Martedì, 16 Novembre 2021 15:04

Sanità, le criticità della Asl 1: pesante disavanzo di bilancio. Viaggio al San Salvatore dell'Aquila tra assenza di personale, scarsità di materiali e preoccupazioni per il trasferimento di molti reparti al Delta7

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E' di ieri il grido d'allarme del capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci, già assessore al Bilancio e alla Sanità nella passata legislatura, che ha denunciato come le Asl abruzzesi abbiamo accumulato, nei primi 9 mesi del 2021, un disavanzo di oltre 100 milioni di euro relativo, in particolare, alla spesa sanitaria, farmaceutica e per il personale.

L'assessora regionale Nicoletta Verì ha replicato assicurando che "non c'è alcun buco nel sistema sanitario abruzzese; la perdita di esercizio del sistema sanitario al terzo trimestre 2021 è pari a 101 milioni di euro - ha riconosciuto - ma, nello stesso periodo, i costi sostenuti (e documentati) per l’emergenza covid ammontano a 107 milioni di euro. Vale a dire che, al netto dei costi per la pandemia, il sistema non solo è in equilibrio, ma presenta un avanzo di circa 6 milioni".

In queste ore, abbiamo potuto approfondire la situazione debitoria della Asl 1 (L'Aquila-Avezzano-Sulmona) che, alla fine del terzo trimestre 2021, fa registrare un buco di 38 milioni di euro; stando alle stime, potrebbe arrivare a 47 alla fine dell'anno.

Ebbene, salta subito agli occhi che l'azienda sanitaria della provincia dell'Aquila, in proporzione, presenta un quadro economico peggiore delle altre tre Asl regionali: 38 milioni di disavanzo su 101 totali equivale al 37,6%. Non solo. Dei 38 milioni, 23 fanno effettivamente riferimento a spese sostenute per affrontare l'emergenza covid; resta un debito di 15 milioni di euro accumulato in 9 mesi che non è riferibile alla pandemia. Se è vero ciò che ha sostenuto Verì, e cioé che il sistema sanitario abruzzese sarebbe addirittura in attivo per 6 milioni se si escludessero le spese covid, è evidente come la Asl 1 navighi in acque piuttosto agitate rispetto alle altre aziende sanitarie provinciali. 

Aggiungiamo che, al momento, ci sarebbero coperture dal Governo per le maggiori spese dovute alla pandemia, a valere sul Decreto legge 34, pari a 6 milioni di euro sui 23 di spesa dichiarata. Non a caso il presidente della Giunta Marco Marsilio, nei giorni scorsi, ha dichiarato che "per coprire i deficit e chiudere i bilanci della sanità in diverse Regioni in difficoltà servirebbero complessivamente circa 4 miliardi già nella manovra. Finora le interlocuzioni con il Governo, però, non hanno dato gli esiti sperati e non c'è ancora una soluzione". 

Insomma, mancano 17 milioni per coprire le spese covid che si aggiungono ai 15 milioni di altri debiti accumulati e, come detto, entro la fine dell'anno si stima che si potrebbe arrivare ad un disavanzo di oltre 47 milioni; c'è chi sostiene si potrebbe persino sforare la soglia dei 50 milioni.

A fronte del disavanzo economico i servizi non sono certo migliorati, anzi; abbiamo visitato l'Ospedale San Salvatore e ciò che ci è stato ribadito è l'assenza cronica di personale nei reparti - le Sale Operatorie sarebbero in forte difficoltà perché mancano 4 infermieri, è di queste ore il grido d'allarme per la Neuropsichiatria infantile - che fa il palio con la scarsità dei materiali di prima necessità, come le siringhe. 

Ciò che preoccupa maggiormente, però, è il prossimo trasferimento di numerosi reparti nel Delta 7 che, come anticipato nei giorni scorsi dal manager Ferdinando Romano, è finalmente pronto: i lavori sono conclusi e sono stati effettuati anche i dovuti collaudi.

A quanto si è appreso, al 3° piano della struttura è previsto vengano trasferiti Medicina (28 posti letto secondo il piano sanitario), Gastroenterologia (4 posti letto), Geriatria (12 posti letto) e Lungodegenza (20 posti letto) per un totale di 64 posti letto. Va detto che, a seguito dei lavori, le stanze si sono ridotte nelle dimensioni per le opere d'adeguamento sismico; d'altra parte, è aumentata la grandezza dei letti. Per questo, con un precedente piano - chiuso in un cassetto - si era pensato di allestire soltanto 3 posti letto per stanza così da rendere più confortevole il soggiorno dei degenti: prevedere di portare 64 posti letto al piano significa non riuscire a mettere neanche un tavolo per mangiare nelle stanze - ci è stato spiegato da fonti che preferiscono restare anonime - e sarebbe un problema persino portare fuori i letti in caso d'emergenza. Altro che distanziamento, insomma.

Al 2° piano, invece, dovrebbero trovare posto la Neurologia, l'Immunoreumatologia, l'Oncologia e l'area per le Degenze brevi: anche qui si avrebbero problemi di spazio e, d'altra parte, non convince affatto l'idea di tenere, una accanto all'altro, l'oncologia con le degenze brevi dove si curano, per esempio, le polmoniti o altre sintomatogie infettive. 

E ancora: al 1° piano dovrebbero essere trasferite la Pneumologia con Utir, la Riabilitazione e i day-hospital; col vecchio piano, si era previsto di tenervi, invece, i reparti per acuti. 

Ma qual è il motivo per cui si intendono trasferire così tanti reparti al Delta 7? E' presto detto: sembrerebbe che l'intenzione dei vertici della Asl 1 sia di 'riassorbire' al San Salvatore le diverse strutture dislocate sul territorio per evitare, così, di continuare a pagare i fitti. A proposito di bilancio. Tuttavia, ciò potrebbe creare diversi problemi, e non solo di affollamento nella nuova struttura: da una parte, infatti, l'ospedale aquilano è riuscito a reggere l'urto della fase più delicata della pandemia per la disponibilità di spazi che hanno consentito di aprire reparti covid senza 'sporcarne' altri; dall'altro, c'è un problema di viabilità e di parcheggi a servizio dell'ospedale aquilano che finirebbe per peggiorare sensibilimente.

Ultima modifica il Mercoledì, 17 Novembre 2021 08:05

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