con un'altra figura commissariale, l'ingegnere idraulico Maurizio Gentile, amministratore delegato e direttore generale di Rete ferroviaria italiana, nominato dal Governo nel 'Decreto rilancio' per avviare le opere di messa in sicurezza antisismica delle autostrade abruzzesi.

A quanto si è potuto apprendere, di fatto l'iter è ripartito daccapo e l'investimento potrebbe essere anche maggiore dei 3,1 miliardi previsti. 

E' in questa cornice che va letta la proposta di Cialente. 

Ma come mai Strada dei Parchi deve versare una quota annua ad Anas? La risposta è semplice: come corrispettivo annuo per la concessione autostradale, sotto forma di rate. Negli anni scorsi, il concessionario aveva avviato una battaglia legale mettendo in dubbio la legittimità costituzionale della norma ponendo il problema che il pagamento di quelle rate fosse, in realtà, di spettanza del Ministero delle Infrastrutture, in quanto soggetto concedente, e non dell'Anas. Tuttavia, la Corte costituzionale, con sentenza n. 181/2019 depositata nel luglio 2019, ha confermato la legittimità costituzionale dell’art. 52-quinquies del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 nella parte in cui afferma, appunto, la spettanza in capo ad Anas del credito relativo alle rate del corrispettivo di concessione delle autostrade A24 e A25.

E questo sebbene l'Anas abbia cessato ex lege, dal primo ottobre 2012, di essere concedente, con le relative funzioni passate in capo al Mit.

In sostanza, i giudici hanno ribadito che le risorse dovute ad Anas rappresentano il ‘prezzo di acquisto’ della concessione Strada dei Parchi, che il concessionario si era impegnato (a seguito dell’aggiudicazione della gara indetta nel 2001 per ottenere la concessione) a pagare Anas in forma rateale con relativi interessi. Al luglio 2019, stando a ciò che si era potuto apprendere, la situazione creditoria di Anas nei confronti di Strada dei Parchi per crediti scaduti era pari a circa 154 milioni di euro; il capitale residuo dovuto ad Anas per l’acquisto della concessione era pari, invece, a circa 600 milioni di euro, al netto dell’Iva.

Non sappiamo quale sia la situazione ad oggi. 

Sta di fatto che Cialente propone sia lo Stato a farsi carico di quanto dovuto da Strada dei Parchi ad Anas, con la società concessionaria che dovrebbe ovviamente scalare quanto dovuto come prezzo d'acquisto della concessione dai pedaggi pagati dagli abruzzesi e da coloro che viaggiano su A24 e A25.

Ultima modifica il Giovedì, 22 Aprile 2021 16:36

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