Sabato, 08 Gennaio 2022 20:14

Rientro in classe, Cgil L’Aquila: “Scuola continua a essere vittima sacrificale”

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“La Flc Cgil della provincia dell’Aquila, alla luce della situazione pandemica che, anche sul nostro territorio, ha assunto in questi ultimi giorni misure davvero preoccupanti e, soprattutto, alla luce dell’incontro odierno tra i rappresentanti sindacali nazionali e il Ministero dell’Istruzione esprime solidarietà e sostegno ai dirigenti scolastici e a tutto il personale scolastico che da lunedì 10 gennaio 2022 si troveranno ad affrontare una situazione drammatica, senza indicazioni operative chiare e lineari; senza alcuna soluzione a problemi che la pandemia ha solo messo in evidenza e che, proprio perché ormai strutturali, hanno mostrato l’indegno risultato dell’indebolimento di un intero sistema operato negli ultimi decenni”.

Così, in una nota, la segretaria provinciale Flc Cgil Miriam Anna Del Biondo.

“L’incontro odierno non ha sciolto i dubbi sulla ormai prossima riapertura della scuola, ma è servito ad illustrare una bozza di nota in cui sono trasposti i contenuti del Decreto Legislativo dell’8 gennaio 2022. Le richieste del nostro sindacato - sottolinea Del Biondo - sono state chiare e coerenti: presidi sanitari, screening diffusi, fornitura gratuita di ffp2 a tutto il personale indiscriminatamente, certezza delle procedure e costanti informazioni riguardo ai dati del contagio nelle scuole, ma anche chiarezza sulla gestione delle assenze per malattia”.

“I dati sui contagi, che richiediamo da mesi, non sono mai stati resi disponibili ed avrebbero aiutato ad avere una mappatura della situazione in tempo reale”.

“Ancora una volta si è scelto di sacrificare la scuola e di farne una vetrina di incapacità. Nei mesi scorsi la narrazione che tutto andasse bene a favore del mercato, ha fatto annullare la più elementare delle misure di contrasto: il distanziamento personale all’interno dei locali scolastici, annullato non per ingenuità ottimistica, ma al fine di tornare a numeri di alunni/e nelle classi ben oltre quelli che la cautela avrebbe richiesto. A numero di alunni corrisponde numero di insegnanti e si è scelto di non aumentare il numero degli organici. Ricordiamo che per ottenere la proroga dei contratti covid per il personale ATA, oltre il 30 dicembre, è stato necessario uno sciopero. Senza quello sciopero ed il suo risultato, le scuole avrebbero dovuto ad inizio gennaio rivedere la propria organizzazione a fronte di mancanza di personale”.

Si è scelto di risparmiare sulla scuola ancora una volta e questa volta sulla pelle (ed è proprio il caso di dirlo e ce ne dispiace) del personale scolastico, dell’utenza e delle famiglie. Si è detto di fare scuola con le finestre aperte, senza prendere in considerazione investimenti per la ventilazione dei locali”.

“Chiaramente la scuola in presenza che, in tempi non sospetti è l’unica che riconosciamo, per il governo centrale non è mai stata una priorità, così come decantato, altrimenti non si sarebbe scelto il mercato natalizio come nulla fosse invece di raccomandazioni alla prudenza accompagnate da misure di contenimento”.

“E’ chiaro che a distanza di poche ore dalla riapertura (date differenziate, stabilite dai governatori regionali in assenza totale di indicazioni chiare ed uniformi da parte di un CTS ormai assente, in pieno clima di esercizio di autonomia differenziata che torna a far parlare di sé) la scuola rischia di non riaprire o di chiudere immediatamente dopo vista la crescita esponenziale dei contagi e visto anche l’alto numero di personale scolastico già in quarantena o in malattia”.

"Riteniamo che il personale scolastico non possa essere ostaggio e vittima sacrificale dell’incapacità del governo; ricordiamo che al personale scolastico non vengono neanche forniti i migliori dispositivi di tutela individuale, al momento individuati nelle mascherine ffp2, in dotazione soltanto a insegnanti della scuola dell’infanzia e a coloro che lavorano a contatto con studenti che non possono indossare la mascherina. Ci troviamo di fronte ad un enorme e globale ‘Io speriamo che me la cavo’ che non è più sostenibile, se mai lo fosse stato”.

“Ribadiamo il nostro impegno, anche sul territorio provinciale, a far sì che sulla scuola si faccia chiarezza e si investa quanto necessario per la restituzione della dignità alla pubblica istruzione e per l’esercizio sereno e diffuso del diritto allo studio che la pandemia non ha annullato”, conclude Del Biondo.

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