"In considerazione della recrudescenza epidemiologica che, in modo preoccupante, sta interessando l’intero Paese, ovvero l’area geografica della Provincia dell’Aquila, le scriventi Organizzazioni Sindacali, avendo appreso le prevedibili e molteplici criticità che si stanno manifestando in questi giorni nei Presidi Ospedalieri della ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila, vengono, con la presente, a chiedere un Vostro immediato intervento".
Si apre così una nota inviata in giornata dal segretario generale della Cgil della provincia dell'Aquila Francesco Marrelli e da Anthony Pasqualone della Fp al Prefetto Cinzia Torraco, al Comitato ristretto dei sindaci della Asl 1, al presidente della Giunta regionale Marco Marsilio, all'assessore regionale alla salute Nicoletta Verì, al manager dell'azienda sanitaria provinciale Ferdinando Romano e all'Ispettorato territoriale del Lavoro dell'Aquila.
Già nei mesi scorsi, la Cgil aveva denunciato la riduzione persistente di personale a tempo indeterminato in capo alla Asl 1, passato dai 3249 addetti del 2019 ai 3167 a chiusura del 2020, con una diminuzione di 82 unità lavorative a tempo indeterminato, giusta Deliberazione del Direttore Generale n. 1178 del 30/06/2021 di approvazione del bilancio consuntivo 2020; condizione quest’ultima che aggrava ancor di più, semmai fosse possibile, la cronica e storica carenza strutturale di personale, raggiungendo il dato occupazionale a tempo indeterminato più basso dal 2014 in poi.
"La Asl, in questi anni, al fine di fronteggiare la carenza di personale ha fatto ricorso al lavoro flessibile nelle sue molteplici fattispecie, rendendo instabili le condizioni di vita di lavoratrici e lavoratori che, ancor di più in questi ultimi anni, si sono adoperati con spirito di sacrificio ed abnegazione" sottolineano nella missiva Marrelli e Pasqualone. Innanzitutto, "tale grave condizione di carenza di personale sta generando un sistematico peggioramento delle condizioni lavorative degli addetti, in tutte le categorie professionali, esponendoli ad eccessivi carichi, turni massacranti, mancato rispetto dei riposi obbligatori e, pertanto, a rischi per la salute, con conseguente instabilità e contrazione dei servizi erogati ed un depauperamento sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo delle prestazioni sanitarie".
Il fabbisogno di personale legato alla spesa del conto economico annuale non è funzionale all’erogazione dei servizi sanitari, anzi rischia di produrre un duplice danno: la compressione dei diritti dei lavoratori, sottoposti ad un continuo sfruttamento dovuto alla esiguità degli addetti e la precarietà come fattispecie ordinaria di contrattualizzazione del personale. "Il tutto a discapito dei reali bisogni delle nostre comunità che riescono ad accedere alle cure ed ai servizi sanitari erogati dal sistema sanitario pubblico con sempre maggiore difficoltà".
In questo senso, denuncia la Cgil della provincia dell'Aquila, "riscontriamo, purtroppo, un ulteriore peggioramento in riferimento alla attuale ondata pandemica che, oltre ad aver coinvolto un numero sempre più consistente di cittadine e cittadini, sta interessando inesorabilmente una parte importante del personale della Asl. La comunità, le operatrici e gli operatori del servizio sanitario, hanno necessità improcrastinabile di un serio e concreto adeguamento dei servizi sanitari ed un ripristino di condizioni di lavoro idonee".
Per queste ragioni, la Cgil chiede ai destinatari della lettera, ognuno per le proprie competenze, "una immediata verifica relativa all’esistenza o meno di un piano assunzionale straordinario, di stabilizzazioni e reinternalizzazioni, che possa garantire la saturazione del reale fabbisogno di personale, considerando sia le attività ospedaliere che territoriali, adeguato alle attività ordinarie ed emergenziali. Continuiamo a chiedere una ricognizione puntuale degli addetti che ruotano intorno alla galassia della Asl, provando a costruire un modello di stabilizzazione, assunzione e reinternalizzazione di servizi e del personale che possa riconsegnare diritti al lavoro e garanzia per le comunità destinatarie dei servizi pubblici. A tal fine rivendichiamo l’esigenza urgente dell’avvio di procedure di stabilizzazioni del personale, atteso che numerose sono le lavoratrici e i lavoratori in possesso dei requisiti della così detta Legge Madia, la stabilizzazione di tutto il personale chiamato in servizio a seguito dell’emergenza COVID 19, l'accoglimento delle istanze di tutti coloro che hanno avanzato domanda di ammissione al comando e/o assegnazione temporanea e relativa immissione in ruolo degli stessi, un impegno ad elaborare dei piani assunzionali straordinari per tutto il personale esternalizzato, lo sblocco di tutte le procedure concorsuali bandite ormai da anni".
La Cgil chiede, altresì, di "verificare, ed eventualmente aggiornare e ripristinare, tutti i protocolli finalizzati alla sicurezza sul lavoro, con l’obiettivo di proteggere il personale dall’esposizione al rischio; a tal proposito è necessario, verificare le condizioni di lavoro e salute di tutto il personale, sia per quanto concerne l’espandersi dei contagi, sia per quanto riguarda il rispetto delle norme in tema di orari di lavoro e riposi obbligatori. Chiediamo di verificare se si riscontrino o meno interruzioni di servizio causate da eventuali accorpamenti di reparti ovvero di trasferimento di personale con conseguente decadimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, e di predisporre comunque, in via di urgenza, ogni iniziativa utile ed idonea a scongiurare ogni eventuale riduzione di servizi sanitari dedicati alla collettività".
Le nostre comunità non hanno bisogno di ulteriori promesse della falsa retorica che il problema verrà risolto, l'affondo di Marrelli e Pasqualone, "narrazione, questa, ascoltata troppe volte da numerosi interlocutori istituzionali; occorre, al contrario, la concretezza e l’immediatezza delle azioni, affinché non si ripetano i drammi e le tragedie già vissute nei nostri territori. Siamo stanchi, insieme a tutta la comunità di cittadine e cittadini e tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, degli impegni mancati da parte della politica; il perdurare dell’assordante silenzio sulle molteplici criticità che emergono quotidianamente nel sistema Sanitario Pubblico Provinciale, esasperano sempre più lavoratrici e lavoratori, l’intera collettività ed i suoi bisogni".
E’ urgente riattivare una capacità programmatoria finalizzata a soddisfare i bisogni sanitari delle persone. "Se non ora quando", si chiede la Cgil; "se non ora che abbiamo subito sulla nostra pelle la scellerata politica della riduzione dei costi della sanità pubblica, che abbiamo visto il sacrificio delle lavoratrici e dei lavoratori per garantire la continuità assistenziale, che abbiamo constatato una riduzione della quantità e della qualità dei servizi erogati dovuta alla contrazione della spesa sanitaria. La Politica, le Istituzioni e gli Amministratori della cosa Pubblica devono assumere immediatamente determinazioni urgenti, solo così si potrà impedire il cedimento del Servizio Sanitario Provinciale".