Giovedì, 22 Luglio 2021 09:26

L'Aquila: il 26 luglio a Piazza d'Arti la 'Pastasciutta Antifascista'

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Ci si era lasciati lo scorso anno invitando tutte e tutti a replicare, in forma privata, l'appuntamento con la Pastasciutta Antifascista a causa dell'emergenza sanitaria.

Quest'anno, nel rispetto delle normative vigenti, "siamo felici di ritrovarci con parenti, amiche e amici, compagne e compagni sia per rinnovare 'il più bel funerale del fascismo', come fece papà Cervi nel '43, sia per assumerci la responsabilità di farci argine contro i fascismi di oggi, con quello stesso spirito di gioia e di lotta, mangiando insieme una pastasciutta, per affermare che l'Italia ripudia i fascismi e qualsiasi forma di razzismo".

A dare l'appuntamento per lunedì 26 luglio alle ore 20, presso il Circolo Arci Querencia in Piazza d'Arti a L'Aquila, sono Arci L'Aquila, ANPI, ANPPIA, CGIL.

Durante la serata sará possibile partecipare alla raccolta fondi Aiutiamo Cuba nell'emergenza - www.italiacuba.it

Un po' di storia

Il 25 luglio del 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini viene destituito e arrestato.

Dopo 21 anni terminava il governo del Partito Fascista. Il Re designò il Maresciallo dell’esercito Pietro Badoglio come nuovo capo del governo.

Nonostante la caduta del Fascismo, la guerra continuava a fianco dei tedeschi: nei giorni successivi l’arresto vi furono numerose sollevazioni popolari; il 28 luglio, a Reggio Emilia, i soldati spararono contro gli operai delle Officine Reggiane facendo 9 morti.

I Cervi non vennero immediatamente a conoscenza della notizia della caduta di Mussolini perché impegnati nei campi, ma fu sulla via del ritorno a casa che incontrarono numerose persone in festa. Sebbene sapessero che la guerra non era davvero terminata, decisero di festeggiare comunque l’evento, un momento di pace dopo 21 anni di dittatura fascista.

Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta. Una volta che questa fu pronta, caricarono il carro e la portarono in piazza a Campegine pronti a distribuirla alla gente del paese.

Fu una festa in piena regola, un giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso: anche un ragazzo con indosso una camicia nera (forse era l’ultima rimasta?) fu invitato da Aldo a unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta.

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