Basoli di pietra locale bianca calcarea per "riproporre la tipologia storica delle pavimentazioni del centro storico della città dell'Aquila".
E' così che verrà realizzata la pavimentazione di corso Federico II e corso Vittorio Emanuele.
E' stata pubblicata sul sito istituzionale del Comune dell'Aquila la procedura aperta per l'affidamento dei lavori di realizzazione della pavimentazione e dell'illuminazione del così detto 'asse centrale'; l'importo a base di gara e di 3 milioni e 733 mila euro: il criterio di aggiudicazione sarà l'offerta economicamente più vantaggiosa. Le offerte vanno presentate entro il 24 agosto.
Insomma, l'amministrazione accelera per realizzare un altro degli interventi considerati strategici, una delle cartoline che si intendono presentare alla città prima delle elezioni di primavera.
"L'intervento è conseguente alla realizzazione dei sottoservizi del centro e ha lo scopo di ripristinare le pavimentazioni lapidee presenti nel centro storico oltre che a realizzare l'impianto d'illuminazione pubblica", leggiamo dalla relazione pubblicata. E tra le possibili tecniche costruttive da applicare per la pavimentazione, "la scelta è ricaduta - appunto - sulla tipologia in pietra locale, costituita da basoli di pietra locale bianca calcarea". D'altra parte, "il fabbisogno di materiale inerte non risulta rilevante e può essere sicuramente soddisfatto dalle cave attive nelle vicinanze del sito dei lavori. Non sarà necessario, quindi, attivare punti di prelievo di materiale appositamente per i lavori in oggetto. Analoghe considerazioni valgono per le discariche necessarie al conferimento delle terre originate dalle escavazioni, per le quali potranno essere utilizzate le discariche autorizzate attualmente in esercizio nelle vicinanze del cantiere. Elemento di rilievo riguarda la presenza della pavimentazione esistente, realizzata in bitume (binder), della quale è prevista la rimozione e il conseguente smaltimento in discariche autorizzate".
"La scelta della pietra bianca è stata determinata da uno studio che abbiamo chiesto all'Università e che dice, in sostanza, che il sanpietrino è stato introdotto soltanto nel XIX secolo. La pavimentazione originale era in pietra bianca, simile alla Basilica di Collemaggio: dunque, abbiamo deciso di riproporla almeno per il cardo e il decumano", ha spiegato a newstown il vice sindaco Raffaele Daniele. Successivamente, "pavimenteremo i vicoli e le strade 'minori' con materiali simili a quelli storici ma caratterizzandoli con pavimenti, arredi urbani e illuminazione peculiare per ciascun 'quarto' cittadino; oltre a restituire senso d'appartenenza ai residenti dei quarti potrà essere anche un attrattore per i turisti che sempre più numerosi visitano la città".
Daniele chiarisce che si è preferito procedere con un unico appalto: tuttavia i lavori, una volta assegnati, "verranno eseguiti per piccoli lotti così da evitare disagi alle attività commerciali del centro storico. Si partirà dal corso largo col cantiere che avrà due direttrici opposte così da ridurre i tempi delle lavorazioni. Per realizzare l'intera opera ci vorrà circa un anno".
Verrà utilizzata una "pietra di ultima generazione, con microscanalature antingelo e antiscivolo, con uno spessore quasi quadruplo rispetto all'attuale pavimentazione di Piazza Duomo così che possano durare nel tempo" aggiunge Daniele.
C'è stata, poi, una forte attenzione alle esigenze di non vedenti, ipovedenti e persone con ridotte o impedite capacità motorie. Nella relazione tecnica è chiarito che il progeto prevede "accorgimenti e dispositivi che permettano l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo in particolare per i non vedenti e gli ipovedenti. Essi consistono in guide tattili progettate secondo il linguaggio Loges poste alle intersezioni tra percorsi pedonali e zone carrabili che devono essere opportunamente segnalate anche ai non vedenti, mappe tattili, in scrittura braille, per l'illustrazione delle emergenze e dei pericoli presenti nelle adiacenze. Negli spazi esterni e sino agli accessi degli edifici deve essere previsto almeno un percorso, preferibilmente in piano, con caratteristiche tali da consentire la mobilità delle persone con ridotte o impedite capacità motorie e che assicuri loro la utilizzabilità diretta delle attrezzature dei parcheggi e dei servizi posti all'esterno, ove previsti. I percorsi devono presentare un andamento quanto più possibile semplice e regolare in relazione alle principali direttrici di accesso ed essere privi di strozzature, arredi, ostacoli di qualsiasi natura che riducano la larghezza utile di passaggio o che possano causare infortuni. La loro larghezza dev'essere tale da garantire la mobilità nonché, in punti non eccessivamente distanti tra loro, anche l'inversione di marcia da parte di una persona su sedia a ruote. Quando un percorso pedonale è adiacente a zone non pavimentate, è necessario prevedere un ciglio da realizzare con materiale atto ad assicurare l'immediata percezione visiva nonché acustica se percosso con bastone. Le eventuali variazioni di livello dei percorsi devono essere raccordate con lievi pendenze ovvero superate mediante rampe in presenza o meno di eventuali gradini ed evidenziate con variazioni cromatiche".
Come detto, il progetto prevede anche la realizzazione del sistema di illuminazione pubblica: in questo caso, "si è preferito utilizzare corpi illuminanti montati al di sotto della gronda, evitando di ingombrare gli spazi che rimangono liberi e utilizzabili. Inoltre, l'illuminazione così concepita permette di ottenere un ottimo risultato sul piano dell'inquinamento luminoso e un effetto scenografico molto apprezzabile grazie all'illuminazione delle facciate dei palazzi".
Spiega il vice sindaco Daniele che si è inteso restituire uniformità all'illuminazione: "ciascun aggregato ha preferito un tipo di illuminazione che, in alcuni casi, non dialoga con gli edifici vicini. Per questo, abbiamo voluto dare un senso compiuto".