Ad oggi, in provincia dell’Aquila sono state somministrate 249.606 dosi di vaccini anti-Covid: oltre 161mila cittadini hanno ricevuto almeno la prima dose, 88mila entrambe le somministrazioni (o la dose unica di Janssen).
A fare il punto è stato Enrico Giansante, responsabile della Unità operativa complessa ‘Igiene, epidemiologia e sanità pubblica' della Asl 1, audito stamane dalla terza commissione consiliare ‘Politiche sociali’ del Comune dell’Aquila.
“L’andamento della campagna vaccinale ci soddisfa”, ha tenuto a sottolineare Giansante; “considerato che i residenti in Provincia dell’Aquila sono in calo, meno di 299mila, la popolazione target, quella che possiamo raggiungere – escludendo, dunque, la fascia di età da 0 a 12 anni, le persone che non possono essere vaccinate per motivi di salute e la quota di ‘no-vax’ – è di poco superiore ai 220 abitanti: ciò significa che il 70% della popolazione target ha ricevuto almeno la prima dose”.
Va aggiunto che i cittadini e le cittadine over 80 e i disabili iscritti sulle piattaforme regionali hanno avuto almeno il primo contatto vaccinale.
Intanto, i medici di medicina generale che, fino ad oggi, hanno somministrato le dosi domiciliari ai pazienti non trasportabili, dal 25 giugno hanno iniziato a vaccinare anche nei propri ambulatori. E Aldo Giusti, Responsabile del Distretto Area 1 dell’Aquila, ha tenuto a ringraziare i medici di base che hanno aderito alla campagna oltre all’associazione ‘Angeli in moto’ che – ha spiegato – “da mesi recapita quotidianamente i vaccini nei punti vaccinali e, da giovedì scorso, anche nei 4 nuclei associativi dei medici di medicina generale e nella Residenza sanitaria assistita di Montereale”.
Ci sono poi, sul campo, i team mobili dell’Esercito e dei Carabinieri che hanno proceduto alle vaccinazioni a tappeto nei 16 comuni indicati con meno di 500 residenti e, fino alla fine di luglio, andranno avanti con le municipalità lontane e isolate fino a 1000 abitanti.
Ovviamente, le criticità non mancano. Lo ha riconosciuto il Direttore sanitario Alfonso Mascitelli, intervenuto a nome del Direttore generale Ferdinando Romano: “Il primo problema è legato alla recente circolare ministeriale che ha raccomandato la somministrazione del vaccino Astrazeneca solo agli over 60; come Azienda sanitaria, stiamo applicando rigorosamente le raccomandazioni: dunque, ai cittadini sotto i 60 anni che abbiano ricevuto la prima dose del vaccino anglo-svedese, si sta somministrando la seconda dose di Pfizer o Moderna. Come stabilito da una ulteriore circolare, chi rifiuta ha la possibilità, dietro consenso informato, di effettuare la seconda dose di Astrazeneca. Ciò ha evidentemente richiesto una rimodulazione della campagna vaccinale”, ha chiarito Mascitelli.
Un’altra criticità è legata all’aumento dei casi di abbandono, ha aggiunto il Direttore sanitario: “la struttura commissariale ha assegnato alle Regioni e, a valle, alle Asl provinciali, degli obiettivi di risultato: in provincia dell’Aquila, dobbiamo passare da 2300 dosi somministrate al giorno a 2900 entro la metà di luglio. Tuttavia, stiamo notando un aumento – seppure ancora lieve – delle percentuali di abbandono motivate dai cittadini con la necessità di andare in ferie”.
C’è poi il tema degli approvvigionamenti: “nei giorni scorsi, abbiamo trasmesso a Regione Abruzzo il fabbisogno di dosi; ebbene, nel mese di luglio, per le seconde somministrazioni Pfizer avremo bisogno di 24.200 dosi, per la prima dose agli under 60 occorrono 22.900 dossi. Assai più ridotto il fabbisogno di Astrazeneca e Moderna. C’è necessità di avere la disponibilità di vaccini che consenta di modulare compiutamente la campagna”.
Problemi, questi, che “giustificano alcuni disguidi, alcuni ritardi nelle somministrazioni che non sono dovuti alla professionalità dei nostri operatori” ha tenuto a ribadire Mascitelli. Tuttavia, “entro la fine di agosto – se ne è detto convinto Enrico Giansante – in provincia dell’Aquila si potrà raggiungere la percentuale di vaccinati che ci permetterà di stare più tranquilli”.
Ciò non significa che si può abbassare la guardia. “Stiamo tornando ad una vita normale ma teniamo alta l’attenzione. E’ vero: oggi nell’aquilano abbiamo soltanto un caso di positività, nei due giorni precedenti non ne avevamo avuti. Ma vanno rispettate le indicazioni su distanziamento e uso delle mascherine al chiuso, e bisogna vaccinarsi”, le parole di Giansante.
“Vaccinarsi, vaccinarsi, vaccinarsi” ha ribadito Mascitelli: “il pericolo principale arriva dalla così detta variante Delta che potrebbe modificare severamente l’andamento epidemiologico, essendo a rapida trasmissibilità e mostrandosi particolarmente severa per i non vaccinati, per i vaccinati della prima dose e per i pazienti fragili”.
E non finirà qui. Ci saranno altre varianti.
Intanto, bisognerà attrezzarsi con nuovi modelli organizzativi per la terza vaccinazione. “Abbiamo avuto un incontro con Federfarma e Assofarm per valutare l’impegno che potranno garantirci i farmacisti: come noto – ha ricordato Mascitelli – è stato sottoscritto un protocollo regionale che va però calato nella realtà provinciale. Ad oggi, c’è l’impegno di 18 farmacie: contiamo in una maggiore sensibilizzazione. D’altra parte, dalla struttura commissariale arrivano indicazioni precise: tra ottobre e novembre, allorquando andrà programmata la terza dose, si dovrà implementare un nuovo modello organizzativo, più prossimo al cittadino, smantellando con gradualità, laddove possibile, i punti vaccinali fissi che richiedono un impegno di professionisti rilevantissimo. Ecco che le farmacie potranno giocare un ruolo decisivo. Ci stiamo attrezzando per essere pronti”.