E’ corsa contro il tempo per salvare i dipendenti di Comdata e Network Contact, le due società che dal 2019 gestiscono, in Ati, il contact center dell’Inps.
A fine novembre, molti degli oltre 3 mila lavoratori impiegati dal gruppo nelle sedi sparse sul territorio nazionale rischiano di diventare degli esuberi, a causa dell’internalizzazione del servizio decisa dall’Istituto nazionale di previdenza sociale. La vicenda interessa da vicino anche la sede dell’Aquila, dove sono impiegate circa 560 persone.
A lanciare di nuovo l’allarme è l’Ugl, che da mesi chiede all’ente diretto da Pasquale Tridico di applicare la clausola sociale, ovvero il riassorbimento dell’attuale forza lavoro, per garantire la continuità occupazionale.
Tutto nasce dal fatto che l'Inps, entro la fine del 2021, vuole tornare a gestire direttamente il servizio contact center che finora è stato esternalizzato. Più precisamente, vuole affidarlo a una società in house (controllata), la Inps Servizi Spa. Ma per compiere questo passaggio, intende indire un concorso pubblico aperto a tutti.
Secondo l’Ugl - che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i segretari provinciali e regionali Silvano Bussolotti e Franca De Amicis, il segretario provinciale Telecomunicazioni Francesca Fantasia e i consiglieri comunali Giancarlo della Pelle, Marcello Dundee, Stefano Palumbo, Paolo Romano e Americo Di Benedetto - ma anche secondo gli altri sindacati confederali, questa procedura è illegittima, perché, come afferma Venanzio Cretarola, segretario regionale Abruzzo Ugl Telecomunicazioni, anche le società in house sono tenute a rispettare la clausola sociale, “non essendo obbligate, in quanto non considerate pubbliche amministrazioni, a fare concorsi. Lo dimostrano anche diverse sentenze del Tar e della Cassazione, e come se ciò non bastasse a luglio il parlamento ha approvato un ordine del giorno che impegna l’ente a applicare la clausola. Tridico, però, non vuole ascoltarci e non risponde, continuando a citare pareri della Funzione pubblica che si ostina a non mostrare”.
Fare una selezione pubblica, alla quale parteciperanno, presumibilmente, decine di migliaia di persone, vorrebbe dire, secondo l’Ugl, provocare “un disastro occupazionale” perché molti degli attuali dipendenti, dopo anni di lavoro, potrebbero non superare il concorso e quindi non rientrare. I primi a farne le spese, secondo il sindacato, saranno i dipendenti non diplomati, quelli che possiedono solo la licenza media, che sarebbero proprio esclusi dalla selezione: in totale sono circa 600, solo all’Aquila 35.
“Tridico, inoltre” afferma Cretarola “continua a non dire la verità al parlamento sull’annunciata e illegittima espulsione di 212 addetti che da 9 anni lavorano sia alla commessa Inps sia, seppur in maniera residuale, a quella dell’Agenzia delle entrate. Quest’ultima, da novembre 2021, uscirà dal contact center Inps e ha già affidato il servizio a una cooperativa sociale di Roma, senza prevedere alcuna clausola sociale. L’Agenzia delle Entrate ha richiesto alla cooperativa circa 70 operatori che sono stati però selezionati dall’esterno. Tridico continua a ignorare che si tratta di personale che ha diritto a restare sulla commessa Inps, perché addetta a questo servizio in maniera prevalente e solo in maniera residuale alla commessa dell’Agenzia. All’Aquila vorrebbe dire cancellare illegittimamente 103 posti di lavori già il 30 novembre prossimo”.
Ma c’è anche un altro aspetto da considerare, dice l’Ugl. Se Inps decidesse di percorrere la strada del concorso pubblico, ci sarebbe un peggioramento del servizio, visto che verrebbero a mancare competenze consolidate. Inoltre, il cambiamento delle tipologie di contratto potrebbe comportare una diminuzione delle ore di lavoro.
“Chiediamo al ministero del Lavoro” conclude Cretarola “richiami immediatamente Inps al rispetto delle leggi vigenti e in tal senso ci appelliamo ai parlamentari abruzzesi e a tutte le forze politiche. Non è tollerabile che proprio una società di Inps violi una legge che viene regolarmente rispettata da tutte le società private”.
Dundee, D'Angelo: "Convocare consiglio straordinario"
“Desta sempre maggiore preoccupazione la vicenda dell’internalizzazione del contact center dell’Inps e la sorte dei lavoratori che da anni prestano un servizio qualificato e frutto di una lunga esperienza, oltre cinquecento dei quali fanno capo al territorio aquilano”.
Lo dichiarano Daniele D’Angelo e Marcello Dundee, consiglieri di ‘Coraggio Italia’ al Comune dell’Aquila.
“La vaghezza che tuttora circonda le modalità dell’operazione e la mancanza di rassicurazioni circa l’applicazione della clausola sociale – proseguono – sono dati di fatto che nessuna parola astratta pronunciata dai vertici dell’Inps circa la volontà di valorizzare le prestazioni rese può cancellare. Ragioni tanto sociali quanto legate all’efficienza di un servizio divenuto particolarmente nevralgico con lo scoppio della pandemia dovrebbero portare nella direzione della salvaguardia dei livelli occupazionali e nella tutela dei lavoratori, in particolare in un territorio come L’Aquila che non può permettersi un’altra emergenza sociale. E’ per questo che invieremo al presidente del consiglio comunale – concludono D’Angelo e Dundee - la richiesta di convocazione di un consiglio straordinario per un confronto diretto con tutti gli attori sociali e istituzionali a vario titolo interessati o coinvolti, per aiutare i lavoratori a tenere i riflettori accesi su questa vicenda, per sollecitare risposte chiare e per acquisire ogni ulteriore elemento di conoscenza e di indicazione strategica al fine di indirizzare al meglio la necessaria operosa vicinanza da parte del territorio e delle sue istituzioni”.