Un taglio del nastro anomalo, con gli operatori del Laboratorio Analisi e non con le Istituzioni; d’altra parte, “sono un manager fuori di testa” e, dunque, “posso fare come voglio” ha ironizzato il Direttore generale della Asl 1, Roberto Testa, inaugurando stamane il settore ‘Biosicurezza 3’.
Chiaro il riferimento alle tensioni delle ultime settimane, al procedimento per la risoluzione del contratto del manager avviato dal Presidente della Regione e dall’assessora alla Salute Nicoletta Verì; l’iter si concluderà nei prossimi giorni, il 3 giugno, ma Testa è parso sereno.
A domanda precisa – “Direttore Testa, è in corso il procedimento per la revoca del suo incarico, ma sembra piuttosto tranquillo. Sbaglio?” – la risposta è stata pungente: “la prima domanda l’ha bruciata, vediamo se è più fortunato con la seconda”; come a dire: sono tranquillo, vedremo a cosa porteranno le contestazioni sollevate dalla Regione.
Dunque, Testa ha inteso chiarire che il settore del laboratorio ad alta sicurezza, inaugurato stamane, è stato “completamente finanziato con fondi del bilancio aziendale: un investimento da più di 200mila euro. D’altra parte, il settore garantisce alta sicurezza agli operatori, innanzitutto, e per il trattamento di microrganismi che fanno parte del gruppo 3, e stiamo parlando, tra gli altri, del mycobacterium tuberculosis e del sars-cov 2. La struttura ha ambienti a pressione controllata, con percorsi dedicati”.
Alla breve cerimonia hanno presenziato il direttore sanitario Alfonso Mascitelli, il direttore del Dipartimento Biomedico Giuseppe Calvisi, l'assessore regionale Guido Quintino Liris, l'unico rimasto 'vicino' a Testa - così si sussurra, almeno - l'assessora comunale Maria Luisa Ianni, in rappresentanza dell'amministrazione attiva con la consigliera comunale Elisabetta De Blasis.
"Il settore 'Biosicurezza 3' - ha proseguito Testa - sarà utile per la valutazione del titolo anticorpale del virus sars-cov 2 ma c’è in previsione di fare uno studio specifico per valutare la risposta anticorpale di una popolazione particolare di linfociti nei pazienti immuno-compromessi. In questo senso, voglio ringraziare l’Associazione L’Aquila per la Vita che ci ha messo a disposizione una borsa di studio per una biologa per sviluppare un settore importante della diagnostica di laboratorio. Importante – ha ribadito il direttore generale - perché abbiamo visto che in molti soggetti il titolo anticorpale non è sufficiente a valutare l’andamento della patologia: di qui, la necessità di implementare questa metodica basata, appunto, sulla stimolazione cellulo-mediata. Una tecnologia innovativa che sono orgoglioso venga avviata qui, nel laboratorio dell’Aquila”.
Gli agenti infettivi, virali o batterici, sono classificati a seconda del livello di pericolosità in 4 classi, dalla 1 – la meno pericolosa – alla 4, la più pericolosa. Come spiegato dal manager Testa, la terza classe riguarda alcuni agenti e, tra questi, il sars-cov 2 e la tubercolosi, pericolosissimi perché la loro diffusione è aerea. Per lavorare questi batteri, ma anche altri, c’è bisogno di un ambiente particolare con pressione negativa che impedisce la possibilità di fuoriuscita e, dunque, la contaminazione degli ambienti esterni.
Ecco spiegata l’importanza della struttura inaugurata stamane. “Fino ad oggi, abbiamo dovuto utilizzare altri metodi, meno pericolosi, che permettevano di neutralizzare il virus; da oggi, invece, potremo fare altre analisi, tipo lo screening delle varianti e fino al sequenziamento” ha aggiunto Giulio Di Michele, direttore del Laboratorio Analisi.
“Abbiamo realizzato due stanze: nella prima si farà biologia molecolare, quindi dedicata al sars-cov 2; di fatto, potremo replicare l’Rna virale, amplificandolo e tipizzandolo consentendoci, e su questo ci stiamo attrezzando, il sequenziamento che servirà ad indicarci la sequenza delle basi che costituiscono l’Rna del virus, i piccoli tasselli che lo compongono. In questo modo, sapremo che ad una determinata sequenza corrisponde una variante piuttosto che un’altra. Nell’altra stanza, invece, ci occuperemo della tubercolosi, si faranno le colture del tubercolare. Questo laboratorio colma una grossa lacuna”.
D’altra parte, conclude Di Michele, “le malattie infettive stanno diventando la piaga della nostra epoca, e l’attuale pandemia lo sta dimostrando; ce ne saranno altre, purtroppo. Ci siamo attrezzati per far fronte ad ogni eventualità”.