E' stata inaugurata ieri, a qualche minuto dal fischio dell'inizio della sfortunata sfida con la Virtus Cupello, la nuova cabina stampa dello stadio Gran Sasso-Italo Acconcia intitolata all'indimenticato giornalista aquilano Alessandro Orsini.
"Ce ne siamo fatti carico noi, come per le nuove panchine, per il ripristino degli spogliatoi del Settore Giovanile e per la sistemazione della sala stampa 'Franco Giancarli'", spiega la società. "Ma lo facciamo con piacere perché è casa nostra e perché appartiene alla collettività, alla nostra gente. La intitoliamo ad Alessandro, la cui integrità era divenuta baluardo di verità per i tanti tifosi che dai suoi articoli volevano apprendere le vicende sportive della nostra L’Aquila. Glielo dovevamo".
Alla cerimonia di intitolazione hanno partecipato i familiari del giornalista.
"Gratitudine" è stata espressa dal figlio di Alessandro Orsini, Alberto, giornalista della Tgr Rai che ha pubblicato un commosso post su facebook: "Naturalmente si sperava in una bella vittoria da capolista, naturalmente era meglio completare la festa con tre punti pesanti, naturalmente era meglio rifilare due-tre pappine al Cupello. Che ve lo dico a fa’. Ma chi conosce la storia di questi colori un po’ se lo poteva immaginare come sarebbe finita questa dannata partita… Perché dal 1927 le ciambelle rossoblù pure quando sono buone non riescono mai col buco", le sue parole. "Perché il campionato di Eccellenza è maledetto da sempre. Perché la storia che non è forte chi cade ma chi si rialza ormai qua la sanno anche i bambini. Perché siamo perditori da competizione, come dice Fantozzi, ma come lui siamo anche indistruttibili. Perché è legge che bisogna sempre soffrire per questi colori. Sempre, sempre, sempre. Ma io L’Aquila Calcio l’amo anche per questo. Anzi, forse soprattutto per questo".