Giovedì, 06 Gennaio 2022 15:15

Asl 1 di nuovo in emergenza: a due anni dallo scoppio della pandemia, i casi covid tra il personale aggravano la carenza cronica di personale. Chiusa la geriatria del San Salvatore. E si promettono ancora "imminenti assunzioni"

di 

Evidentemente, le sofferenze patite nell'autunno 2020 non sono bastate; non sono bastate le immagini delle ambulanze ferme, in coda davanti ai Pronto soccorso della provincia dell'Aquila; non sono bastate le morti di due persone sul piazzale antistante l'ospedale di Avezzano che, in Pronto soccorso, non sono riusciti neanche ad entrare; non sono bastate le chiusure di interi reparti, con la necessità di allestire posti letto persino nella Cappella dell'Ospedale San Salvatore dell'Aquila; non è bastato il sacrificio del personale sanitario, portato allo stremo dall'emergenza che ha travolto la sanità provinciale.

A due anni dallo scoppio della pandemia, la Asl 1 rischia di trovarsi di nuovo impreparata rispetto all'ennesima ondata del covid che sta mettendo a dura prova l'Abruzzo.

A ieri, erano 26 le positività riscontrate tra il personale sanitario dell'Ospedale San Salvatore dell'Aquila che si sommano alle 21 maternità e a 15 lunghe malattie non rimpiazzate; 17 i contagi tra sanitari della Marsica, 10 al nosocomio di Sulmona e 3 a Castel di Sangro. Ciò sta determinando una serie di problematiche che hanno ulteriormente aggravato un quadro reso già difficile dalla carenza cronica di personale, mai risolta, e dalla sospensione del personale non vaccinato. 

In queste ore, è stato chiuso il reparto di Geriatria del San Salvatore dove, stando a fonti interne alla Asl, si sono registrati altri 12 casi di positività: sarebbero finiti in quarantena medici e paramedici; i pazienti sono stati trasferiti nei reparti di peneumologia e medicina Nelle prossime ore si dovrebbe procedere alla sanificazione del reparto che, viene spiegato, tornerà in attività non appena il nosocomio si troverà nelle condizioni di poter mettere di nuovo a disposizione il personale sanitario necessario. 

Ma la situazione si fa di ora in ora più preoccupante: nel nosocomio del capoluogo, in particolare, si riscontrano criticità al Pronto soccorso, nel blocco operatorio, nel reparto di Dialisi, che si ritrova con dieci unità in meno tra infermieri e medici e con l’obbligo di garantire il servizio ordinario oltre a quello Covid di tutta la provincia, ma pure in Oncologia, nelle Medicine, con infermieri stremati con più di 120 giorni di ferie non godute. Difficoltà che hanno portato alla chiusura temporanea dell’area grigia, la zona filtro dell’ospedale san Salvatore, per redistribuire il personale nei vari reparti carenti.

Anche ad Avezzano la situazione è complessa: si sta infatti aprendo un nuovo reparto covid con l’ausilio di personale di altri reparti già carenti, che quindi riscontrano gravi criticità nelle attività ordinarie. Problemi vanno evidenziandosi pure a Sulmona.

Se dovessero aumentare i ricoveri di pazienti covid, "il rischio è che l'azienda sanitaria si ritrovi costretta ad un nuovo accorpamento di reparti, come già accaduto in passato, con la conseguenza di una riduzione drastica dell’assistenza sanitaria per le altre patologie che nulla hanno a che vedere con il covid".

Lo hanno denunciato il segretario provinciale della Uil Fpl Antonio Ginnetti, il responsabile sanità Uil Fpl Gianfranco Giorgi, il componente di segreteria Uil Fpl Claudio Incorvati e il segretario provinciale di Fsi Salvatore Placidi che, in queste ore, hanno incontrato il manager della Asl Ferdinando Romano; dal direttore generale sarebbe arrivata la rassicurazione della "imminente assunzione" di nuovo personale per "fronteggiare l’emergenza covid e le attività ordinarie in tutti e quattro i presidi ospedalieri della provincia".

A gennaio 2021, siamo ancora alle promesse di prossime assunzioni; ma come è possibile, ci chiediamo, che l'azienda sanitaria provinciale si sia fatta trovare di nuovo impreparata ad affrontare un'ondata pandemica che si poteva e doveva prevedere? Come è possibile che, a due anni dai primi casi di covid e con le difficoltà vissute un anno fa, ci si ritrovi ancora ad ascoltare promesse di assunzione con il personale sanitario costretto ad arginare l'emergenza?

Nei giorni scorsi, il sindacato degli infermieri Nursind ha messo in evidenza che, di fatto, all'ospedale dell'Aquila "non c’è un reparto che abbia il personale sufficiente a garantire l’assistenza minima a pazienti e utenti".

D'altra parte, dai 'dati sull’occupazione' riportati nel Bilancio d'esercizio dell'anno 2020, provvisori in attesa dell'approvazione del Conto annuale, al 31 dicembre 2019 risultavano in forza all'azienda sanitaria 3249 addetti a tempo indeterminato, mentre al 31 dicembre 2020 ne risultavano 3167 con una ulteriore contrazione di 82 unità lavorative. Ciò a fronte di un fabbisogno stimato di 4053 dipendenti. A dire che si era dinanzi a 886 posti vacanti in organico. Tra l'altro, andrebbero aggiunte altre 277 unità lavorative utili al rispetto delle turnazioni di legge, come rilevato e deliberato dalla stessa Asl 1: se i dati fossero confermati, si arriverebbe, così, ad una scopertura di personale pari a 1163 unità lavorative a tempo indeterminato. Significa, come ha denunciato la Cgil, che in piena fase emergenziale la Asl 1 avrebbe raggiunto il dato occupazionale, a tempo indeterminato più basso dal 2014.

A fronte di ciò, si assiste ad un costante incremento della spesa per il personale precario. 

Per questo, la Cgil - finora inascoltata - ha chiesto da tempo un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazione del personale, che riconsegni dignità al lavoro e diritti alle persone. "Il fabbisogno di personale legato alla spesa del conto economico annuale non è funzionale all’erogazione dei servizi sanitari, anzi rischia di produrre un duplice danno", ha sottolineato il sindacato: "la compressione dei diritti dei lavoratori, sottoposti ad un continuo sfruttamento dovuto alla esiguità degli addetti e la precarietà come fattispecie ordinaria di contrattualizzazione del personale. Il tutto a discapito dei reali bisogni delle nostre comunità che riescono ad accedere alle cure ed ai servizi sanitari erogati dal sistema sanitario pubblico con sempre maggiore difficoltà".

E' la cronaca di queste ore. 

Verrebbe da chiedersi se la politica, a tutti i livelli, si stia accorgendo, tra un annuncio e l'altro, tra un selfie e un video sui social, di ciò che sta accadendo all'ospedale dell'Aquila e negli altri ospedali della provincia. 

Ultima modifica il Sabato, 08 Gennaio 2022 09:38

Articoli correlati (da tag)

Chiudi