"Come Circolo di Sinistra Italiana L’Aquila, intendiamo nuovamente portare con forza all’attenzione pubblica lo stato di abbandono in cui versano i presidi sanitari di molte aree interne abruzzesi a causa della prolungata inazione da parte dell’attuale Giunta regionale di centrodestra".
Si legge in una nota firmata da Francesco Cerasoli e Stefano Lucantonio.
"Alla scandalosa vicenda dell’assenza, da più di un anno a questa parte, di un medico di base che presti servizio continuativo nei comuni di Scanno e Villalago, si è aggiunta la recente denuncia da parte della Cgil aquilana della mancanza del medico di postazione del 118 nel comune di Pescasseroli. Questi due casi sono accomunati dal fatto che l’assenza di servizi pubblici basilari, quali sono appunto i presidi sanitari, rende vergognosamente dura la vita ai cittadini (soprattutto ai più 'fragili', quali anziani e disabili) in territori che dall’altro lato custodiscono meraviglie naturalistiche e storico-culturali capaci di attirare ogni anno decine di migliaia di persone da tutto il mondo, contribuendo a sostenere l’economia della nostra Regione".
Territori che a quanto pare - aggiungono Cerasoli e Lucantonio - l’attuale Giunta regionale ritiene strategici durante le 'alte stagioni' ma di modesta importanza per il resto dell’anno. Questa cecità ai bisogni delle aree interne, bisogna dirlo, purtroppo non è nuova nel panorama regionale: anche nella passata Giunta D’Alfonso, infatti, al potenziamento dei presidi sanitari territoriali si è preferito in molti casi un accentramento dei servizi a ridosso dei maggiori centri urbani, come nel caso del 'mega-ospedale' di Chieti-Pescara che avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello del programma sanitario del duo D’Alfonso-Paolucci. Con l’attuale Giunta Marsilio, tuttavia, l’inazione si fa paradigma. Non si pensi infatti che il sostanziale abbandono delle aree interne da parte dell’attuale Assessorato alla Sanità si limiti ai due casi sopracitati e a pochi altri: come gli abitanti delle frazioni aquilane sanno bene, l’accesso a servizi essenziali quali diagnostica, consultorio, assistenza psicologica e psichiatrica, è ostacolato dall’assenza di strutture adeguate e sufficiente personale al di fuori del polo ospedaliero del San Salvatore, determinando spesso un sovraccarico su quest’ultimo".
Probabilmente il Presidente Marsilio, "dai suoi domicili romani, fatica ad avere contezza di cosa significhi per gli abitanti di molte aree interne abruzzesi dover intraprendere viaggi di decine di chilometri per un semplice consulto medico" l'affondo di Sinistra Italiana. "Vogliamo quindi ricordargli che tra i doveri fondamentali suoi e della sua Giunta vi è quello di garantire un accesso alle prestazioni sanitarie il più possibile egualitario su tutto il territorio regionale. Mentre la crisi climatica e la pandemia da Sars-Cov-2 ci sbattono in faccia per l’ennesima volta l’estrema fragilità, oltre che ingiustizia, del modello liberista tendente al concentramento di persone ed attività produttive in pochi grandi agglomerati urbani, gran parte dell’establishment abruzzese persiste in una politica che trascura i bisogni essenziali delle tante persone che vivono e fanno vivere le aree interne, concentrando altrove attenzione e investimenti. Quello di cui necessitano le aree interne non sono certo costosissime e oramai anacronistiche infrastrutture, piuttosto servizi di prossimità".