Stanno arrivando, in questi giorni, decine e decine di solleciti relativi ai conguagli per le forniture di gas nei progetti Case e Map per le annualità 2014/2015; le somme, in alcuni casi di migliaia di euro, vengono richieste in un'unica soluzione.
"E' un atto di equità fiscale", ha tenuto a sottolineare l'assessore Vito Colonna; "se a seguito dei solleciti di pagamento dovesse permanere l'inerzia degli interessati, attuali o ex beneficiari degli alloggi post-sisma, verranno emessi degli avvisi di accertamento e, successivamente, sarà dato mandato di riscossione coattiva all'Agenzia delle Entrate così come stabilito dal Consiglio comunale".
In effetti, nel marzo scorso l'assise civica ha approvato la delibera di affidamento all'Agenzia delle Entrate della riscossione coattiva riferita ai canoni e ai consumi degli alloggi del progetto Case e Map, così come previsto dalla legge 225 del 1° dicembre 2016 che ha sciolto le società del gruppo Equitalia che svolgevano attività di riscossione lasciando agli Enti locali la possibilità di procedere con la riscossione per via diretta, attraverso un'agenzia o società di riscossione accreditata, oppure tramite l’Agenzia delle Entrate-Riscossioni, appunto.
D'altra parte, come scriviamo da tempo la mancata gestione, della passata e dell'attuale amministrazione, ha aperto un buco nel bilancio dell'Ente che ha superato i 22 milioni di euro; va ancora quantificata con esattezza l'entità dei debiti pregressi riferiti alle morosità, alle bollette inviate e non pagate dagli assegnatari: una stima realistica restituisce un buco di almeno 13 milioni di euro; una parte di questo debito, tra l'altro, non è più recuperabile, essendo andata in prescrizione. E su questo sta indagando la Procura della Corte dei Conti; si tratta, evidentemente, di un possibile danno erariale.
Vanno aggiunti, poi, almeno altri 9 milioni già anticipati dal Comune alla società Antas per 'coprire' il mancato invio delle bollette dal mese di luglio del 2018; e sì, da tre anni non vengono inviate bollette agli assegnatari.
Una mannaia che pende sulla testa dei cittadini aquilani e che preclude, di fatto, l'investimento in servizi alla comunità che paga le tasse per coprire i debiti dovuti ad una 'cattiva' amministrazione degli alloggi acquisiti a patrimonio.
Il provvedimento approvato dal Consiglio comunale ha provato a mettere una 'pezza' ad una situazione disastrosa; un intervento evidentemente tardivo, arrivato, come ha riconosciuto in Commissione Bilancio il vice sindaco Raffaele Daniele, proprio per l'avvio di una indagine contabile. "La Procura della Corte dei Conti - ha chiarito Daniele - attraverso la Guardia di Finanza ha inziato a chiedere chiarimenti sugli atti messi in campo a tutela del credito; dunque, non abbiamo potuto far altro che salvaguardare l'Ente e gli amministratori".
Una delibera rivendicata dalla maggioranza di centrodestra che ha richiamato, appunto, il principio della equità tributaria sottolineando, con fermezza, le responsabilità della passata amministrazione di centrosinistra che ha lasciato in eredità una situazione disastrosa.
E delle responsabilità del governo di centrosinistra, in effetti, NewsTown si è occupato diffusamente: già a giugno 2017 [l'articolo potete leggerlo qui] denunciavamo la mancata gestione del progetto Case e Map, richiamando le nostre inchieste sulla decisione di acquisire a patrimonio gli alloggi con oneri totalmente a carico del Comune e senza considerare la possibilità di trattare con maggiore cautela l’acquisizione, sul mancato invio delle bollette fino ai mesi successivi alle elezioni del 2012, sulla "transazione" - che transazione non era - con Banca Sistema [che si trattasse di un enorme pasticcio lo avevamo scritto nel settembre 2015, qui].
Potrete facilmente rinvenire gli articoli pubblicati dalla nostra testata in quegli anni.
Da luglio 2017 però, dall'insediamento dell'amministrazione Biondi, sono passati quattro anni; la domanda è: in che modo il centrodestra alla guida della città ha provato a risolvere le inefficienze del passato sulla gestione di Case e Map che, d'altra parte, sono state ampiamente cavalcate in campagna elettorale?
