Martedì, 30 Aprile 2013 11:47

Abruzzo Engineering: i lavoratori occupano il consiglio provinciale

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Aggiornamento ore 17 - I lavoratori di Abruzzo Engineering hanno deciso di occupare il Consiglio Provinciale ad oltranza, per protesta contro la gestione politica della situazione economica e organizzativa della società. "Rimarremo qui anche stanotte" dichiarano i lavoratori.

Un centinaio di lavoratori di Abruzzo Engineering ha occupato simbolicamente, questa mattina, la sede del Genio civile della Provincia dell’Aquila. Con gli uffici oramai alla paralisi, invasi da migliaia di pratiche inevase, non si spiega il motivo per cui 187 dipendenti della società pubblica (il 60% delle azioni è della Regione, il 10% della Provincia dell’Aquila, il restante 30% della Selex Service Managment), che hanno acquisito negli anni importanti competenze, siano in cassa integrazione in deroga dal 21 dicembre 2012. Lo stesso giorno in cui è cessata l’ultima convenzione derivante dalle Ordinanze post-sisma, che assicurava lavoro a 105 unità impegnate nella ricostruzione, per gran parte presso il Comune dell’Aquila e per la restante, pari a circa 20 lavoratori, proprio presso il Genio civile.

Lo strumento dell’ammortizzatore in deroga per i lavoratori di Abruzzo Engineering si è reso possibile per via della prevista ripresa dell’attività lavorativa a seguito della previsione di un ulteriore temporaneo supporto ai due Enti con fondi a carico della delibera Cipe numero 135 del dicembre 2012. Ora è evidente che se non dovesse riprendere l’attività lavorativa, non si permetterà il permanere in Cassa integrazione dei lavoratori con la logica conseguenza dell’avvio di una procedura di licenziamento collettivo.

geniocivile abrengE’ per questo che la Cgil ha chiesto l’immediata attivazione di un percorso teso a ripristinare temporaneamente il supporto di Abruzzo Engineering, mediante convenzione. In realtà, il Comune e la Provincia speravano che i soldi del Cipe transitassero dai loro uffici per poi pagare i servizi di Abruzzo Engineering. Il 7 marzo scorso, però, è stato dato mandato a Paolo Aielli dell’Ufficio speciale per la ricostruzione di predisporre gli atti e le procedure utili alla soluzione del problema. Dopo settimane di discussioni e incontri, si è finalmente giunti all’accordo per assicurare a 98 lavoratori, da maggio a dicembre 2013, di tornare al lavoro presso gli Enti, pagati con le risorse del Cipe.

Tutto risolto, insomma. Se non fosse che Antonio Del Corvo, presidente della provincia che detiene come detto il 10% delle quote della società, non ha ancora firmato. Di qui, la protesta di questa mattina. “Il presidente si nasconde dietro a cavilli burocratici incomprensibili, se si pensa che abbiamo a che fare con 187 famiglie e con una ricostruzione ad oggi paralizzata”, ha detto la sindacalista Rita Innocenzi. “Dei 98 lavoratori, 68 verrebbero assegnati al Comune e i restanti alla Provincia, così da evadere rapidamente le pratiche bloccate. E invece nulla, il presidente non firma”.

Bisogna fare in fretta, però: i lavoratori rischiano la procedura di licenziamento immediato con la perdita, tra l’altro, della cassa integrazione in deroga e per di più retroattivamente al 1 gennaio.

Si spera che la firma arrivi al più presto, se davvero siamo dinanzi solo a problemi di natura burocratica. Si spera che la mancata firma non sia una scelta politica: non si può non tener conto del fatto che i quattro presidenti delle province abruzzesi, il 24 aprile scorso, hanno richiesto un incontro con l’assessore regionale Giuliante per riconsegnargli le deleghe dei Geni civili provinciali. Una minaccia, certo. Preoccupante, però, se è vero che a L’Aquila giacciono migliaia di pratiche inevase nel totale disinteresse della Regione. Con 187 lavoratori in angosciosa attesa di capire cosa sarà del loro futuro.

 

L'intervista a Rita Innocenzi 

 

Ultima modifica il Martedì, 30 Aprile 2013 17:48

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