"Il peggio deve ancora venire e a pagarne il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi".
È l'allarme lanciato nell'introduzione del rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite.
La ricetta per riportare il termometro in equilibrio consiste nel dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e portarle a uno zero netto entro il 2050. Se non si inverte la rotta, evidenziano gli scienziati, nel 2030 potremmo arrivare a 3 gradi e nel 2.100 fino a 4.
Alla pubblicazione hanno lavorato 234 scienziati di 195 Paesi riuniti dal 26 luglio a porte chiuse e virtualmente per negoziare riga per riga, parola per parola, le previsioni degli esperti Onu sul clima che aggiornano le ultime stilate sette anni fa. Il tutto, mentre si susseguono disastri naturali in tutto il mondo, dalle inondazioni in Germania e Cina ai maxi incendi in Europa e Nord America.
"Credo sarà uno dei più importanti rapporti scientifici mai pubblicati", ha dichiarato sui social la climatologa Corinne Le Quéré, non presente tra gli autori del documento che arriva a tre mesi dalla conferenza sul clima COP26 delle Nazioni Unite a Glasgow (Scozia), ritenuta cruciale per il futuro dell'umanità.
Una delle questioni centrali sarà la capacità del mondo di limitare il riscaldamento globale a +1,5°C rispetto all'era preindustriale, obiettivo ideale dell'Accordo di Parigi. "Non possiamo permetterci di aspettare due, cinque o 10 anni: questo è il momento, o si agisce ora o non avremo più tempo", le parole del presidente designato della Conferenza mondiale dell'Onu (COP26) sul clima, Alok Sharma.
Il capo del vertice in programma a novembre a Glasgow, in Scozia, ha avvertito che il rapporto dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) in uscita oggi, mostrerà che il mondo è sull'orlo di un potenziale disastro.