22 milioni di euro circa: è il debito accumulato dal Comune dell'Aquila per la mancata gestione del progetto Case e Map.
A fare il punto è stato il responsabile del 'Servizio gestione patrimonio comunale ordinario e post sisma', Dino Tarquini, che da qualche mese, a seguito dell'ennesima riorganizzazione della macchina comunale, ha iniziato ad occuparsi, tra le altre cose, anche delle utenze riferite agli alloggi realizzati nel post terremoto.
Audito dalla IV Commissione regolamento, Tarquini ha dipinto un quadro a tinte fosche: "stiamo affrontando un problema enorme, di impossibile soluzione nel suo complesso" le parole del funzionario.
Va ancora quantificata con esattezza l'entità dei debiti pregressi riferiti alle morosità, alle bollette inviate e non pagate dagli assegnatari: una stima realistica restituisce un buco di almeno 13 milioni di euro; una parte di questo debito, tra l'altro, non è più recuperabile, essendo andata in prescrizione.
E su questo, è emerso chiaramente, sta indagando la Procura della Corte dei Conti; si tratta, evidentemente, di un possibile danno erariale.
Vanno aggiunti almeno altri 9 milioni già anticipati dal Comune alla società Antas per 'coprire' il mancato invio delle bollette dal mese di luglio del 2018.
Ed ora, si prova a correre ai ripari. "Stiamo affrontando la situazione in modo deciso, avviando una serie di iniziative che ci auguriamo possano aiutarci ad affrontare problematiche che si trascinano irrisolte da anni. Innanzitutto, stiamo riallineando il pagamento dei canoni di compartecipazione: il mese scorso abbiamo chiuso l'annualità 2020, inserendo tra l'altro la possibilità di pagare con il sistema PagoPA che, in prospettiva, porterà dei vantaggi nei controlli. Questa settimana, partirà l'emissione del primo trimestre 2021", ha assicurato Tarquini.
Inoltre, con la rideterminazione del metodo di ripartizione dei costi per riscaldamento e acqua calda, approvata dalla Giunta comunale, "possiamo calcolare ed emettere le bollette per il periodo che va dal luglio 2018 al giugno 2020; contiamo di farlo entro la fine di maggio". In altre parole, la prima emissione comprenderà due anni di arretrati. Nel mese di settembre, poi, "dovrebbero essere emesse le bollette riferite all'anno termico luglio 2020-giugno 2021" ha aggiunto Tarquini.
Per gli assegnatari del progetto Case e Map, insomma, si preannuncia un vera e propria stangata.
Nel frattempo, si tenterà di rideterminare l'esatta entità delle morosità che, come teniamo a ribadire, fanno riferimento a bollette emesse fino a giugno 2018 e mai pagate: "Detto che una parte del debito è andata in prescrizione, stiamo cercando di recuperare ciò che possiamo" ha confessato Tarquini, parlando di un quadro "allarmante".
Se si aggiunge che "vanno approfondite alcune verifiche di tipo strutturale", e la condizione di alcune palazzine "potrebbe non essere così rosea" ha chiarito Tarquini affermando, esplicitamente, che potrebbe "ridursi fortemente il numero reale delle abitazioni agibili e, dunque, utilizzabili", si comprende come la situazione sia assolutamente fuori controllo. "Stiamo trovando difficoltà anche a ricostruire il passaggio della gestione degli alloggi dalla Protezione civile al Comune, nel 2010", ha riconosciuto il funzionario comunale.
Staremo a vedere se si riuscirà a recuperare almeno una parte delle morosità e se verranno finalmente inviate le bollette arretrate ai cittadini assegnatari che, per l'inefficienza del Comune dell'Aquila, entro il mese di ottobre dovrebbero ricevere i bollettini per il pagamento di tre anni di consumi di acqua calda e riscaldamento.
Un lavoro gravoso per un settore che, d'altra parte, in questi anni è stato 'svuotato', potendo contare soltanto su due unità di personale che si occupano delle pratiche a livello amministrativo e tre operai (in organico ne sono previsti 4, ma uno degli operai è in malattia da lungo tempo) che dovrebbero occuparsi dei 4449 alloggi Case e dei 1181 Map.
"Abbiamo chiaro qual è il lavoro da fare, ma al momento manca personale" le parole di Tarquini.