Un episodio agghiacciante è accaduto nel cuore del Parco regionale Sirente Velino, tra i boschi di Goriano Valli e Secinaro.
Una giovane cerva è stata presa al laccio: un fatto di bracconaggio che indigna.
Non è la prima volta che sul territorio vengono rinvenuti lacci d'acciaio a scatto per la cattura di animali selvatici, una pratica primitiva e violenta.
A trovare l'animale sofferente, che tentava disperatamente di liberarsi, è stato Luca Di Vincenzo, amante della natura e profondo conoscitore del territorio protetto nonché fotografo naturalista che ha immediatamente avvertito i Carabinieri forestali che hanno avviato le indagini; sul posto è arrivato anche un veterinario della Asl che ha appurato che il laccio aveva reciso un tendine della cerva.
Dunque, l'animale è stato sedato e liberato: trasportata al centro di recupero della fauna selvatica di Popoli, la cerva dovrà essere operata. Ci vorranno almeno due mesi per il recupero; poi si deciderà se reintrodurla o tenerla in un centro adeguato.
Per fortuna, il pronto intervento di Luca Di Vincenzo, della Forestale e della Asl ha salvato l'animale.
"La pratica dei lacci, oltre a essere ovviamente illegale, è vile e cruenta perché sottopone gli animali ad atroci sofferenze e non è selettiva, qualsiasi animale selvatico e domestico può cadere nella trappola", le parole della delegata regionale del WWF Mena Ricci. "Sono necessari la sorveglianza e il controllo del territorio e per questo il ruolo delle aree protette è fondamentale, non si comprende come si possa pensare di ridurre il perimetro del parco regionale Sirente Velino quando sarebbe opportuno pensare a un suo rilancio e al suo corretto funzionamento".
"Ancora una volta le nostre splendide montagne sono costrette ad assistere ad episodi di barbarie", il commento di Enrico Perilli della segreteria regionale di Sinistra Italiana e del segretario provinciale del partito Stefano Lucantonio. "La cerva catturata con un laccio di acciaio, tecnica di bracconaggio tra le più crudeli, ferita, spossata dal dolore e dalla paura, bloccata da giorni con un tendine reciso, è la dimostrazione che non tutti gli uomini che abitano le montagne sono persone perbene. Verso questi crimini e criminali non bisogna avere nessuna indulgenza e tolleranza". Quel territorio, meraviglioso - aggiungono Perilli e Lucantonio - da anni assiste ad episodi di feroce bracconaggio: solo una settimana fa sono stati avvelenati decine di animali selvatici, l'orsa amarena, con i suoi cuccioli, è viva per miracolo. Chiediamo una politica di valorizzazione e controllo del Parco Sirente Velino, che si rinunci alla strampalata idea della riperimetrazione, che farebbe felici anche questi delinquenti, e si investa sulla grande bellezza di quell'area".
Video e foto sono state realizzate da Luca Di Vincenzo