Non è pervenuta alcuna offerta per l'affidamento dei "lavori di demolizione dei fabbricati ex Ater e di sistemazione dell'aria adiacente a Porta Leoni", il primo lotto da 1 milione e 380 mila euro a base d'asta: pertando, la gara a procedura negoziata è andata deserta.
Si legge in una determina dirigenziale, la numero 3540, che porta la data del 7 settembre.
L'amministrazione attiva aveva deciso di invitare 5 operatori economici, sorteggiati dalla piattaforma per la gestione delle gare d’appalto del Comune, così da aggiudicare l'appalto col criterio del minor prezzo sull'importo dei lavori posto a base di gara; tuttavia, alla data di scadenza della presentazione delle offerte, stabilita per il 27 agosto a mezzogiorno, nessuna delle ditte invitate ha risposto.
Tutto da rifare, insomma.
L'ennesimo inciampo per la realizzazione di un'opera che, nei mesi scorsi, ha fatto parecchio discutere.
Come noto, il centrodestra è stata attraversato da intense fibrillazioni all'atto di approvazione della delibera d'accordo con l'Ater per la permuta del complesso immobiliare di Porta Leoni; in Commissione erano mancati i numeri, poi si era consumato il 'pasticciaccio brutto' in Consiglio comunale, col voto al provvedimento finito al centro di una contestazione formale che ha costretto il presidente dell'assise, Roberto Tinari, a riportarlo in aula un mese dopo. Finalmente, a metà luglio i numeri in maggioranza sono 'tornati' e, così, è arrivato il via libera alla delibera che ha autorizzato l'acquisizione da parte del Comune, con l'istituto della permuta, di 50 unità immobiliari dell'Ater, più 5 non residenziali, che non si prevede di ricostruite per realizzare, in un primo momento, 89 parcheggi a raso e, in una seconda fase, due piani di stalli interrati.
Il complesso immobiliare è stato valutato 11 milioni di euro: dunque, all'azienda regionale sono andate 51 abitazioni, che cubano lo stesso valore, tra quelle cedute dai proprietari delle case distrutte dal terremoto in seguito alla richiesta di contributo per il riacquisto di alloggio equivalente; di queste, 20 fanno parte del ‘complesso 201’ di Pettino: ce ne sono altre localizzate in via Amiternum, in via San Sisto, in via Martiri di Filetto, in via Maestri del Lavoro e in via Fontesecco.
Una delibera che ha scatenato vibranti polemiche, ed in particolare per la valutazione del complesso immobiliare che, all'epoca dell'accordo che era stato raggiunto dalla precedente amministrazione con l'Ater, era stato stimato 7,4 milioni. Per la valutazione, ha denunciato il capogruppo di Italia viva Paolo Romano, "l'esecutivo ha utilizzato la forbice più alta dei valori Omi sull'edilizia economica, così come previsti nel primo semestre 2009 (2.500 euro a metro quadro: la forbice era da 1.500 a 2.500); la Giunta Cialente aveva utilizzato la stessa forbice, tenendosi però assai più bassa". Tuttavia, "se all'epoca si potevano utilizzare solo i valori Omi del primo semestre 2009, considerato che, a seguito del terremoto, per svariati anni non sono stati aggiornati, ora si avevano a disposizione i valori 2020 che, per l'edilizia economica all’interno delle mura urbiche, prevedono una forbice dai 1.000 ai 1.500 euro a metro quadro. Per questo, c'è il rischio - ha avvisato il consigliere comunale - che il provvedimento venga attenzionato dalla Corte dei Conti.
Ma ci sono dubbi che attengono anche alla realizzazione dei parcheggi a raso.
Il progetto strategico da 4 milioni e 750 mila euro che era stato approntato dalla giunta Cialente, infatti, è stato suddiviso in due lotti: il primo, come detto, da 1 milione e 380 mila euro per la realizzazione di 89 stalli a raso; il secondo che prevede, invece, la costruzione in futuro di un parcheggio interrato a due piani che dovrebbe ospitare altri 200 posti auto per una spesa di oltre 3 milioni e 370 mila euro. Una scelta - hanno avvertito le opposizioni - che potrebbe essere interpretata come una elusione del Codice degli Appalti che al comma 6 dell'articolo 35, ad oggetto le 'soglie di rilevanza comunitaria e i metodi di calcolo del valore stimato degli appalti', prevede non si possa frazionare un appalto d'importo superiore alla soglia comunitaria. E c'è il rischio che possa intervenire l'Anac.
Non solo.
Le opposizioni hanno accusato la maggioranza di aver fatto passare invano più di 4 anni, incapace di programmare l'intervento così come era stato pensato - abattimento delle palazzine Ater, realizzazione del parcheggio interrato e belvedere affacciato sulle mura per riqualificare l'intera area - e di aver prodotto, poi, una deliberazione rabberciata per dare una risposta in tempi brevi a residenti, commercianti e professionisti che reclamano da tempo parcheggi a servizio del centro storico, giusto in tempo per le elezioni.
Sta di fatto che l'amministrazione ha dirato dritto pubblicando la procedura negoziata per l'affidamento dei lavori del primo lotto: la gara, però, è andata deserta.