Leggiamo dal programma di mandato del sindaco Biondi: "uno dei problemi che la prossima amministrazione dovrà affrontare è proprio l’utilizzo e la gestione di questo enorme patrimonio; la prima azione dovrà essere quella di compiere una ricognizione della situazione debitoria del Comune collegata al progetto C.a.s.e. al fine di ridurre l’impatto negativo sulla utilizzazione dell’avanzo di gestione del Comune, che ad oggi è impiegato per i debiti contratti per la mancata riscossione di bollette e canoni di locazione".
Ebbene, la verità è che in questi anni l'esposizione debitoria è persino aumentata, un vero e proprio buco nero che, come detto, si attesta ad oltre 22 milioni di euro.
La 'pezza' che si è tentato di mettere a marzo scorso è arrivata con un ritardo di tre anni. Già alla fine di giugno del 2018, infatti, l'allora assessora comunale Anna Lisa Di Stefano (Forza Italia) aveva fatto approvare in Giunta una delibera, la numero 268, che aveva ad oggetto “l’affidamento della riscossione coattiva delle entrate comunali all’ente nazionale Agenzia delle Entrate-Riscossioni”, prevedendo il recupero di tutte le entrate comunali, tributarie, extra tributarie e patrimoniali, nonché le entrate derivanti da titoli esecutivi di natura giudiziale, anche della magistratura contabile.
Il provvedimento, però, non è mai approdato in Consiglio comunale. E c'è chi si dice convinto che quella delibera sia alla base della decisione del sindaco Biondi di defenestrare l'assessora Di Stefano.
Sta di fatto che, a gennaio 2019, la Giunta comunale ha dato il via libera ad un altro provvedimento, poi approvato dal Consiglio nel mese di aprile dello stesso anno, per l'affidamento all'Agenzia delle Entrate della riscossione coattiva dei soli tributi comunali e delle sanzioni amministrative per violazione al Codice della strada; all'epoca si parlava di 9 milioni di euro: l'accordo prevedeva un esborso in favore dell'Agenzia del 3% a carico del Comune dell'Aquila come interessi sulle somme recuperate e del 3% a carico del contribuente, che arrivava al 6% superati i 30 giorni dalla notifica della somma da versare.
In sostanza, la maggioranza di centrodestra decise scientemente di tenere fuori le posizioni dei morosi degli alloggi provvisori per mancati pagamenti dei canoni di locazione e dei consumi che ora dovrà provare a recuperare. Ecco il motivo per cui parliamo di provvedimento tardivo: di fatto, si sono persi tre anni.
Non solo.
Audito in IV Commissione alla fine del mese di aprile, il responsabile del 'Servizio gestione patrimonio comunale ordinario e post sisma' Dino Tarquini che, a seguito dell'ennesima riorganizzazione della macchina comunale, ha iniziato ad occuparsi, tra le altre cose, anche delle utenze riferite agli alloggi realizzati nel post terremoto, ha dipinto un quadro a tinte fosche.
Come detto, non vengono inviate bollette per i consumi dal luglio 2018. "Stiamo affrontando la situazione in modo deciso, avviando una serie di iniziative che ci auguriamo possano aiutarci ad affrontare problematiche che si trascinano irrisolte da anni", ha spiegato Tarquini in Commissione. Innanzitutto, "stiamo riallineando il pagamento dei canoni di compartecipazione: a marzo abbiamo chiuso l'annualità 2020, inserendo tra l'altro la possibilità di pagare con il sistema PagoPA che, in prospettiva, porterà dei vantaggi nei controlli". Entro la fine di aprile, aveva promesso il funzionario, "partirà l'emissione del primo trimestre 2021".
Inoltre, con la rideterminazione del metodo di ripartizione dei costi per riscaldamento e acqua calda, approvata dalla Giunta comunale, "possiamo finalmente calcolare ed emettere le bollette per il periodo che va dal luglio 2018 al giugno 2020". Insomma, stanno arrivando anche i i bollettini per due anni di consumi arretrati; nel mese di settembre, poi, "dovrebbero essere emesse le bollette riferite all'anno termico luglio 2020-giugno 2021".
Per gli assegnatari del progetto Case e Map, si preannuncia un vera e propria stangata. Non parliamo di morosi, sia chiaro, bensì di cittadini che non hanno ricevuto le bollette.
Nel frattempo, si sta tentando di rideterminare l'esatta entità delle morosità che fanno riferimento a bollette emesse fino a giugno 2018 e mai pagate: "Detto che una parte del debito è andata in prescrizione, stiamo cercando di recuperare ciò che possiamo" ha confessato Tarquini, parlando di un quadro "allarmante".