Giovedì, 05 Giugno 2014 16:34

Grandi Rischi, ancora polemiche. Vittorini e Apl rispondono a Gabrielli

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"Rispetto profondamente i familiari delle vittime e il loro dolore ma dal nostro punto di vista quella sulla Grandi Rischi è una sentenza devastante".

Continuano a far discutere le parole del capo dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli che - nell'ultima visita a L'Aquila per la sottoscrizione di un protocollo di intesa con Enel sulla gestione delle emergenze - a domanda di NewsTown è tornato a esprimersi sul processo alla commissione Grandi Rischi, che tra pochi mesi approderà in Corte d'Appello.

Gabrielli ha inteso così replicare a Vincenzo Vittorini, rappresentante dell'Associazione dei familiari delle vittime del terremoto che, in una intervista al nostro giornale, aveva definito 'pizzini istituzionali' alcune recenti dichiarazioni rilasciate dallo stesso capo della Protezione Civile e da Stefano Gresta dell'Ingv sulla sentenza del tribunale dell'Aquila.

"Mentre, dopo la conclusione del processo di primo grado, nessuno dei familiari delle vittime ha detto nulla sulla sentenza, noto invece che, in quest'ultimo periodo, e in varie occasioni pubbliche, alcuni rappresentanti delle istituzioni, anche di alto livello, sono entrati a gamba tesa su un processo ancora in corso", aveva sottolineato Vittorini. "Ho definito queste intromissioni dei 'pizzini' perché mi sembra che questi personaggi stiano utilizzando gli stessi sistemi per influenzare chi sarà chiamato a giudicare e ciò non è tollerabile".

"Innanzitutto" ha detto nella sua risposta Gabrielli "già il fatto che quelle dichiarazioni le abbia rese pubblicamente è in contrasto con l'immagine dei pizzini. Io ritengo che dal nostro punto di vista la sentenza sulla Grandi Rischi sia una sentenza che crea molti problemi. Da tre anni mi sto battendo per dire che il tema della sicurezza sismica, nel nostro Paese, passa attraverso un intervento sulla vulnerabilità degli edifici. Una sentenza che afferma che questo problema è 'tanto ovvio quanto inutile', dal mio punto di vista, è devastante".

"Io" ha proseguito Gabrielli "rispetto le sentenze quando hanno l'autorità di cosa giudicata, il che non ci esime dal poterle commentare, perché se non si potesse nemmeno più commentare le sentenze saremmo al paradosso. Rispetto dal profondo del cuore le posizioni dei familiari, il cui dolore non credo possa essere lenito da una sentenza. La mia preoccupazione, che non ha niente a che fare con i pizzini, è che passi l'idea che le catastrofi naturali possano essere previste e che quindi ci si aspetti, più o meno messianicamente, che qualcuno ci dica se ci sarà un terremoto, facendo poco o nulla per la messa in sicurezza degli edifici".

Affermazioni che Vincenzo Vittorini non ha proprio gradito: "Le dichiarazioni di Gabrielli continuano ad essere sempre più gravi. A questo punto, pretendo che ci sia rispetto e correttezza, per noi e per i nostri familiari che hanno perso la vita", ha sottolineto il consigliere comunale a Il Centro. "Leggendo le dichiarazioni di Gabrielli mi vengono in mente due opzioni: o non ha capito la sentenza o c'è malafede".

"Gabrielli non può essere un lobbista", ha aggiunto Vittorini. "Rappresenta il paese e gli italiani che, in particolari momenti, hanno bisogno di aiuto. All'Aquila non è stato fatto un processo che va contro la prevenzione, tutt'altro. La sentenza ha decretato come sia mancata un'analisi del rischio da cui sia scaturita una disinformazione che ha condannato a morte 309 persone. Devastante - ha concluso - è solo la morte di 309 persone e di una città che resta inerme a guardare, lasciando soli i parenti delle vittime".

Nel pomeriggio, alla parole di Gabrielli ha inteso rispondere anche il gruppo consiliare di Appello per L'Aquila: "Le ultime dichiarazioni del dott. Gabrielli, capo Dipartimento della Protezione Civile, sono solo l'ultima di una serie di messaggi verso l'appello del processo alla "Grandi Rischi", si legge in una nota.

"Concordiamo con il fatto che si debba investire di più e meglio per la prevenzione dai rischi sismici e idrogeologici nel nostro Paese: l'anno scorso - ricorda il gruppo civico - fummo i promotori di un appello rivolto ai candidati alle elezioni politiche per inserire proprio questo punto come priorità tra le risorse da investire e pianificare negli anni. 'La vera Grande Opera' che serve al Paese, dicevamo. Anche in occasione delle recenti elezioni europee la nostra candidata (Anna Lucia Bonanni, con la lista de 'L'Altra Europa con Tsipras', ndr) ha fatto di questo punto il centro del programma: svincolare a livello europeo le risorse necessarie per la messa in sicurezza dei territori. Una proposta che non poteva che venire dalla sensibilità aquilana sul tema. Ma onestà intellettuale vorrebbe, e per chi ricopre importanti cariche istituzionali imporrebbe, di non confondere i piani della discussione", incalza Appello per L'Aquila.

"La prevenzione nulla ha a che vedere con le 'rassicurazioni disastrose' del processo 'Grandi Rischi'. Infatti come nessuno si aspetta che qualcuno predica i terremoti, nessuno può rassicurare la popolazione e prevedere, più o meno messianicamente, un non-terremoto. Questo è avvenuto all'Aquila e per questo è in corso un processo verso coloro che, a nostro parere, hanno abdicato al ruolo della scienza per le pressioni politiche ricevute da Guido Bertolaso. Vorremmo che il processo di appello si svolgesse serenamente e senza inopportune e fuorvianti pressioni. La ricerca di giustizia e di eventuali responsabilità dovrebbe essere l'esigenza di tutti".

Poi, l'affondo: "Responsabilmente si dovrebbe pensare che prima o poi il rapporto logorato tra un pezzo dello Stato, la Protezione Civile, e il nostro territorio andrà recuperato. Serviranno tempo, analisi e soprattutto fatti e azioni. Continuare a voler mistificare il vero oggetto del processo, che certo non tratta della mancata previsione del sisma, va irresponsabilmente nella direzione contraria".

 

Ultima modifica il Giovedì, 05 Giugno 2014 16:48

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